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Digital Decade Report, un italiano su due privo di competenze digitali. Il report Ue

Italia fanalino di coda in Europa per competenze digitali, con meno della metà della popolazione (46%) che dispone di capacità minime in questo campo. E’ la valutazione sulla digitalizzazione in Italia contenuta nel primo Digital Decade Report della Commissione europea, il rapporto annuale sul raggiungimento degli obiettivi per il 2030 in campo informatico.

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Digital skills, soltanto il 46% degli italiani ha competenze minime

Una carenza che pesa sull’economia e sui livelli di inclusione sociale del paese, su cui pesa anche la scarsezza di aziende che mettono in atto programmi di formazione specifici. Lo stesso discorso vale per la mancanza di laureati specializzati in materie Stem. La media dei laureati in materie Ict è si ferma all’1,5% a fronte di una media Ue del 4,2%. Anche la percentuale di donne specializzate in materie tecnologiche si ferma al 16% a fronte di una media Ue del 18,9%.  

Copertura Vhcn sotto la media Ue

Per quanto riguarda l’obiettivo decennale per la rete fissa ad altissima capacità (VHCN), l’Italia resta ancora al di sotto della media UE (54% delle famiglie contro il 73% nella UE), nonostante un balzo di 10 punti percentuali tra il 2021 e il 2022. Italia ha raggiunto la copertura 5G su tutto il territorio nazionale nel 2021 e ha assegnato il 93% dello spettro armonizzato al 2023. Inoltre, la copertura 5G è stata fornita all’80% delle famiglie sulla banda di spettro 3,4-3,8 GHz. Si tratta tuttavia di 5G non stand alone, l’obiettivo attuale è quello di concentrare gli sforzi sul vero 5G stand alone ancora assente nel nostro paese.  

“L’Italia dispone di un potenziale digitale non sfruttato” e anche se “ha compiuto progressi significativi in termini di infrastrutture”, il Paese “si colloca al di sotto della media dell’Ue per quanto riguarda le competenze e alcuni aspetti della digitalizzazione dei servizi pubblici”.

Italia quart’ultima per uso di Internet

E ancora: l’Italia è quartultima nell’Ue per uso di internet, con circa l’84% della popolazione che si collega almeno una volta a settimana, e il Paese conta meno del 4% di specializzati in materie Ict tra i lavoratori attivi. La carenza di esperti nel settore digitale riguarda in realtà tutta l’Ue, con appena il 4,6% di impiegati in quest’ambito a fronte di un obiettivo per il 2030 pari al 10% della forza lavoro (quindi circa 20 milioni professionisti in tutta l’Ue).

“L’Italia – si legge nel rapporto – dovrebbe intensificare gli sforzi sulle competenze digitali, in particolare nel miglioramento delle competenze e nella riqualificazione della propria forza lavoro” anche per poter “soddisfare le esigenze del mercato del lavoro e migliorare la cooperazione, in particolare con l’industria e la società civile”. 

Sotto la media Ue per la fornitura di servizi pubblici digitali

“L’Italia si colloca al di sotto della media Ue per quanto riguarda la fornitura di servizi pubblici digitali ai cittadini (punteggio di 68 contro 77) e alle imprese (punteggio di 75 contro 84). Nonostante i ritardi accumulati negli ultimi anni, sono stati compiuti maggiori sforzi in relazione a: la disponibilità, l’efficienza e la sicurezza dell’infrastruttura digitale; l’interoperabilità dei dati e delle informazioni tra le amministrazioni pubbliche; l’attuazione del principio ‘una tantum’; l’incremento dell’uso dell’identità digitale; il completamento del sistema di cartelle cliniche elettroniche. Le recenti misure adottate per garantire servizi pubblici più incentrati sull’utente e per migliorare l’accessibilità dei servizi pubblici digitali probabilmente incoraggeranno ulteriormente l’utilizzo dei servizi pubblici digitali da parte dei cittadini”.

Lo scrive la Commissione europea pubblicando il Country Report sull’Italia nell’ambito della prima relazione sullo stato del Decennio digitale.

“L’Italia dovrebbe intensificare gli sforzi per digitalizzare i servizi pubblici. In particolare, dovrebbe accelerare l’attuazione delle misure esistenti e previste”, aggiunge Bruxelles.

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