Lo stallo del settore delle Tlc è sotto gli occhi di tutti. A bloccare il settore l’attesa della nomina del nuovo collegio dell’Agcom (in regime di proroga fino al 31 dicembre) e la mancata assegnazione delle deleghe alle Tlc al Mise. La mancata assegnazione delle deleghe ai sottosegretari al Mise sta di fatto bloccando da un mese e più la piena attività del Ministero di Via Veneto e del nostro paese in materia di Tlc, Comunicazioni e tecnologie annesse e connesse (blockchain, Intelligenza artificiale, smart city, startup ecc). Il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, al momento, sembra avere le mani legate.
E dire che di temi delicati da seguire per la industry delle Tlc ce ne sarebbero diversi, a partire ad esempio dal rollout del 5G (che va a rilento, per la mancanza di uniformità regolamentare nei singoli comuni italiani nel rilascio dei permessi), passando per l’implementazione del piano nazionale banda ultralarga (che fine hanno fatto i voucher per le aree grigie?) e la migrazione dei broadcaster dalla banda 700 (il tavolo 4.0 che fine ha fatto?).
La recente visita del Segretario di Stato Usa Mike Pompeo a Roma, che ha visto nella sicurezza delle reti 5G un argomento centrale del dialogo Italia-Usa senza, si è svolto senza il supporto tecnico-politico di un sottosegretario con delega alle Tlc, prova plastica dell’impasse in cui ci troviamo al momento e nel quale si rischia di restare fino alla nomina del nuovo collegio dell’Agcom.
Fra meno di tre settimane ci sarà poi in Egitto la conferenza mondiale dell’Onu sulle politiche globali per l’uso dello spettro radio (WRC-19), organizzato ogni 4 anni dall’ITU, dove il nostro paese è chiamato a partecipare per dire la sua e difendere nello scacchiere mondiale i propri interessi in materia di utilizzo futuro e standard delle frequenze, in particolare sul 5G.
Insomma, il tempo stringe. Le deleghe al Mise servono.
Ma cos’è che ne blocca l’assegnazione?
A quanto pare, dietro le quinte si starebbe svolgendo un duro braccio di ferro fra alleati di Governo, 5 Stelle da un lato e Pd dall’altro, al centro del quale ci sarebbe la designazione del candidato presidente per l’Agcom. Risolto quel nodo, si scioglierebbero a cascata anche i blocchi legati alle deleghe del Mise e così il ministro Patuanelli potrebbe (finalmente) prendere effettivamente le redini del ministero su tutti i fronti. Insomma, i 5 Stelle da un lato non sono d’accordo con il Pd sul presidente Agcom, dall’altro hanno paura di rompere con gli alleati per timore di perdere le deleghe.