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Democrazia Futura. Al villaggio di pescatori di Fregene in una giornata di fine estate

Claudio Sestieri

Prosegue Un certain regard,  la rubrica trimestrale curata per Democrazia futura da Claudio Sestieri e destinata ad immortalare con alcune istantanee i cambi di stagione non solo nel mondo esterno ma anche dentro la nostra psiche.

Nazim Hikmet (1902-1963)

Questa volta il regista e scrittore romano propone otto istantanee scattate Al villaggio di pescatori di Fregene in una giornata di fine estate,  precedute da Fratello mare, una bellissima poesia di Nazim Hikmet, drammaturgo cosmopolita turco naturalizzato polacco per il quale il mare assume un valore universale, rivestendo per i suoi lettori – e di converso anche per chi osserva queste fotografie – un grande valore emotivo.

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Fratello mare                                            

Ed ecco ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare
mi porto un po’ della tua ghiaia
un po’ del tuo sale azzurro
un po’ della tua infinità
e un pochino della tua luce
e della tua infelicità.
Ci hai saputo dir molte cose
sul tuo destino di mare
eccoci con un po’ più di speranza
eccoci con un po’ più di saggezza,
e ce ne andiamo come siamo venuti,
arrivederci fratello mare.

Chi negli anni Cinquanta arrivava a Fregene, si trovava una sbarra all’ingresso e doveva pagare un piccolo pedaggio. Ostia era la spiaggia di Tutti, quanto la spiaggia di Roma Nord era invece per pochi.

Basterebbe confrontare i bagni di folla di “Domenica d’agosto” (1950) di Luciano Emmer con la pineta rigogliosa e solitaria in cui Federico Fellini girò “Lo sceicco bianco” (1952), il suo primo lungometraggio.

Tuttavia i frequentatori di Fregene non erano solo borghesi ma anche intellettuali e artisti, in particolare scrittori, giornalisti, pittori e cineasti che scelsero la parte nord della spiaggia, quella dove i casotti dei pescatori furono progressivamente trasformati in casette più che abitabili e dove fiorirono ristoranti mitici come Mastino e Salvatore.

Oggi ovviamente tutto è cambiato anche lì, nell’ex villaggio dei pescatori sono stati aperti molti nuovi stabilimenti trendy che sono diventati per i ragazzi di Roma Nord il regno degli aperitivi e, sulla scia dei riti di Ibiza e Formentera, degli addii al sole che finisce per nascondersi nel mare.

Tuttavia in qualche stabilimento sopravvive ancora l’atmosfera di pace, silenzio e magia che aveva reso così particolare quel luogo.

La poesia di Nazim Hikmet si rivolge a “fratello mare” che, per questo poeta scrittore e drammaturgo turco naturalizzato polacco, assume un valore universale, rivestendo per i suoi lettori un grande valore emotivo.

Foto 1.  Fine stagione
Foto 2.   Le parole e il rumore del mare

Foto 3.  Nessuno più da salvare 
Foto 4 La luce del Tirreno
Foto 5. Alla prossima stagione
Foto 6. L’ultimo castello di sabbia
Foto  7.   La grazia è solitaria

Foto 8. Arrivederci fratello mare …
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