Nuovo fronte

Ddl editoria: non tutela il copyright. Resta il nodo Google News

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Gli editori in audizione al Senato hanno denunciato la mancanza di misure a tutela del diritto d’autore contro i ‘saccheggi degli OTT’.

Il Ddl Editoria lascia insoddisfatti gli editori per quanto riguarda la tutela del diritto d’autore online. E’ quanto emerge dall’audizione del direttore generale della FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali), Fabrizio Carotti, in Commissione Affari Costituzionali del Senato.

Il nuovo impianto normativo, molto atteso dal settore che tenta di risollevarsi dopo sette anni di crisi, è passato lo scorso marzo alla Camera con 292 sì, 113 no e 29 astenuti, sta adesso proseguendo il proprio iter a Palazzo Madama.

Sul tavolo è ancora aperta la questione che oppone editori a motori di ricerca che usano contenuti delle imprese editoriali senza riconoscerne i diritti d’autore.

Ci aveva provato tempo fa l’allora Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, con delega all’Editoria, Giovanni Legnini, ma le sue proposte restarono nel cassetto.

Il copyright continua, quindi, a restare uno dei nodi irrisolti nonostante da tempo sia FIEG che FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana) abbiano chiesto a gran voce di introdurre una tassa per i motori di ricerca, nota come Google Tax, che indicizzano i contenuti senza pagare le royalties agli editori.

Nessuna tutela per il diritto d’autore

Carotti lo ha detto senza mezzi termini, parlando ieri al Senato. “Segnaliamo l’assenza di misure volte a tutelare il diritto d’autore e a valorizzare i contenuti editoriali di qualità”, ha indicato il Dg della FIEG, ricordando che “da tempo gli editori italiani denunciano la continua violazione del diritto d’autore, l’utilizzo dei contenuti da parte degli Over-The-Top, il saccheggio sistematico operato con una gradualità che va da fenomeni di vera e propria pirateria ad utilizzazioni irregolari (come le rassegne stampa realizzate senza autorizzazione dei titolari del diritto di sfruttamento delle opere riprodotte). Questi fenomeni minano la stessa sopravvivenza delle imprese che nella produzione di contenuti investono rilevanti risorse”.

 

La FIEG sottolinea pertanto “la necessità di una strategia complessiva di difesa del diritto d’autore basata sia su iniziative di sensibilizzazione ed educazione all’uso legale delle opere che su azioni efficaci di contrasto alle violazioni del diritto d’autore. In questo scenario appare necessaria anche l’adozione di una normativa che favorisca e consenta l’effettivo esercizio dei diritti di utilizzazione economica degli editori sui propri contenuti editoriali nei confronti dei soggetti che quei contenuti utilizzano nella rete”.

La questione di introdurre una tassa per gli aggregatori di notizie online, in primis il servizio Google News, è tuttora aperta anche a livello Ue.

Le ultime proposte della Commissione Ue sulla portabilità dei contenuti e sul commercio elettronico transfrontaliero, hanno acceso il dibattito in vista della prossima riforma del copyright che dovrebbe essere ormai pronta.

Anche le nuove misure Ue hanno, infatti, lasciato insoddisfatti gli editori al punto che qualcuno ha già parlato di riapertura del caso Google News che ha determinato duri scontri in Europa, specie in Germania, dove sono stati adottati provvedimenti ad hoc anche se poi gli editori per non perdere traffico internet sono rimasti sulla piattaforma, e in Spagna dove, dopo l’approvazione di una controversa legge, la web company ha poi deciso di oscurare il servizio.

In altri Paesi Ue si sono trovate soluzioni diverse e molti governi hanno accettato di buon grado l’impegno di Google che ha istituito un Fondo per sostenere l’editoria digitale.

Ma questo può bastare a risolvere la questione?

E’ giusto che agli aggregatori online di notizie possano disporre liberamente dei contenuti editoriali senza pagare alcuna royalties agli editori?

Chiaramente no per la FIEG.

Carotti ha indicato ieri in Senato che il Ddl Editoria “non prevede norme di contrasto alla sistematica violazione del diritto d’autore online e all’utilizzo dei contenuti editoriali da parte degli OTT. In questo ambito, riteniamo indispensabile che alle iniziative di sensibilizzazione e di educazione alla legalità, già realizzate dagli editori, si accompagni una normativa che consenta di esercitare efficacemente i diritti di proprietà intellettuale anche sui prodotti editoriali diffusi online”.

Positivi gli interventi strutturali

Positivi invece gli interventi strutturali previsti dal disegno di legge che recepiscono il lavoro svolto dal Tavolo per l’editoria e alcune proposte degli editori.

La FIEG ritiene infatti che il Ddl contenga importanti disposizioni come gli incentivi fiscali per gli investimenti pubblicitari sulla stampa, gli incentivi per l’innovazione dell’offerta informativa, interventi sulla liberalizzazione, modernizzazione e informatizzazione della rete di vendita, nonché le misure per una organica revisione della disciplina dei contributi diretti.

Tuttavia, sottolinea Carotti, si tratta di misure in forma di delega al Governo e quindi non immediatamente operative, alcune di esse sarebbe invece opportuno cambiarle in disposizioni di immediata applicazione.

Fieg valuta poi positivamente la decisione di destinare al Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione una parte delle maggiori entrate del canone Rai, mentre esprime un giudizio critico sul contributo di solidarietà a carico delle concessionarie pubblicitarie della stampa e della pubblicità raccolta direttamente dagli editori.

Per quanto riguarda la rete di vendita, la FIEG sottolinea la necessità di una disciplina della vendita di quotidiani e periodici che assicuri “una reale ed effettiva liberalizzazione”. Per gli editori occorre correggere poi alcune disposizioni che introducono elementi di rigidità e di confusione, come quelle sulla sospensione “arbitraria” delle consegne e sui servizi e prestazioni aggiuntivi, e cancellare la norma che limita l’obbligo della parità di trattamento ai punti vendita esclusivi e alle prime uscite delle pubblicazioni.

La FNSI chiede che la proposta di legge di riforma dell’editoria venga “approvata in tempi brevi”, ribadendo il giudizio sostanzialmente positivo sull’impianto della proposta.

C’è “necessità di chiudere velocemente i processi di ristrutturazione aziendale ancora in corso e di porre le basi per una ripresa stabile e duratura del mercato e dell’occupazione”, hanno affermato Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, segretario generale e presidente della FNSI, nel corso dell’audizione in commissione Affari costituzionali del Senato. “Il tempo – hanno aggiunto – non è una variabile indipendente. Il settore, duramente provato da sette anni di recessione, ha bisogno di interventi strutturali e di norme più adeguate di quelle attualmente in vigore, che risalgono al 1981″.

Per FNSI, è necessario rafforzare il regime delle provvidenze pubbliche all’editoria per salvaguardare il pluralismo dell’informazione e l’occupazione.

Lorusso e Giulietti hanno anche precisato che, qualora il Parlamento, nella sua autonomia decisionale, dovesse prevedere emendamenti alla proposta di legge, la FNSI auspicherebbe un intervento per definire precise norme quadro su concentrazioni editoriali, antitrust, trasparenza degli assetti proprietari e definizione del sistema integrato delle comunicazioni.

I rappresentanti del sindacato dei giornalisti hanno anche rappresentato la necessità che il Senato riprenda e concluda in fretta l’esame della proposta di legge di riforma del reato di diffamazione a mezzo stampa e recepisca le linee di indirizzo contenute nella relazione della commissione Antimafia sulla tutela dei cronisti minacciati.

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