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Democrazia Futura. Come è cambiata la rappresentazione della donna nella fiction italiana

Pubblichiamo di seguito il contributo di Silvana Palumbieri, Autore e regista a Rai Teche, realizzatrice di documentari, alla rivista DEMOCRAZIA FUTURA, promossa dal gruppo di “Infocivica 4.0” e diretta da Giampiero Gramaglia, a cui seguirà quotidianamente la pubblicazione di tutti gli altri articoli.

A partire dal 1965 cambia la storia dei personaggi femminili nella thriller fiction italiana. Oggi si può far di donna detective una categoria. E si po’ avviare la ricerca di come la specificità di genere apra nuove strade alle trame della fiction seriale. Un’indagine più precisa deve partire dal percorso diacronico di questo filone nella programmazione Rai.

Il giallo apre con un crimine. Quindi un investigatore, svolge indagini. Con logica e istinto viene a capo dell’enigma, scopre il colpevole e lo assicura alla giustizia. Il 1965 è ancora il tempo in cui per questo compito sociale la televisione italiana esclude il ruolo femminile.

Solo allora sugli schermi appare per la prima volta una donna investigatrice prima sono sempre uomini i protagonisti di queste storie. Sono avvocati, poliziotti, investigatori privati, procuratori della Repubblica, capitani dei carabinieri, profiler, giornalisti. Quindi per le donne questi ruoli, ma accanto figure femminili come affittacamere e professoresse di liceo.

Adesso si può far di donna detective una categoria. E si po’ avviare la ricerca di come la specificità di genere apra nuove strade alle trame della fiction seriale. Un’indagine più precisa deve partire dal percorso diacronico di questo filone nella programmazione Rai.

Bisogna dunque partire dal 1965 con Le avventure di Laura Storm, arriva la prima donna investigatrice della televisione italiana, una giornalista.  Agisce nell’ambiente mondano e quando si imbatte in un delitto sviluppa le indagini con audacia e intuito. Nel clima culturale del tempo il personaggio prende guise maschili, il tranch alla Tenente Sheridan e l’uso delle arti marziali per proteggersi dai malviventi. Laura Storm è un personaggio totalmente italiano, che l’ex-soubrette Lauretta Masiero arricchisce della sua simpatia.

Del 1979 Avatardonna e investigatrice per diletto è La vedova e il piedipiatti, l’inesperto commissario Lombardi, affittuario di una delle sue camere.  Quando lo vede in difficoltà si spinge a far lei le indagini. In foggia di detective amatoriale è dotata di spirito di osservazione, fantasia e buon senso femminile. Vestale dei fornelli, simpatia bolognese, corposità, viso tondo, occhi aguzzi sono doti dell’attrice Ave Ninchi. Si è così formato un duo in cui l’apporto risolutivo della vedova è subordinato al ruolo ufficiale del piedipiatti.

Del 1998 Linda e il brigadiere (RAI 1). Lei è un commissario di polizia che investiga con l’aiuto dall’attempato padre, brigadiere in pensione. Sin dal titolo appare evidente che le donne poliziotto sono sostenute da coprotagonisti maschili. Linda sa gestire situazioni difficili, impartisce ordini, mentre le differenze di genere le accordano modalità e relazioni diverse. Il duo, tra continui battibecchi, disvela l’oscuro del crimine. Linda ha la grazia sensuale dell’attrice Claudia Koll, mentre il padre è Nino Manfredi.

Nel 1998 nella serie televisiva Lui e Lei Giulia Pisano è un commissario della polizia di Roma, a cui da volto Vittoria Belvedere. Armata di intuitività, capacità di percezione, è attratta dai piccoli dettagli che risulteranno significativi. Porta il fardello di un’infanzia da orfana e di una sofferta privazione della maternità. Nei casi di minori con disagio sociale in coppia col marito avvocato si fa coprotagonista.

Il nuovo millennio porta con La squadra la grande novità del gruppo che nelle indagini ha soppiantato il singolo. Nel commissariato di Sant’Andrea, nel quartiere periferico napoletano di Piscinola, le figure femminili danno un contributo essenziali nell’operato della squadra ed hanno le stesse opportunità eroiche degli uomini. E’ una sorta di famiglia del lavoro, ricca di affettività e aiuto reciproco non esente da conflitti per genere e carattere, che si fanno propulsori di queste storie. Cento episodi sono la più lunga serie poliziesca italiana.

Sempre nel 2005 la Rai trasmette Provaci ancora prof! con la professoressa di liceo Camilla Bandini che ha il brio dell’attrice Veronica Pivetti. Il caso fa spesso imbattere in un delitto e quindi si trasforma di volta in volta in detective amatoriale. Curiosa, perspicace, fabbrica il no all’andamento delle indagini ufficiali e fa emergere le verità dell’intrigo criminale.

Nel 2008 l’eroina Donna detective è l’ispettore capo della Polizia di Stato (vivo” Sono Lisa Milani!”) interpretato da Lucrezia Lante della Rovere. Chiamata a Roma per la sua grande abilità nel condurre indagini, è una donna energica e dinamica, capace di capire la psicologia e interpretare segni E quando è in azione impugna con coraggio la pistola. Sui piatti della propria bilancia esistenziale tiene in equilibrio il lavoro, in cui deve risolvere gli enigmi criminali, e i problemi della vita. 

In Non uccidere del 2015 Valeria Ferro ha il volto di Miriam Leone è l’ispettore della Squadra omicidi della Mobile di Torino. La riguardano casi di crimini familiari o commessi in comunità chiuse. Le indagini di Polizia e la vita privata si congiungono. Porta il fardello della propria storia familiare la madre è stata condannata per l’omicidio del padre e lei era ancora bambina. Adesso è venuto il tempo di capire, di indagare.

Del 2016 L’allieva dell’Istituto di medicina legale all’Università di Roma è Alice Allevi, l’attrice Alessandra Mastronardi, Quando è convocata dal primario per autopsie che riguardano morti sospette è abile a dar evidenza a elementi trascurati che risulteranno decisivi. Apre piste inesplorate che portano al colpevole. Primario e commissario, titolari dell’indagine, cercano di limitarne le estensioni. Ma lei, l’investigatore amatoriale distratta e maldestra, sa far apprezzare gli esiti della   propria perspicacia e sensibilità.

Un altro poliziesco corale è I bastardi di Pizzofalcone del 2017, gruppo che opera nello stanzone del commissariato di un difficile quartiere di Napoli. Assieme poliziotti e donne in divisa: come il vicequestore Domenica Calabrese ed Elisabetta di Nardo, pronta a usare la pistola.

Guida le indagini Laura Piras, un pubblico ministero decisa e completamente votata al lavoro che agisce per legge in coppia col commissario Lojacono.  Queste tre donne sopportano penosi fardelli. Domenica un figlio autistico da aiutare, Laura un incancellabile lutto amoroso. Elisabetta la rottura del rapporto con i genitori per la sua scelta d’amore omosessuale.

Del 2018 Il capitano Maria Guerra interpretata da Vanessa Incontrada, è un capitano dei carabinieri, paziente ed empatica, sensibile ed energica, ha grande fermezza nell’investigare. Preoccupata per i figli che vuol tutelare da amicizie pericolose lascia Roma per Trani, sua città d’origine in Puglia. Proprio lì ha perso il marito, un magistrato ucciso davanti agli occhi della figlia maggiore. Il Capitano Maria è convinta che la morte del marito nasconda qualcosa di spaventoso e vuole andare fino in fondo. Dovrà affrontare una crudele organizzazione criminale, col costante pericolo per la vita dei propri figli.

Del 2019 Imma Tatarianni “scomoda come a volte la verità e ostinata come una pianta che cresce tra i sassi” è il Sostituto procuratore della repubblica di Matera. Dotata di una memoria prodigiosa con dedizione assoluta e padronanza svolge le indagini in prima persona.  Nella vita domestica il marito lascia a lei le decisioni, in procura il capo si rassegna alle sue scelte anticonvenzionali. Incorruttibilità e determinazione vengono arricchite dalla dolcezza e ironia dell’attrice Vanessa Scalera.

Per portar aiuto alla sorella squilibrata e con un figlio da seguire l’ispettrice di polizia Eva Catini si è fatta trasferire nella questura di Lagonegro. E’ un paesino della Basilicata situato accanto a un lago sul cui fondo viene trovata assassinata una modella Bella da morire nella minifiction del 2020. L’ispettrice si è sempre occupata di femminicidi e adesso mette in campo la propria intelligenza emotiva. Ha un carattere ruvido aggressivo, rigido. E’ ideologica nel diffidare dei maschi, ma per i tratti angelici dell’attrice Cristiana Capotondi anche fragili e fallibili. In muliebre solidarietà con una Pubblico Ministero e una anatomopatologa forma un trio che vuole scoprire chi ha ucciso la bella modella e affermare la dignità di donna.

Sembra il giusto momento per avanzare queste considerazioni nella stagione in cui vengono trasmesse in prima serata due di queste fiction, L’allieva 2 su RAIDUE, Imma Tatarianni-sostituto procuratore su RAIUNO e inoltre si apre nelle sale del Museo di Roma in Trastevere la Mostra itinerante Rai “SulleTracceDelCrimine”. Viaggio nel giallo e nero.

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