DeepSeek mette in ombra ChatGPT, è la bolla di OpenAI?
La startup cinese DeepSeek ha scosso il panorama tecnologico globale con il lancio questo mese del suo chatbot AI, opensource e gratuito, ora al primo posto nell’App Store iOS statunitense, superando OpenAI e il suo celebre ChatGPT.
La piattaforma di DeepSeek, alimentata dal large language model (LLM) R1, ha attirato l’attenzione internazionale grazie a un costo di sviluppo straordinariamente basso: meno di 6 milioni di dollari in soli due mesi, facendo leva sui chip a capacità ridotta di Nvidia (H800).
Il modello R1, entrato nella Top5 nella Chatbot Arena di UC Berkeley, sta dimostrando di poter superare le migliori soluzioni attualmente in circolazione ed è oggi il modello open-source più performante.
A quanto pare, il modello cinese ha superato in accuratezza Llama 3.1 di Meta, GPT-4o di OpenAI e Claude Sonnet 3.5 di Anthropic, dalla risoluzione di problemi complessi alla matematica e alla codifica.
DeepSeek, startup nata nel 2023 da un hedge fund cinese chiamato High-Flyer Quant, ad opera dell’imprenditore Liang Wenfeng, ha integrato il modello R1 nelle versioni web e app del suo chatbot, offrendo un servizio gratuito e illimitato. In confronto, OpenAI addebita fino a 200 dollari al mese per l’accesso illimitato ai suoi modelli della serie o1 (o 20 dollari al mese per l’accesso limitato).
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La notizia ha avuto un impatto immediato sui mercati. Nvidia ha registrato un calo del 14% nel pre-market trading, trascinando con sé altre azioni tecnologiche come ASML (-7%) e Broadcom (-12%). Secondo gli analisti di Wedbush, DeepSeek è percepita come “una minaccia per la leadership tecnologica degli Stati Uniti“.
La svendita ha fatto scendere l’indice Nasdaq, fortemente orientato alla tecnologia, nel pre-mercato, con i futures in calo di quasi il 4%.
Charu Chanana, stratega di Saxo, ha spiegato: “Con le valutazioni ai massimi storici, anche le più piccole perturbazioni, come può essere DeepSeek, che dimostra di poter costruire AI avanzata senza chip di punta, potrebbero pesare fortemente sui prezzi delle azioni“.
Nonostante queste preoccupazioni, gli analisti di Wedbush ritengono che l’ecosistema e l’infrastruttura americani siano ancora superiori: “Mentre il modello è impressionante, la realtà è che le magnifiche sette americane o Mag 7, come Nvidia, Microsoft, Apple, Meta, Amazon, Tesla e Alphabet ,sono focalizzate sull’obiettivo dell’AGI, l’intelligenza artificiale generale, che rimane fuori portata per DeepSeek e la stessa Cina“. Almeno per ora.
Il calo è stato causato da una svendita iniziata di titoli legati all’AI in Asia, con il gruppo giapponese SoftBank in calo dell’8,3%, e proseguita in Europa, dove ASML è scesa del 7,6%.
Questo, secondo Brian Jacobsen, economista capo di Annex Wealth Management, potrebbe significare molte cose: “una minore domanda di chip, una minore necessità di un massiccio ampliamento della produzione di energia per alimentare i modelli e una minore necessità di data center su larga scala. Tuttavia, potrebbe anche significare che l’IA diventa più accessibile e aiuta ad avviare lo sviluppo di un’ampia gamma di applicazioni utili“.
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DeepSeek, che ha superato ChatGPT anche nell’App Store cinese, lasciando indieto Doubao di ByteDance e Kimi di Moonshot AI, ha temporaneamente sospeso i suoi servizi a causa dell’incremento improvviso di utenti, dimostrando il potenziale del modello R1. Questo sviluppo, però, non è solo un successo tecnologico: è un segnale della crescente competitività della Cina nel settore dell’intelligenza artificiale.
Il problema è che se questo modello riuscirà ad imporsi, in qualche modo, l’intera strategia messa a punto da Washington per invalidare gli sforzi di Pechino di crescere nel settore dell’AI andrebbe in fumo. La precedente amministrazione guidata da Joe Biden aveva messo alle corde la Cina impendendogli di importare chip di nuova generazione, sia dagli USA, sia dai suoi alleati occidentali, proprio per rallentare lo sviluppo dei suoi modelli di intelligenza artificiale.
A quanto pare bastano anche chip meno sviluppati o di seconda fascia per raggiungere grandi risultati e qui non c’è nessuno stop alle esportazioni verso la Cina.
E se altre aziende seguissero l’esempio di DeepSeek o addirittura abbandonassero progressivamente Nvidia per altri fornitori di chip, anche di livello inferiore ma egualmente efficienti? Le reazioni del mercato, forse, ci stanno dicendo proprio questo: anche la minima possibilità di un’alternativa al predominio americano e dei suoi alleati potrebbe cambiare la storia dell’AI e delle relazioni internazionali, che su questo paradigma si sono sviluppate negli ultimi anni.