Chi cura questa rubrica dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult per il quotidiano “Key4biz” è sempre molto attento a tenere separate (finanche isolate) le proprie attività di ricercatore specializzato e quelle di giornalista investigativo: nella prima veste, aveva ricevuto ormai da diversi giorni la misteriosa bozza del tanto atteso “decreto Tax Credit”, ma, avendola acquisita con una consegna “fyeo” (“solo per i tuoi occhi”) ovvero più che “strictly confidential”, si era ben guardato dal non rispettare l’impegno fiduciario; nella seconda veste, di giornalista e cronista, ha oggi (lunedì 20 maggio 2024) ricevuto da più fonti esattamente lo stesso file, e, a questo punto, dato che il documento circola in alcune chat sui “social” di operatori del settore ed anche negli uffici legislativi dei gruppi parlamentari – senza consegna alcuna di riservatezza – ritiene che possa essere pubblicato.
Anzi, l’IsICult ritiene che debba essere pubblicato.
Prima diviene di pubblico dominio, ed oggetto di pubblico confronto, meglio è.
Anzi, riteniamo andasse reso pubblico, in bozza, prima che il Ministero della Cultura lo trasmettesse al Ministero dell’Economia e Finanze.
Non è infatti un documento coperto dal segreto di Stato, ma un atto che avrà ricadute importantissime in tutta la socio-economia del settore.
E la gestazione di questo documento non s’è caratterizzata per adeguata trasparenza e per condivisione con la comunità degli operatori del settore.
Si tratta quindi di una “esclusiva” ovvero – meglio – di una “anteprima” IsICult per “Key4biz”, che mettiamo in atto anche perché crediamo che la gestazione di questi documenti dovrebbe essere gestita meglio.
Clicca qui per la bozza di Decreto del Ministero della Cultura d’intesa con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, “Disposizioni applicative in materia di credito di imposta per le imprese di produzione cinematografica e audiovisiva di cui all’articolo 15 della legge 14 novembre 2016, n. 220” (alias il cosiddetto nuovo “Decreto Tax Credit”), versione 15 maggio 2024.
Questi documenti dovrebbero avere una gestazione pubblica e condivisa e non cadere dall’alto…
Tante volte, anche su queste colonne, abbiamo sostenuto che i processi decisionali dell’autorità politica che portano a questi testi dovrebbero essere oggetto di riunioni pubbliche, ed invece la Sottosegretaria delegata, la senatrice leghista Lucia Borgonzoni, da un anno quasi, ha sempre convocato incontri a porte chiuse, ed anche recentemente (in un incontro al Collegio Romano, il 29 aprile scorso) ha convocato i rappresentanti di molte associazioni del settore senza consegnare loro alcun documento, ma annunciando che stava per essere trasmesso al Mef…
Mai è stata promossa, a partire da una bozza di lavoro, una riunione pubblica, un convegno aperto a tutti, una occasione di incontro e confronto dialettico sulla riforma del “Tax Credit” e della Legge Franceschini
Stessa infausta sorte che ha subito un altro atto ben importante, il “riparto” dei 696 milioni di euro del Fondo Cinema e Audiovisivo, che è stato sottoposto all’approvazione del Consiglio Superiore del Cinema e Audiovisivo (presieduto dall’avvocatessa Francesca Assumma) nella sua prima riunione del 3 aprile 2024, che è stato mantenuto “secretato” fino alla pubblicazione sul sito web del Ministero sabato scorso 11 maggio (e poi curiosamente soltanto tre giorni dopo, il 14 maggio, sul sito della Direzione Generale guidata da Nicola Borrelli)… Anche in occasione della seconda riunione del Consiglio Superiore del Cinema e dell’Audiovisivo (che si è tenuta il 14 maggio) non risulta che “gli uffici” abbiano consegnato il testo in bozza del decreto “Tax Credit”, e quindi il Csca non si è ancora potuto esprimere: paradossale!
Anche il “riparto” meritava essere condiviso con gli operatori del settore, ed invece è caduto “dall’alto”, a seguito di autocratica decisione della Sottosegretaria: tra l’altro, ci si domanda come possa il Ministero aver “ripartito” le quote del Fondo, senza che i decreti relativi alle singole aree di intervento fossero pre-definiti.
Soltanto da pochi giorni (sabato scorso 11 maggio), è emersa infatti la bozza del decreto che dovrà riguardare la gran parte dell’intervento pubblico.
Si segnala che, secondo il “riparto” 2024 ben 413 milioni di euro del totale di 696 milioni di euro del Fondo Cinema e Audiovisivo andranno giustappunto ad alimentare il “riformato” meccanismo del “Tax Credit”.
Ancora una volta, si teme che si stia governando… nasometricamente
La bozza del decreto interministeriale che sta circolando oggi ovviamente non reca ancora la firma dei due ministri, ovvero di Gennaro Sangiuliano e Giancarlo Giorgetti.
È quindi verosimilmente un testo sul quale gli operatori del settore hanno ancora chance di intervenire.
Il testo conferma quel che la stessa Sottosegretaria aveva anticipato al quotidiano romano “Il Messaggero” in una lunga intervista concessa venerdì scorso 17 maggio 2024 ad Ilaria Ravarino, che noi stessi avevamo commentato nel nostro intervento di venerdì stesso su queste colonne: vedi “Key4biz” del 17 maggio 2024, “Ritardi su ritardi, tra Rai e cinema: tutto rimandato al post-elezioni europee”.
35 articoli, 52 pagine, per gestire i 412 milioni del Tax Credit: una macchina potente che corre il rischio di fermarsi nel traffico (umano) di Via Condotti?
Sembra evidente che la misteriosa bozza fosse stata consegnata, già venerdì scorso, alla giornalista (che citava anche il lungo testo, 35 articoli per ben 52 pagina), e ci si domanda perché la Sottosegretaria abbia adottato questa modalità comunicativa… e relazionale, con la comunità degli operatori del settore.
Qualche giorno prima, martedì 14, la stessa Sottosegretaria aveva anticipato qualcosa ad Andrea Biondi, sulle colonne del quotidiano confindustriale “Il Sole 24 Ore”. Borgonzoni dichiarava, col suo solito ottimismo: “credo che abbiamo fatto un grandissimo lavoro. Necessario per correggere le varie storture del meccanismo. Ridisegnerà in positivo un sistema cinema che è sano”.
Che il Ministero abbia fatto “un grandissimo lavoro” è giudizio che sarebbe bene lasciare agli operatori del settore: sarà interessante osservare le reazioni delle varie associazioni, nei prossimi giorni.
Il documento che pubblichiamo in anteprima reca la data del 15 maggio 2024 (mercoledì della scorsa settimana), e, tra le “proprietà” del file, emerge (come “autore”) il nome di Anna Crevaroli, dirigente del Ministero della Cultura che lavora nello staff del Capo di Gabinetto Francesco Gilioli.
Si ha ragione di ritenere che, quindi, fatte salve operazioni rientranti tra le “fake news”, dovrebbe trattarsi di un documento attendibile.
Per un primo commento, si rimanda all’analisi curata da Cristiano Bolla sulla testata specializzata “Box Office” (gruppo eduesse), prendendo spunto dalle anticipazioni a “Il Sole 24 Ore”: vedi “Tax Credit, pronte le nuove regole per cinema e audiovisivo: cosa cambia. Il nuovo decreto ministeriale arriverà a giorni sul tavolo del Mef e del Mimit: tante le novità, anche su intelligenza artificiale e costo del lavoro”.
Ci sarà molto da scrivere…
Ci si consenta una metafora: a naso, ci sembra che sia stata messa in moto (stia per essere messa in moto) una macchina molto potente, ma che corre il rischio di bloccarsi nel traffico di via Condotti…
Quanto prima torneremo sull’argomento, con adeguate analisi e commenti.
Quel che qui desideriamo anticipare è che si tratta di un intervento molto complesso, piuttosto complicato, che prevede una serie di meccanismi che temiamo richiedano molto tempo prima di poter divenire operativi.
Ricordiamo che a gennaio lo stesso Ministero aveva messo in atto una procedura cosiddetta “ricognitiva” ed erano pervenute oltre 1.100 istanze.
Questo decreto – ha annunciato la stessa Sottosegretaria – dovrebbe essere formalmente perfezionato “entro l’estate” (così dichiarava, speranzosa, Borgonzoni venerdì scorso).
Scrivevamo venerdì, e qui riproponiamo le nostre tesi… La previsione della Sottosegretaria non è comunque confortante: “si spera entro l’estate”, significa che le migliaia di proposte che sono emerse dalla “ricognizione” effettuata dal Ministero ad inizio anno restano in “stand-by” e tali resteranno per mesi ancora. Soltanto i produttori più grossi rischiano di procedere comunque nelle loro intraprese, in uno scenario così incerto e confuso. “Si spera entro l’estate” significa mantenere tutto il sistema ancora paralizzato per mesi. L’articolo di Ilaria Ravarino è ben titolato: “Mai più film invisibili: così cambia il cinema”.
Ancora una volta, un quesito sorge naturale: ma la Sottosegretaria leghista non poteva rendersi conto prima, di questa deriva che il sistema ha registrato nel corso del tempo, osservando che in questi anni sono stati prodotti centinaia di titoli veramente “invisibili”?
Anno dopo anno, tutto “il sistema” è stato drogato dalla incontrollata manna statale, ed ora rischia veramente il “crash” per crisi di astinenza…
Perché fino ad un anno fa, invece, prima dell’intervento del “suo” Ministro (è stato Gennaro Sangiuliano ad imporre le correzioni di rotta alla Legge Franceschini), sembrava tutto andasse bene, anzi… meravigliosamente?
Clicca qui per la bozza di Decreto del Ministero della Cultura d’intesa con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, “Disposizioni applicative in materia di credito di imposta per le imprese di produzione cinematografica e audiovisiva di cui all’articolo 15 della legge 14 novembre 2016, n. 220” (alias il cosiddetto nuovo “Decreto Tax Credit”), versione 15 maggio 2024.
[ Note: questo articolo è stato redatto senza avvalersi di strumenti di “intelligenza artificiale. ]
(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz”.