Quasi 800 kit digitali tramite cui sono state fornite al cittadino le credenziali per lo Spid, la Pec e la firma digitale remota, mentre al posto della tessera sanitaria tradizionale è stata fornita una carta provinciale dei servizi.
Questi sono solo alcuni esempi di quanto accaduto durante la seconda edizione di Trento Smart City Week (12-15 aprile), manifestazione nata con l’intento di avvicinare i cittadini al paradigma della città digitale, a zero impatto ambientale e con le persone al centro.
Tra le novità della week 2018 ci sono la security card, lo sportello famiglia online, i nuovi servizi per la mobilità alternativa e sostenibile, i servizi digitali della Pubblica Amministrazione e le aree demo per le soluzioni più innovative della trasformazione digitale.
Quattro giorni dedicati al concetto, ancora poco noto in Italia, di smart city, durante i quali i cittadini di Trento hanno percorso più di 10 mila chilometri a zero emissioni, pedalando in bicicletta o spostandosi a piedi.
L’accumulo di chilometri “low carbon” è stato calcolato da una delle tante applicazioni in mostra, la Play & Go.
Presentato anche il progetto Co-innovation lab, inaugurato congiuntamente nel 2016 da Dedagroup e Fondazione Bruno Kessler, dedicato allo sviluppo di standard e best practice finalizzati all’interoperabilità di open e big data.
“La piattaforma diventa un hub in grado di raccogliere i dati provenienti da piattaforme pubbliche e private e agevola lo scambio di informazioni”, ha spiegato Roberto Loro, Director technology & innovation di Dedagroup, in un articolo pubblicato sul quotidiano La Stampa di lunedì.
“L’obiettivo è quello di creare un sistema coerente per lavorare sui dati raccolti e favorire la nascita di nuove applicazioni che utilizzino questo patrimonio, al fine di fornire nuovi servizi”.
L’obiettivo, ha precisato Loro, non è limitarsi ai dati open dalle PA, ma integrarli con quelli che possono provenire dalla sensoristica (internet delle cose) e dalle aziende, facendoli dialogare tra di loro.
L’interoperabilità dei dati è curata da Dedagroup.
Oltre all’innovazione tecnologica, il laboratorio punta anche e soprattutto a quella tecnica, delle metodologie di lavoro e della formazione. La piattaforma, infatti, è descritta come “una sorta di autostrada digitale, su cui è possibile realizzare test veloci, validare tecnologia e servizi, e se funzionano svilupparli dando vita a un prodotto. Il tutto in tempi brevi, grazie alla metodologia ‘Agile’ adottata nel laboratorio”.
“I risultati vengono resi disponibili in modalità open source – ha infine dichiarato Loro – e l’intento è quello di aggregare altri soggetti su questa modalità operativa, perché siamo convinti che l’innovazione sia agevolata da un approccio ‘aperto’ e condiviso”.
Una delle prime prove per la collaborazione Dedagroup e Fondazione Kessler è il progetto europeo “Stardust” per la promozione dell’efficienza energetica e la diffusione di buone pratiche di sostenibilità e riduzione dei consumi energetici.
Obiettivo dell’iniziativa è la creazione di una piattaforma dedicata alla raccolta e l’elaborazione di dati relativi all’ambiente, l’energia, la mobilità, la sicurezza e la gestione dei rifiuti.