Partono oggi i primi negoziati del Consiglio Europeo con il Parlamento e la Commissione Ue sul nuovo Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche. E’ questo uno dei capitoli più caldi del Digital Single Market della Commissione Juncker, che ha l’obiettivo di chiudere entro fine 2018 la riforma del quadro legislativo e regolatorio che riguarda appunto la nascita di un’area comune in materia di digitale e Tlc. Ieri i ministri Ue titolari delle Tlc stati membri hanno condiviso la necessità di politiche condivise e armonizzate in tema di assegnazione delle licenze e di coordinamento sullo spettro radio, sul tema centrale in vista dell’assegnazione delle frequenze 5G nei vari stati membri, a partire dalle frequenze pioniere in banda 3.6-3.8 Ghz, 26.5-27.5 Ghz e 700 Mhz.
Secondo un report appena pubblicato dalla Commissione Ue, l’obiettivo è prolungare la durata delle licenze per dare maggior certezza ai detentori sul fronte degli investimenti ed evitare la frammentazione dello spettro anche in sede di asta.
In Italia l’asta per il 5G è prevista l’anno prossimo, con un’assegnazione scaglionata delle diverse bande di spettro, visto che i 700 Mhz non saranno disponibili prima del 2022.
L’approvazione del nuovo Codice europeo delle comunicazioni elettroniche dovrebbe arrivare entro fine anno, per essere poi accompagnato dalle relative modifiche regolatorie da parte del Berec entro la metà del 2018.
Il Digital Single Market abbraccia la riforma del mercato Tlc ma anche altri dossier, fra cui nuove norme sull’Iva transfrontaliera per l’eCommerce. Gli obiettivi da raggiungere non sono pochi: tolti gli obiettivi centrati – abolizione del roaming, varo di nuove norme sulla Net neutrality, approvazione del nuovo regolamento sulla Data Protection (GDPR) che entrerà pienamente in vigore a maggio del 2018, abolizione del geoblocking – restano da chiudere diversi capitoli :
Gli obiettivi da raggiungere sono ancora tanti, molti di questi sono in forte ritardo rispetto alla tabella di marcia fissata nel 2015, basata su 16 priorità, e ciascuno ha un proprio peso specifico e su cui sarà necessario imprimere un’accelerazione per centrare l’obiettivo del 2018.
- La revisione della regolamentazione europea in materia di telecomunicazioni, che include:
- assicurare un coordinamento più efficace dello spettro radio e definire criteri comuni a livello dell’UE per l’assegnazione dello spettro a livello nazionale;
- creare incentivi agli investimenti nella banda larga ad alta velocità;
- garantire condizioni di concorrenza eque per tutti gli operatori del mercato, vecchi e nuovi;
- instaurare un quadro istituzionale efficace.
- Aggiornare la legislazione sul diritto d’autore (copyright), che prevede:
- ridurre le disparità tra i regimi di diritto d’autore nazionali e a permettere un accesso online più ampio alle opere in tutta l’UE, anche mediante ulteriori misure di armonizzazione;
- migliorare l’accesso dei cittadini ai contenuti culturali online, sostenendo così la diversità culturale;
- sbloccare nuove opportunità per i creatori e per l’industria di contenuti;
- garantire che gli acquirenti di film, musica o articoli possano fruirne anche quando viaggiano nel territorio europeo;
- esaminare il ruolo degli intermediari online per quanto riguarda le opere protette dal diritto d’autore;
- migliorare l’applicazione della legge nei confronti delle violazioni su scala commerciale dei diritti di proprietà intellettuale;
- La revisione della direttiva 2002/58/CE, o dell’ E-Privacy, conosciuta come la “legge cookie”, la direttiva e-privacy regolamenta il settore delle telecomunicazioni, anche se è stato esteso dagli Stati membri per l’industria in generale. Protegge la riservatezza delle comunicazioni, monitora e regola l’utilizzo dei cookie, i dati di localizzazione, e i famosi metadati. E ‘stata creata nel 2002, aggiornata nel 2009, e anche in vista della recente approvazione sulla Data Protection c’è la necessità di un aggiornamento.
- Un’analisi del ruolo delle piattaforme online (motori di ricerca, social media, app store, ecc.) nel mercato. Tale esame verterà su aspetti quali la mancanza di trasparenza dei risultati di ricerca e delle politiche in materia di prezzi, le modalità di utilizzo delle informazioni ottenute, le relazioni tra piattaforme e fornitori e la promozione dei propri servizi a scapito dei concorrenti, nella misura in cui tali aspetti non siano già trattati nell’ambito del diritto della concorrenza. Esaminerà inoltre i modi migliori per contrastare i contenuti illeciti su Internet;
- La definizione degli standard ICT, ovvero la definizione degli standard tecnologici condivisi a livello comunitario. In primo luogo il 5G, il cloud computing, l’Internet of Things e lo spettro
- Rivedere la direttiva sulla trasmissione via satellite e via cavo per verificare se il suo ambito di applicazione debba essere esteso alle trasmissioni radiotelevisive online e per esaminare come aumentare l’accesso transfrontaliero ai servizi radiotelevisivi in Europa.
- La riduzione degli oneri amministrativi che derivano alle imprese dai diversi regimi IVA: affinché anche i venditori di beni materiali verso altri paesi possano trarre vantaggio dal meccanismo elettronico di registrazione e pagamento unici; con una soglia di IVA comune per sostenere le startup più piccole che vendono online.
- L’introduzione di norme intese ad agevolare il commercio elettronico transfrontaliero. Ciò include norme dell’UE armonizzate in materia di contratti e di tutela dei consumatori per gli acquisti online, che si tratti di beni materiali, come calzature o mobili, o di contenuti digitali, come le applicazioni o i libri elettronici. I consumatori beneficerebbero di una più vasta gamma di diritti e di offerte, mentre le imprese venderebbero più facilmente in altri paesi dell’UE. Ne risulterà una maggiore fiducia nell’acquistare e vendere oltre frontiera;
- Rivedere il quadro dei media audiovisivi per adeguarlo al XXI secolo, mettendo in rilievo il ruolo dei diversi operatori del mercato nella promozione delle opere europee (emittenti televisive, fornitori di servizi audiovisivi a richiesta, ecc.). La Commissione esaminerà anche le modalità per adattare la normativa esistente (la direttiva sui servizi di media audiovisivi) ai nuovi modelli commerciali per la distribuzione di contenuti.
Un altro tema sul tavolo dei ministri Ue titolari delle Tlc è la cybersecurity e la proposta di concedere all’agenzia europea Enisa un mandato più forte per coordinare la materia a livello transnazionale. E ancora, un altro dossier controverso è la direttiva ePrivacy, che secondo le telco per quanto riguarda le comunjicazioni elettroniche rischia di sovrapporsi con il nuovo Regolamento Ue sulla data protection che entrerà in vigore a maggio 2018.
Ovviamente, uno dei temi più stringenti è l’action plan del 5G, che prevede la realizzazione di almeno una rete di nuova generazione in ogni stato membro entro 2020.
La maggior parte delle decisioni è stata rimandata al prossimo consiglio che si terrà a dicembre.