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DdL Spazio, l’altro articolo clou è il 26. Sassano: ‘Musk è a caccia di spettro, ma non c’è solo lui’  

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Per Antonio Sassano, già presidente della FUB e fra i massimi esperti di frequenze, l’articolo 26 del Ddl Spazio sullo spettro da assegnare alla tecnologia satellitare è il vero nodo centrale della bozza di legge italiana sulla space economy. Molto più del tanto dibattuto articolo 25 che riguarda l’assegnazione di capacità trasmissiva al satellite per motivi di Difesa. Oggi il Ddl Spazio arriva in Aula alla Camera.

La tesi di Antonio Sassano: il vero nodo del Ddl Spazio è l’articolo 26 sullo spettro per il satellite (alias Starlink)

L’articolo 26 del Ddl Spazio, molto più del tanto dibattuto articolo 25 che riguarda l’assegnazione di capacità trasmissiva al satellite per motivi di Difesa, è il vero nodo centrale della bozza di legge italiana sulla space economy. E l’articolo 26 riguarda lo spettro radio da assegnare al satellite, e più in concreto a Starlink. C’è da dire che nuove bande di spettro al satellite non sono ancora state assegnate e che quindi l’occupazione sperimentale di queste risorse spettrali a un operatore (Starlink?) rappresenta comunque un vantaggio competitivo non indifferente, in vista di una futura regolazione normativa. Questa la tesi del Professor Antonio Sassano, già presidente della Fondazione Ugo Bordoni e fra i maggiori esperti di frequenze radio in Italia, che sull’argomento ha già rilasciato un’intervista a Key4biz

Un dibattito molto caldo che entra nel vivo con lo sbarco del Ddl Spazio in Aula oggi alla Camera per l’avvio della discussione.

Sperimentazione di spettro fino al 2027

Intervista che parte da una premessa chiara: la sperimentazione dello spazio elettromagnetico per il satellite è prevista dalla Conferenza Mondiale ITU WRC23 di Dubai. Si tratta di un tema di carattere globale, che potrebbe interessare ad Elon Musk molto di più del trasporto delle nostre trasmissioni militari, relative all’articolo 25 che tante polemiche ha sollevato nel nostro paese, tanto da richiedere un intervento diretto del presidente del Consiglio Giorgia Meloni lo scorso 9 gennaio.

Ma forse non tutti sanno che la corsa allo spettro radio da parte di Starlink negli Usa è già partita da tempo, con particolare interesse di Elon Musk per la Banda E. Una banda che però è contesa con altri player satellitari e piattaforme a orbita alta come ad esempio Airbus.

Miti da sfatare su Starlink

Non è vero che Starlink serve soltanto a coprire le case sparse, dove la fibra non arriva. Non è vero che i satelliti di Musk sono semplicemente complementari alle reti fisse. E soprattutto non è vero che non sono in concorrenza con le Telco. E’ quanto emerge dalla presentazione di Sassano ad un evento organizzato a Roma da I-Com. Altre “false credenze” su Starlink, secondo Sassano, sono che Starlink non abbia concorrenza fino al 2035 (non è così, i competitor ci sono eccome). Che IRIS2, Kuiper e Guowang e gli altri non arriveranno presto (alcuni competitor sono già presenti sul mercato, in particolare gli operatori geostazionari in orbita alta). l mercato dei servizi LEO non è tutto suo.

Starlink è in concorrenza con le Telco

E quindi, in realtà Starlink è in concorrenza con le Telco (e le FWA) per servire i cosiddetti Verticals del 5G/6G. 

La costellazione di Elon Musk è una rete satellitare NTN (Non Terrestrial Network – 3GPP) come gli operatori satellitari ad alta quota, che si chiamano in gergo tecnico HAPS (Piattaforme d’Alta Quota), e quindi Musk è in concorrenza con altre NTN in orbita geostazionaria già sul mercato.   

Il ruolo centrale dell’Articolo 26

E soprattutto Starlink ha bisogno di spettro libero (Banda E). Ed è per questo che l’Articolo 26 del DDL Spazio è davvero centrale, molto più dell’articolo 25 comunemente considerato più rilevante in chiave pro-Musk. Ma non è così, perché l’articolo 26 dà il via libera in Italia all’avvio di sperimentazioni sull’uso dello Spettro Elettromagnetico da destinare al satellite.  

Banda E preziosa e vuota

Il Professor Sassano individua nella Banda E la porzione di spettro papabile per il satellite. Ma servirà una regolazione a livello internazionale, in sede ITU, per dare il via libera. Se ne riparlerà, però, non prima del 2027, in occasione della prossima WRC conferenza mondiale sullo spettro che si potrebbe tenere in Cina (il paese ospitante non è ancora stato definito).  C’è da dire a questo proposito che già nel 2023, in occasione della WRC di Dubai, ci fu un duro scontro fra operatori satellitari geostazionari incumbent GEO, che operano in orbita alta, e operatori LEO (in prima linea Starlink) sull’uso dello spettro. La convivenza fra questi due tipi di operatori è rimandata alla prossima conferenza mondiale del 2027.

Anche le piattaforme ad alta quota interessate alla Banda E

Ma Starlink non è l’unico player sul mercato. Al contrario, esistono già diversi operatori in orbita alta HAPS (High Altitude Platforms), che nell’era dei droni operano nella stratosfera (~20 km), fornendo connettività a banda larga per aree remote. Possono funzionare in collaborazione con reti satellitari e terrestri e fra questi ci sono player europei come Airbus Zephyr il cui utilizzo in ambito di Difesa non va sottovalutato per comunicazioni via drone e non per semplice backup satellitare.

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