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Digital Service Act, verso il divieto assoluto di pubblicità mirata sui minori

Riconoscimento della pubblicità mirata, informazioni su come le informazioni sugli utenti vengono monetizzate in un codice di condotta e divieto di pubblicità targetizzata su minori. Sono questi alcuni dei punti nodali della proposta sulla pubblicità mirata che il Parlamento Europeo porterà oggi sul tavolo dei negoziati con il Consiglio Ue (trilogo), nel quadro del Digital Service Act (DSA) il pacchetto normativo disegnato per fissare delle regole ai Big Tech.

Trilogo

Nel corso dell’ultimo trilogo la delegazione del Parlamento Ue era stata incaricata di redigere una bozza di accordo sulla pubblicità mirata. Secondo una bozza di cui Policy Europe ha preso visione, che verrà discussa ulteriormente oggi con il Consiglio Ue, l’articolo dovrebbe prevedere che le informazioni presentate in una pubblicità siano riconoscibili anche attraverso contrassegni prominenti. Dovranno essere presenti le informazioni sul committente della pubblicità e sul finanziatore, se diverso. Inoltre dovranno comparire le informazioni significative sui parametri principali utilizzati per determinare il destinatario a cui viene presentato l’annuncio e, ove applicabile, su come modificare tali parametri. “Le informazioni – si legge nella bozza – devono essere direttamente e facilmente accessibili dall’annuncio”. I fornitori di piattaforme online dovranno quindi fornire ai destinatari del servizio una funzionalità per dichiarare se il contenuto che forniscono sia una pubblicità. 

Info su come saranno monetizzati i dati 

La delegazione del Parlamento europeo propone inoltre di trasferire le informazioni su come i dati saranno monetizzati nei codici di condotta delle piattaforme online. In questo quadro troverà l’obbligo per le piattaforme di consentire il rifiuto del trattamento dei propri dati a fini pubblicitari in modo semplice.

Infine, la bozza di accordo che il Parlamento proporrà contiene il divieto assoluto di pubblicità mirata su minori, per le piattaforme di ogni dimensione. Nelle premesse dovrebbe inoltre essere inserita una specifica, secondo cui il trattamento di dati personali che rivelino l’origine razziale o etnica, le opinioni politiche, le convinzioni religiose o filosofiche o l’appartenenza sindacale, nonché i dati relativi alla salute o alla vita sessuale o all’orientamento sessuale di una persona fisica dovrebbe essere conforme all’articolo 9 del regolamento sulla privacy (Gdpr).

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