Marco Garzoni, pseudonimo di uno studioso di storia dell’America Latina, recensisce lo studio di Eugenia Scarzanella[1] già docente di storia e Istituzioni dell’America latina all’Università degli Studi di Bologna, Isabel e la sua ombra. Dall’Argentina degli anni Trenta all’Italia occupata dai nazisti[2]. L’autrice ricostruisce la figura di un’argentina, Isabel Obligado che si trova impegnata nella guerra partigiana nelle Dolomiti. Figlia dell’alta borghesia e di intellettuali di Buenos Aires, vive tra due mondi, l’Italia e l’Argentina, la Svizzera, la Francia e gli Stati Uniti.
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Isabel de Obligado è una donna che vive tra due mondi: l’Italia e l’Argentina. La sua è una storia di emigrazione, una emigrazione particolare. Nata in Svizzera, nel 1929 conosce a Parigi, dove si è trasferita, un poeta argentino di una ricca famiglia dell’élite. Con lui attraversa l’Atlantico e va a vivere a Buenos Aires. Alla metà degli anni Trenta Isabel, il marito e la figlia tornano in Europa e si stabiliscono in Germania. La coppia si separa nel 1937 e per Isabel inizia una nuova fase della vita. Da Roma si traferisce nell’Alpenvorland, la zona dell’Italia settentrionale occupata dopo l’8 settembre dai tedeschi. Qui Isabel collabora con i partigiani (azionisti e cattolici) e con i militari alleati che operano dietro le linee. È ritenuta agente del servizio di intelligence inglese. Nella Valle di Zoldo (Belluno) riesce a evitare rappresaglie contro la popolazione, ma i partigiani comunisti per i suoi accordi di non belligeranza con i tedeschi la processano e rischia la fucilazione. Dopo la guerra Isabel riattraversa l’Oceano e a Buenos Aires frequenta i nuovi immigrati, i profughi dell’Est Europa, che hanno abbandonato i loro paesi finiti nell’orbita del comunismo sovietico.
A proposito dello studio di Eugenia Scarzanella
Un’argentina nelle Dolomiti
La guerra partigiana del 1943 -1945 nelle Dolomiti aveva al proprio centro protagonisti e ambizioni diverse. I tedeschi pensavano di annettere al Reich la popolazione e i territori che erano stati occupati chiamandoli Alpenvorland.
Gli austriaci erano determinati ad impedirlo. Non meno degli italiani e della Francia e dell’Inghilterra che sul posto avevano delle missioni militari.
In questo gioco di interessi e rivalità diverse il pericolo è il destino stesso delle piccole comunità di montanari. Nella provincia bellunese Pecol, Mareson, Fusine, Forno eccetera, anticipano il confine e possono diventare delle vittime designate, cioè essere oggetto di orribili stragi come quelle avvenute in Emilia Romagna e in Toscana.
A rendersene conto e cercare di risparmiare questo sacrificio di vite umane innocenti è una figura di donna ancora viva nella memoria dei valligiani.
Si tratta di un’argentina, Isabel Obligado. Figlia dell’alta borghesia e di intellettuali di Buenos Aires, vive tra due mondi, l’Italia e l’Argentina, la Svizzera, la Francia e gli Stati Uniti.
Il suo è il mondo dei migranti.
In seguito alla fuga di milioni di persone dall’Europa orientale, il sostegno che darà loro aggraverà l’accusa dei partigiani emiliani di essere un’anti- comunista.
Isabel è ora al centro di una complessa ricostruzione storica da parte di Eugenia Scarzanella, docente di Storia dell’America Latina nel l’università di Bologna.
L’editore cosentino Pellegrini l’ha inserita nella collana di studi Senza confini diretta da Federica Bertagna e Vittorio Cappelli.
Nella Valle Zoldana Isabel stabilisce contatti con i comandanti militari dei diversi Stati coinvolti. Il suo è un lavoro certosino e rischiosissimo di collegamento al solo fine di salvare dalle rappresaglie dei reparti di occupazione tedesca gli abitanti. Si muove con circospezione lasciando credere di essere una spia al servizio ora dei tedeschi ora degli inglesi e dei francesi.
Deve difendersi anche dai sospetti delle bande partigiane. Infatti, dopo il 25 aprile 1945 sarà sottoposta ad un vero e proprio processo da parte dei component il gruppo di comunisti bolognesi che si erano trasferiti nel paesino di Dont e di qui cercavano di esercitare il controllo sull’intera area alpina.
Eugenia Scarzanella è riuscita a fornire una biografia documentata di Isabel avendo a disposizione un materiale bibliografico ed archivistico scarsissimo.
La copia del testo dell’autobiografia che Isabel aveva scritto è andata perduta. Pertanto ha dovuto creare da sé le fonti lavorando con qual che parente e con i diversi compagni, in particolare con un ufficiale della missione americana, che aveva condiviso con lei le lotte per salvaguardare l’indipendenza delle Dolomiti.
Isabel Obligado proveniva da una famiglia di intellettuali dell’Argentina ottocentesca. Erano affascinati e curiosi del mondo.
E’ questo lo spirito cosmopolitico che caratterizza gli abitanti della repubblica sudamericana. L’origine terrateniente non aveva impedito la creazione di rapporti con la Francia (soprattutto Parigi dove il metro ha recato a lungo in una fermata il nome di Obligado) e l’Italia (con epicentro Roma) e gli Stati Uniti.
La storica bolognese segue gli amori, l’attività e gli spostamenti di Isabel che è a suo agio nel mondo diplomatico e dell’emigrazione.
Il saggio fornisce un’interessante panoramica dei cambiamenti, nei gusti e nelle opzioni, avvenuti nell’economia e nella cultura argentina, di cui l’autrice è specialista.
[1] Eugenia Scarzanella ha insegnato Storia e Istituzioni dell’America latina all’Università degli Studi di Bologna. Tra le sue numerose pubblicazioni: Italiani d’Argentina: storie di contadini, industriali e missionari italiani in Argentina, 1850-1912 (1983); Italiani malagente. Immigrazione, criminalità e razzismo in Argentina,1890-1940 (1999); (a cura di), Fascisti in Sud America (2005); Abril. Da Perón a Videla: un editore italiano a Buenos Aires (2013); La Fiat in America latina (1946-2014) (2020)
[2] Cosenza, Pellegrini editore, 2023, 120 p.