Genitori e Internet

Digital Crime. ‘Il web è democratico, ma come genitore sono preoccupato’. Intervista a Giovanni Floris

a cura di Paolo Galdieri, Avvocato, Docente di Informatica giuridica, LUISS di Roma |

Intervista al conduttore tv Giovanni Floris sui rischi e i problemi giuridici legati all’uso delle nuove tecnologie.

La criminalità informatica è un tema che da anni occupa i giuristi, gli esperti di sicurezza informatica, le forze dell’ordine, la magistratura, tanti sono i problemi giuridici e tecnici che la stessa pone. Comprendendo tali fenomeni reati nuovi è ovvio che l’argomento finisca per interessare e talvolta incuriosire anche i non addetti ai lavori. Un punto di vista sicuramente stimolante è quello dei professionisti della comunicazione ed è per questo che abbiamo incontrato Giovanni Floris, uno degli anchorman più apprezzati ed amati del mondo dell’informazione televisiva, al quale abbiamo rivolto alcune domande. Ecco cosa ci ha risposto.

La rubrica #DigitalCrime, a cura di Paolo Galdieri, Avvocato e Docente di Informatica giuridica, alla LUISS di Roma, si occupa del cybercrime dal punto di vista normativo e legale.
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Paolo Galdieri. Come mai nei suoi libri vi è sempre spazio per una riflessione sui cambiamenti della società imposti dalle tecnologie dell’informazione?

Giovanni Floris.  Per formazione culturale ho sempre ritenuto che un giornalista debba fornire al pubblico tutti gli elementi utili su quanto accade in modo che ciascuno possa farsi una propria opinione. È evidente che oggi quando si affronta un tema politico, economico, sociale occorre anche fornire informazioni su come ciascuno di questi ambiti sia condizionato dalle nuove tecnologie.

 

 

Paolo Galdieri. Non crede che l’impiego delle tecnologie proprio in ambito politico possa favorire derive demagogiche?

Giovanni Floris.  Potremmo dire che le tecnologie in generale, e la rete ne è la prova lampante, sono per loro natura uno strumento democratico, perché aumentano la possibilità di esprimere la propria opinione. Ma ciò  non impedisce, a chi lo voglia, di sfruttare il proprio carisma per acquisire facili consensi, così come anche proporre disinformazione. Ma in fondo questo è l’inevitabile rovescio della medaglia di qualsiasi forma di progresso.

 

 

Paolo Galdieri. A proposito di rovescio della medaglia della società dell’informazione, cosa pensa delle nuove forme di delinquenza presenti nella rete?

 

Giovanni Floris.  Non essendo un addetto ai lavori posso dire di aver iniziato a riflettere sulle conseguenze negative di un uso distorto delle tecnologie dopo aver visto tanti anni fa il mitico film “Wargame”. Non c’è dubbio che le gesta dei primi hacker di contrasto al potere tecnologico avevano un sapore romantico. I recenti fatti di cronaca, tuttavia, evidenziano una vera e propria delinquenza informatica.

 

 

 Paolo Galdieri. A cosa si riferisce in particolare?

Giovanni Floris.  Come genitore sono preoccupato innanzitutto per il materiale che gira nel web e per le informazioni che possono essere raggiunte dai miei figli. Preoccupante è sicuramente il fenomeno della diffusione di materiale pedopornografico, così come anche il cyber-bullismo e cyber-stalking sempre più diffusi.

 

 

Paolo Galdieri. Quali sono gli accorgimenti che dovrebbero essere presi per arginare la delinquenza informatica?

 

Giovanni Floris.  Non essendo un esperto del settore non ho ovviamente suggerimenti da dare a chi si occupa con competenza di tale ambito. Credo, tuttavia, che qualsiasi soluzione del problema debba essere pensata tenendo presente lo specifico campo d’azione. Quello che sicuramente occorre evitare è scelte che non possano essere recepite come giuste dai cittadini e con le quali si rischierebbe magari di ottenere un pericoloso “effetto boomerang”.

 

Paolo Galdieri. Servono più regole per arginare i rischi connessi a Internet?

Giovanni Floris. Credo che qualsiasi regola non debba essere presentata semplicemente come un divieto, e quindi come un limite all’agire umano, quanto piuttosto come un qualcosa che possa essere ritenuto come giusto e utile per una migliore convivenza civile. Ritengo che qualsiasi soluzione, anche di carattere normativo, debba essere preceduta ed accompagnata da una crescita culturale sull’impiego delle tecnologie. In questa direzione mi pare vada anche l’art. 13 della bozza della “Dichiarazione dei diritti in internet”, ove afferma che “…la dimensione culturale ed educativa di Internet costituisce elemento essenziale per garantire l’effettività del diritto di accesso e della tutela delle persone”. Più conosci le cose, meno sono pericolose. E’ sempre così.

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