Il neopresidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, ha inviato oggi al Primo Ministro Matteo Renzi, visto che siamo nel semestre di presidenza italiana della Ue, la lista dei Commissari designati.
Questo passaggio avviene dopo una lunga serie di incontri che Juncker ha avuto nei giorni scorsi con ognuno dei candidati e alla proposta di nomina, del 30 agosto, dell’Alto rappresentante per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza Federica Mogherini.
Prende quindi forma il nuovo esecutivo europeo mentre e si rafforza l’ipotesi che Juncker intenda istituire una vicepresidenza per il Digitale e l’Innovazione, prevedendo in aggiunta un Commissario per Internet e Cultura, mentre sparirebbe quella della Digital Agenda. Questo trapelerebbe da alcuni documenti. Ovviamente tutto il lavoro è ancora in itinere e, come ben sappiamo, tutto potrebbe cambiare fino all’ultimo minuto.
L’industria chiede un Digital Champion
La decisione di Juncker fa sorgere qualche dubbio visto che l’Agenda digitale era un argomento centrale del suo programma per le elezioni europee quando, con la promessa che sarebbe stato un ‘digital president’, spingeva molto sul Mercato Unito Digitale.
Probabilmente la decisione è stata motivata dalla necessità di dar vita a una vicepresidenza più onnicomprensiva, che vada quindi al di là dell’ormai superata ‘agenda’, per mirare a più larghi e impegnativi obiettivi.
L’altro interessante aspetto è anche quello di prevedere un Commissario per Internet e Cultura, due mercati che vanno sempre più a braccetto e che necessitano urgentemente di nuove regole per poter convivere pacificamente.
La European Internet Services Providers Association (EuroISPA) e altri rappresentanti dell’industria ICT hanno intanto inviato a Juncker una lettera congiunta con la quale chiedono la nomina di un Digital Champion che faccia da garante alla realizzazione degli obiettivi dell’Agenda.
“Una persona – si legge nella lettera – incaricata di innovare la legislazione Ue, che assicuri lungimiranza alla politica europea, e che la renda a prova di futuro e coerente in tutta la Commissione con una serie di ben definiti obiettivi”.
La lettera è stata firmata, tra gli altri, da GSMA, DigitalEurope, Edima, BSA, ETNO, ECTA, CCIA, BSA The Software Alliance e Cable Europe.
Ancora non sappiamo se il vicepresidente per il Digitale e l’Innovazione sarà anche un Digital Champion ma sicuramente sarà il naturale interlocutore dell’industria di settore.
Pare che la scelta ricadrà sulla slovena Alenka Bratuseka occuparsi di Digitale e Innovazione stando alle ultime informazioni circolare, sebbene persistano i rumor che vogliono il digitale affidato al tedesco Günther Oettinger, ex Commissario Ue per l’Energia.
Cultura e Internet, la novità
Altro interessante aspetto è l’eventualità di unire Internet e Cultura che potrebbe avere positive conseguenze sul dibattito europeo riguardante la riforma del diritto d’autore e l’Agenda digitale.
A luglio, la Kroes aveva dichiarato che la riforma del copyright dovrà assicurare un “Mercato Unico Digitale, rimuovendo le barriere che separano gli artisti dal loro pubblico, che impediscono l’innovazione e non permettono le economie di scala”.
La riforma del diritto d’autore è quindi un aspetto centrale per la realizzazione del Digital Single Market. Una riforma nella quale sono impegnati tutti i leader europei, per superare una realtà troppo frammentata e spesso basata su leggi obsolete, come ha sempre ribadito la Kroes.
Anche il Commissario per la Ricerca e l’Innovazione ha un ruolo centrale da svolgere nella politica digitale europea, specie nella concessione di fondi alle nuove startup.
Stando agli ultimi rumor, il nuovo Commissario sarà lo spagnolo Miguel Arias Canete che prenderà il posto dell’irlandese Màire Geoghegan-Quinn.
Se questo organigramma sarà confermato, il nuovo esecutivo darebbe, quindi, più importanza al digitale, spalmando le competenze su più Commissari. Una scelta sensata. Resta da vedere cosa ne pensa l’industria ICT.
Le donne della squadra di Juncker
Dei 28 candidati alla composizione del prossimo collegio di Commissari, 9 sono donne: oltre
all’Alto rappresentante Federica Mogherini, già designata dal Consiglio nella riunione dei capi di Stato e di governo di sabato scorso, ci sono infatti la polacca Elzbieta Benkowska, la slovena Alenka Bratusek, la romena Corina Cretu, la bulgara Kristalina Georgieva, la ceca Vera Jourova, la svedese Cecilia Malmstrom, la belga Marianne Thyssen, la danese Margrethe Vestager. Anche nella precedente Commissione guidata da Josè Manuel Barroso la rappresentanza femminile era pari a un terzo e questa quota minima era stata fissata dal presidente del Parlamento Martin Schulz come condizione necessaria per l’approvazione del prossimo esecutivo da parte di Strasburgo.
L’Iter di nomina
Il Consiglio dell’Ue deve adesso confermare questa lista, come prevede l’articolo 17 paragrafo 7 del Trattato Ue. Successivamente le nomine saranno pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea.
Subito dopo il presidente Juncker annuncerà la distribuzione dei portafogli e illustrerà il programma di lavoro della prossima Commissione Ue.
Come ha precisato la sua portavoce Natasha Berthaud “prima del via libera del Consiglio alla lista non può essere decisa nessuna attribuzione”.
Questo annuncio, informa una nota Ue, sarà fatto con ogni probabilità a metà della prossima settimana.
Nella fase successiva, i Commissari, il presidente, l’Alto rappresentate per gli Affari esteri e la sicurezza e il vicepresidente della Commissione si sottoporranno al voto del Parlamento Ue che sarà preceduto, come prevede l’articolo 118 del Regolamento, dalle audizioni dei Commissari designati dalle commissioni parlamentari competenti. Sulla base del voto dell’Europarlamento, la Commissione sarà poi ufficialmente nominata dal Consiglio europeo, ai sensi dell’articolo 17, paragrafo 7.
Il tutto deve avvenire in tempo per l’entrata in vigore della nuova Commissione il primo novembre prossimo.