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Dillo con un fiore

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La lingua veste il pensiero e, nel continuo cambiamento, modifica il paesaggio delle relazioni umane con fioriture sempre nuove e sorprendenti.

Se la lingua batte dove il dente duole, l’italiano segna un punto nel mondo parlante che gli chiede di cambiare. E lo fa da lingua antica che, in quanto tale, ha bisogno solo di guardarsi un po’ più dentro per trovare le parole. Nel nuovo Dizionario della lingua italiana di Treccani “persona” ed “essere umano” sostituiranno quella “sineddoche” di uomo: cioè il fatto che questa parola sia sempre stata un po’ la parte per il tutto.

Valeria Della Valle e Giuseppe Patota sono i due linguisti che hanno lavorato al progetto, in commercio da ottobre. La seconda novità sostanziale è che, per la prima volta, aggettivi e nomi saranno scritti in ordine alfabetico; si avranno così “amica, amico”, ma anche “direttore, direttrice”, “medica, medico”. Come tutte le parole, anche queste hanno una parte fissa e una che cambia con l’uso; è il primo principio della linguistica e non esiste l’una senza l’altra. Il nuovo dizionario semplicemente accoglie le istanze di entrambe.

Per capirlo meglio, ci affidiamo come nostro consueto a un’immagine. Se provassimo a srotolare questo nodo, cosa rimane? Non sarà più una calla ma certo non è ancora una cravatta (che è tale solo se la usiamo in un certo modo). E noi abbiamo cercato di dirlo appunto con un fiore.

La lingua veste il pensiero e, nel continuo cambiamento, modifica il paesaggio delle relazioni umane con fioriture sempre nuove e sorprendenti.

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