Il nostro Paese perde la battuta e viene di fatto relegato ai margini dei rapporti istituzionali tra i grandi paesi dell’Eurozona e la Commissione europea, mentre Francia, Germania e Spagna fanno fronte comune sul digitale, con una missiva inviata ad Andrus Ansip e Gunther Oettinger per riaffermare il sostegno dei tre paesi alla riforma del mercato delle telecomunicazioni.
Nella lettera, firmata da Axelle Lemaire per la Francia, Matthias Machnig per la Germania e Victor Calvo Sotelo per la Spagna (manca dunque la firma dell’omologo italiano Antonello Giacomelli) viene ribadita innanzitutto l’importanza della Strategia europea per il Digital Single Market definita “una pietra miliare per il futuro dell’Europa e un passo essenziale per la competitività della sua economia”.
Se l’obiettivo della strategia è quello di creare le condizioni per lo sviluppo di reti ad alta velocità, sicure, affidabili e a prezzi accessibili e dei collegati servizi digitali, servono però regole “a prova di futuro e tecnologicamente neutrali” perché non ci potrà essere “una rivoluzione digitale senza regole equilibrate e accurate ma flessibili”, scrivono, sottolineando poi che non ci si può fermare all’abolizione del roaming e alla definizione di net neutrality ma bisogna ampliare la portata dell’accordo introducendo “un set di regole che consentano di realizzare il Mercato Unico delle Telecomunicazioni e permettano all’Europa di recuperare la leadership e di offrire a cittadini e imprese i migliori servizi”.
Alla base di tutto questo, secondo i rappresentanti per il digitale di Francia, Spagna e Germania, ci devono essere “gli incentivi adeguati per investire nelle reti di prossima generazione e per facilitare concorrenza e innovazione garantendo che tutti i player che offrono i medesimi servizi siano sottoposti alle stesse regole, rafforzando la protezione dei consumatori attraverso gli adeguati livelli di trasparenza e attraverso la sovranità dei dati e tenendo nella giusta considerazione il principio della sussidiarietà”.
L’Europa – aggiungono – dovrebbe inoltre raddoppiare gli sforzi per raggiungere gli obiettivi di connettività fissati dalla Digital Agenda per l’Europa.
“Per affrontare le sfide del prossimo decennio non basta la revisione della Direttiva sul servizio pubblico universale ma dovrebbe essere considerato un nuovo approccio alle analisi di mercato per incentivare gli investimenti privati nelle infrastrutture a livello locale, nazionale ed europeo e fornire maggiore certezza normativa”. Allo stesso modo dovrebbero essere riviste le norme sugli aiuti di Stato nel settore della banda larga, così da colmare il divario tra le aree urbane e quelle rurali: “Senza una spinta agli investimenti privati e la certezza di un supporto supplementare ‘smart’ da parte del pubblico in caso di fallimento di mercato, non saremo in grado di accelerare lo sviluppo delle NGA e del 4G nei prossimi anni, né di garantire reti a un 1Gb nei prossimi decenni”.
Passando poi al capitolo OTT, i tre paesi sottolineano che la riforma del mercato tlc non può non tenere conto dell’arrivo di questi nuovi player, pur nella necessità di preservare la capacità d’innovazione del mercato. Ecco perché le nuove norme dovranno assicurare “un approccio coerente per la regolamentazione dei servizi equivalenti, soprattutto per quel che riguarda i diritti dei consumatori, l’interoperabilità e gli obblighi di servizio pubblico”.
Alle istituzioni europee, quindi, viene chiesto di porsi come principale obiettivo quello di identificare le riforme e le misure necessarie – ad esempio nell’ambito della gestione dello spettro radio, un tema molto ‘sensibile’ – e, quindi, una volta fatto questo, di “determinare il livello di implementazione più appropriato e il giusto equilibrio dei poteri tra le istituzioni”.
Visto poi che i servizi tlc sono stati inclusi negli accordi di libero scambio come il TTIP i tre Governi incoraggiano la Ue a “condividere con il Telecom Council e la Commissione ITRE della Commissione le proposte dell’Unione europea per quanto riguarda i servizi tlc, in modo da assicurare un tempestivo allineamento di tutte le istituzioni europee”.
Infine, nel ribadire la volontà di collaborare alla riforma delle tlc in corso, viene sottolineato che questa non dovrebbe essere considerata come “un’azione isolata, poiché dovrebbe essere valutata alla luce delle esigenze dell’intero ecosistema digitale, così come dovrebbe essere valutato se alcune delle riforme necessarie siano urgenti e debbano essere implementate rapidamente, mentre per i cambiamenti non si dovrebbe omettere di valutare le migliori soluzioni possibili”.
Detto questo, la Commissione europea viene incoraggiata a rafforzare la cooperazione con le altre istituzioni europee per accelerare la riforma e attuarla nel più breve tempo possibile.