Sono complessivamente 257 gli emendamenti presentati al disegno di legge sull’economia dello spazio, all’esame della commissione Industria del Senato e approvato dalla Camera lo scorso 6 marzo. Alle 12 è scaduto il termine per proporli: 33 sono di maggioranza, il resto delle opposizioni. In particolare, secondo fonti parlamentari, 32 sono stati presentati da Forza Italia, nessuno dalla Lega (e due ordini del giorno) e uno da Fratelli d’Italia (sui risarcimenti danni derivanti dall’attività spaziale “cagionato dall’operatore”).
Articolo 25 contestato
Il ddl disciplina la regolamentazione e lo sviluppo dell’economia dello spazio. Per la maggioranza, colma un vuoto normativo e consentirà agli investitori privati di entrare in un mercato che attualmente non ha regole. Contrarie le opposizioni che contestano in particolare, l’articolo 25 sulla capacità di riserva delle comunicazioni su cui – denuncia il centrosinistra – il governo aprirebbe le porte a Starlink, il progetto di connessioni satellitari di Elon Musk. Il M5s aveva chiesto di sentire anche Musk, in audizione, oltre ai ministri della Difesa, Crosetto, e delle Finanze, Giorgetti.
Chiesto tra l’altro di sopprimere l’articolo 25 e di inserire le comunicazioni sottomarine accanto a quelle satellitari vengano considerate anche quelle sottomarine.
In genere, la richiesta delle opposizioni è di privilegiare esplicitamente i soggetti ue rispetto a quelli dell’Alleanza Atlantica.
Nicita e Basso (PD): far pagare di più frequenze satellitari a soggetti extra Ue
Tra gli emendamenti del Pd, una proposta all’articolo 26 a firma Antonio Nicita e Lorenzo Basso punta ad aumentare l’onere economico che operatori satellitari extra Ue (ad esempio Starlink di Elon Musk e Kuiper di Amazon) sono tenuti a versare per le frequenze.
A.S. 1415
Emendamento
Art. 26
Al comma 2, aggiungere in fine le seguenti parole: << D’intesa con l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, il Ministero dell’impresa e del made in Italy definisce, entro sessanta giorni dall’approvazione della Legge, i criteri per l’adeguata valorizzazione delle frequenze utilizzate per le comunicazioni satellitari a bassa orbita terrestre da parte di soggetti extra-UE che le impieghino anche per usi commerciali, assicurando accesso concorrenziale e tenendo conto del rischio di danni riconducibili alla congestione, alla collisione e ad ogni altra attività di gestione in orbita da parte di soggetti extra-UE. Le risorse provenienti dalla valorizzazione delle frequenze utilizzate per le comunicazioni satellitari a bassa orbita terrestre da parte di soggetti extra UE confluiscono nel Fondo di cui all’articolo 23.>>
L’intervento del Senatore Antonio Nicita sul DdL Spazio in occasione di Telecommunications of the Future, la conferenza del CNIT che si è tenuta ieri al Palazzo delle Esposizioni
Il testo prevede che, d’intesa con l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, il ministero dell’Impresa e del made in Italy definisce, entro 60 giorni dall’approvazione della legge, i criteri per l’adeguato incremento della valorizzazione delle frequenze utilizzate per le comunicazioni satellitari a bassa orbita terrestre da parte di soggetti extra-Ue, che le impieghino anche per usi commerciali, assicurando accesso concorrenziale. Valutazione che tenga conto «del rischio di danni riconducibili alla congestione, alla collisione e ad ogni altra attività di gestione in orbita da parte di soggetti extra-UE». Le risorse derivanti confluirebbero nel Fondo per l’economia dello spazio. «Ad oggi il prezzo per l’uso delle frequenze per comunicazioni satellitari a bassa quota è assolutamente marginale e non distingue tra operatori europei ex extra-europei» dicono in una nota Nicita e Basso.
Cinque stelle, 54 emendamenti
I 5 Stelle ne hanno presentati 54, più 4 ordini del giorno. Tra i punti più controversi su cui propongono modifiche, c’è l’articolo 25 sulla “costituzione di una riserva di capacità trasmissiva nazionale attraverso comunicazioni satellitari” per cui si chiede che le comunicazioni siano gestite esclusivamente “da soggetti appartenenti all’Agenzia Spaziale Italiana” (e non più da soggetti dell’Unione europea o dell’Alleanza atlantica). Chiedono inoltre di innalzare a 300 milioni di euro per quest’anno (nel provvedimento sono 35 milioni) e 340 milioni per il prossimo, a favore del Fondo per l’economia dello spazio. Il Pd ha riproposto gli emendamenti presentati alla Camera più altri, tra cui uno riferito alle imprese extra Ue, che vogliono usare frequenze per le comunicazioni satellitari a bassa orbita terrestre e anche per usi commerciali, affinché venga assicurato “accesso concorrenziale” e tenendo conto del “rischio di danni riconducibili alla congestione, collisione” in orbita da parte di soggetti extra Ue.
Avs, 43 emendamenti
Il gruppo di Avs ne ha depositati 43, tra cui uno sull’articolo 25 chiedendo che le comunicazioni satellitari siano gestite dando priorità a soggetti solo “istituzionali” appartenenti all’Ue e aprendo a quelli della Nato solo “in caso di comprovata impossibilità”. Un altro emendamento di Avs chiede che, con un successivo Dpcm, vengano definite le caratteristiche di eventuali monopoli, per poter valutare se l’autorizzazione all’esercizio di attività spaziali può essere concessa.
Azione, 20 emendamenti
Azione ha presentato 20 emendamenti tra cui uno per aggiungere ‘paletti’ sul rilascio dell’autorizzazione all’esercizio di attività spaziali (ad esempio per dimezzare, da 60 a 30 giorni, il tempo per gli accertamenti, aggiungendo che “eventuali sospensioni del termine per ulteriori accertamenti tecnici” non possono superare i 15 giorni) e sul Fondo per l’economia dello spazio, prevedendo che abbia “carattere pluriennale” e indicando 20 milioni per il 2026. Sei le proposte di modifiche da Italia viva, tra cui uno per sopprimere le cosiddette norme pro Musk, oltre a un ordine del giorno che chiede su impegno a cercare un accordo tra le agenzie spaziali per la raccolta dei detriti spaziali.