Quali saranno le politiche in campo digitale dei futuri sindaci che usciranno vincitori dal banco di prova del 19? Hanno davvero intenzione di dare all’innovazione lo spazio che merita nella loro amministrazione, di digitalizzare e snellire i processi interni al loro ente pubblico, di avvalersi di personale specializzato e di offrire utili e funzionanti servizi online ai loro cittadini? A chiederlo con forza ai candidati sindaco di Roma, Milano, Napoli, Torino sono i promotori dell’iniziativa #digitaleincomune, l’on. Mara Mucci e l’avv. Andrea Lisi, Presidente di ANORC Professioni.
“Ci rivolgiamo ai candidati sindaci che andranno al ballottaggio il 19 giugno a Roma, Milano, Napoli, Torino per chiedere loro di condividere e mettere in atto i 4 punti del piano d’azione proposto da #digitaleincomune, 4 mosse che possono davvero garantire a ogni comune e ai suoi cittadini di portarsi nettamente in vantaggio nella partita per l’innovazione digitale – dice l’avv. Andrea Lisi – Decisivo ai fini del risultato è lo sviluppo e la diffusione negli enti pubblici di figure professionali adeguatamente formate in grado di gestire a norma i nuovi processi digitali, senza mettere a rischio dati e documenti. Speriamo che i candidati sindaco rispondano positivamente al nostro appello”.
Il prossimo 19 giugno, infatti, sarà una giornata decisiva per oltre 100 comuni italiani, nei quali i cittadini torneranno alle urne per decidere al ballottaggio chi sarà il prossimo sindaco. Tra i comuni interessati anche alcune tra la più grandi metropoli italiane: Roma, Milano, Napoli, Torino. E di digitalizzazione si sta parlando davvero troppo poco durante questa campagna elettorale o comunque non in modo strategico e completo.
E in ogni caso lo stato di attuazione dell’Agenda Digitale italiano, guardando con attenzione i pochi numeri a disposizione, rimane purtroppo desolante.
Il progetto #digitaleincomune – sostenuto dalle associazioni ANORC, ANCI, Procedamus, Stati Generali dell’Innovazione, Digiconsum, IWA Italy e AIP-ITCS – ha lo scopo di sensibilizzare i decisori politici, gli enti pubblici centrali e soprattutto quelli locali sul bisogno di definire in maniera chiara le misure organizzative, umane e strumentali necessarie alla digitalizzazione dell’amministrazione pubblica. Per la sua natura il progetto si rivolge principalmente ai sindaci (e ai candidati sindaco) stimolandoli ad aderire e a impegnarsi a mettere in atto all’interno del proprio ente le seguenti best practices:
- assumere almeno un professionista della digitalizzazione;
- attivare almeno 10 servizi on line (reali) attraverso SPID;
- garantire la presenza di un archivio digitale a norma a tutela del cittadino digitale;
- impegnarsi a favorire audit auto valutativi dello stato di digitalizzazione del proprio Comune messi a disposizione gratuitamente dal progetto Digitale in Comune.
Una conferma della validità delle istanze portate avanti dall’iniziativa #digitaleincomune arriva in questi giorni anche da una lettera ufficiale di ANCI inviata ai componenti dell’Intergruppo Parlamentare per l’Innovazione tecnologica, nella quale si sottolinea come nella Pubblica Amministrazione la semplificazione dei processi e la garanzia del diritto di accesso digitale dei cittadini siano priorità che non possono essere perseguite se non puntando sulle competenze digitali, e come sia quindi indispensabile un intervento del Governo per superare il blocco delle assunzioni e i limiti del turn over al 25%, permettendo nei comuni nuove assunzioni di personale adeguatamente preparato.
“Anci conferma che siamo sulla strada giusta – dice l’on. Mara Mucci – Gli amministratori che comprendono l’importanza delle competenze digitali e multidisciplinari per una piena attuazione dell’Agenda digitale e per dei comuni innovativi, si scontrano con la realtà dei fatti: il blocco del turn over al 25% della legge di stabilità 2016. Sul fronte istituzionale c’è l’impegno dell’Intergruppo innovazione per superare questo vincolo nella prossima legge di stabilità, e con #digitaleincomune un appoggio pragmatico ai sindaci che chiedono un confronto”.
Ci sono candidati sindaco davvero disposti ad impegnarsi concretamente sul digitale? Attendiamo pazienti risposte all’appello.