Digitalizzare la rete e monitoraggio smart
Approvato dalla Conferenza Unificata uno schema di decreto per il bando da 900 milioni di euro destinato alla digitalizzazione della rete idrica nazionale e del suo monitoraggio.
Il provvedimento è funzionale all’avvio dei tanti lavori sul territorio nazionale per il miglioramento delle infrastrutture idriche locali, soprattutto in termini di efficienza e sicurezza.
Tra questi ci sono interventi tesi alla riduzione delle perdite lungo le reti di distribuzione dell’acqua, alla digitalizzazione delle stesse e all’impiego di soluzioni tecnologiche per il monitoraggio delle infrastrutture.
In questo modo si potranno dispiegare con maggiore rapidità soluzioni di smart monitoring che comprendono l’installazione di strumenti tecnologici per la misura delle portate, delle pressioni e dei livelli d’acqua nei serbatoi, la modellazione idraulica della rete, la pre-localizzazione delle perdite tramite metodi classici e innovativi, come radar, scansioni da satellite, interventi di manutenzione straordinaria, l’installazione di ‘contatori intelligenti’ o smart meter per la misurazione dei volumi consumati dall’utenza.
L’atavico problema delle perdite della rete idrica nazionale
L’auspicio è che l’innovazione tecnologica ci consenta di ridurre le notevoli perdite della nostra rete. Secondo dati Legambiente, tra il 2014 ed il 2019, le perdite sono in media del 26% al Nord Italia, del 34% al Centro e fino al 46% al Sud.
Se guardiamo poi al dato delle Città metropolitane, ci sono casi estremi come quello di Frosinone, in cui il gap tra acqua immessa nelle reti di distribuzione e acqua erogata al consumo può raggiungere anche il 78%.
Bologna, Firenze, Milano e Torino, invece, si sono mantenute sotto il dato medio nazionale del 37%, mentre c’è ancora molto da fare in città come Bari, Cagliari e Roma, costantemente rimaste al di sopra della media, che è del 37%.
Il 40% delle risorse al Sud
In base all’accordo con la Conferenza Unificata Stato Regioni, nello schema di decreto è previsto che il 40% delle risorse sia destinato alla tutela delle acque (360 milioni di euro) prioritariamente per le Regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna).
Come spiegato in un comunicato del ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, le richieste di finanziamento dovranno essere presentate dagli enti di governo d’ambito in due finestre temporali: “entro 60 giorni dalla data di pubblicazione dell’Avviso sulla Gazzetta Ufficiale (dotazione finanziaria prevista di 630 milioni) e entro il 31 ottobre 2022 (dotazione finanziaria di 270 milioni)”.
Grazie a questa intesa, questa intesa il ministero ha definito gli atti di ripartizione e di assegnazione delle risorse per oltre 60,1 miliardi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e del Piano Complementare (PC), un valore pari al 98% del totale di sua competenza (61,4 miliardi).