Le associazioni di consumatori facenti parte del CNCU avevano chiesto un ulteriore incontro con l’amministratore delegato e direttore generale di Volkswagen Group Italia, Massimo Nordio, per valutare la possibilità di un accordo quadro transattivo a favore di tutti gli automobilisti italiani vittime del cosiddetto Dieselgate, dopo un primo incontro già avvenuto nella sede del CNCU il 21 gennaio. La riunione era prevista per oggi.
Ma la casa automobilistica ha inaspettatamente posto nuove condizioni, inaccettabili ed assurde, per prendere parte all’incontro. Un papiro di 3 pagine, infatti, è giunto alle associazioni di consumatori, obbligate a sottoscriverlo come precondizione per la partecipazione. Un impegno di confidenzialità e riservatezza che vincola al silenzio le associazioni di consumatori per ben 3 anni, “indipendentemente dall’eventuale cessazione per qualsiasi ragione del dialogo con VWGI“, per tutte le informazioni che dovessero emergere nel corso dell’audizione.
Un divieto a “utilizzare quanto esposto, presentato e comunque appreso in quella sede” che non ha come limite nemmeno la tutela del consumatore. Alle associazioni è vietato utilizzare le informazioni anche “in relazione ad azioni giudiziali o per comunicazioni in qualunque modo espresse ad Autorità di regolamentazione o della concorrenza nazionali, estere o sovranazionali o aventi a qualunque titolo competenza per i profili connessi alla tematica delle c.d. presunte alterazioni dei dati sulle emissioni inquinanti“.
Ma la condizione più assurda è che, persino a fronte di un provvedimento della pubblica autorità che ordina all’associazione di fornire le informazioni, l’associazione è obbligata ad informare per iscritto la Volkswagen “in modo tale da consentire a VWGI di adottare appropriate misure precauzionali“.
In ogni caso la rivelazione dovrà essere limitata al minimo richiesto dalla normativa applicabile affinché si possa essere ritenuti adempienti agli obblighi imposti dalla medesima. Come dire, una sorta di richiesta di complicità anche a fronte di eventuali misfatti che dovessero emergere nel corso dell’audizione o in future inchieste giudiziarie.
Unione Nazionale Consumatori, Codacons, Movimento Consumatori e Cittadinanzattiva hanno, quindi, rifiutato di partecipare all’incontro capestro previsto per questa mattina, non accettando diktat che costituirebbero una resa rispetto ai doveri deontologici e statutari di un’associazione di consumatori, oltre che una violazione degli obblighi che derivano dal Codice del consumo, a cominciare da quello di dover tutelare gli interessi collettivi dei consumatori e degli utenti.
Un no ad una richiesta di abiura posta da Volkswagen Group Italia come conditio sine qua non per poter incontrare chi rappresenta i loro clienti e che, quindi, qualifica l’azienda.
Le suddette associazioni, davanti a questo incredibile fallimento di ogni possibile trattativa con la casa automobilistica tedesca, si riservano dunque le più ampie azioni giudiziarie, avanti tutte le sedi più opportune, per la tutela concreta degli automobilisti italiani.