L’annuncio così importante è stato lanciato dalla ‘Cernobbio’ delle start up, da Bisceglie, dove è terminata, ieri, la terza edizione di DigithON, la maratona in cui si sono sfidate 100 start up e ideata da Francesco Boccia (deputato PD). (Ecco la vincitrice EABlock, la startup di Cagliari che protegge i dati delle aziende dagli attacchi informatici grazie alla crittografia e la tecnologia Blockchain).
“Entro dicembre lanceremo un fondo di venture capital, sul modello francese, per investire in startup italiane”, ha detto il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, intervistato al DigithOn da Massimo Giletti. “Noi vogliamo tenere in Italia le idee innovative, per fare in modo che crescano qui e creino qui occupazione per il Paese”, ha aggiunto il ministro.
“In Italia si investe ancora poco in startup”, ha precisato Di Maio, “circa 130 milioni l’anno. L’obiettivo è fare quello che hanno fatto in Francia: creare anche attraverso una banca di investimento pubblica le condizioni affinché le aziende di giovani che fanno innovazione non vengano acquistate da colossi stranieri e vadano all’estero, ma restino in Italia”.
Perché la Francia è un modello, Di Maio lo spiega così: “In Francia hanno creato un fondo pubblico ad alta redditività, poi sono andati dalle casse di previdenza dei professionisti, dalle partecipate, e hanno chiesto un contributo garantendo ritorno nell’investimento. È un patto pubblico privato per il futuro dei giovani e delle idee innovative. Possiamo farlo anche noi, possiamo chiedere alle nostre partecipate di sottoscriverlo. Il nostro obiettivo è fare anche meglio di quanto fatto a Parigi”.
Di Maio ha citato a modello la BPI France, la banca pubblica di investimento, volano della crescita degli investimenti in startup in Francia, passati in cinque anni da un numero di investimenti simile a quello dell’Italia a 3 miliardi circa l’anno. “Lo Stato deve sostenere le imprese”, ha poi concluso Di Maio. “Le aziende francesi hanno alle spalle la banca pubblica degli investimenti nazionale, che finanzia le imprese e consente loro di competere a livello internazionale. C’è un tema di sovranità nazionale, che riguarda anche le imprese. Se non le sappiamo difendere, vanno all’estero e perdiamo posti di lavoro e opportunità”.
Molto probabilmente il fondo sarà inserito nella prossima legge di Bilancio.