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Ddl cyber, il nostro direttore in audizione alla Camera: “Senza nuovi fondi meno sicurezza”

“Nel nostro Paese manca la cultura della cybersicurezza, che è sempre più cruciale nelle nostre vite perché garantisce il business per le imprese, l’erogazione dei servizi digitali della pubblica amministrazione e la navigazione sicura e libera degli utenti online. Il disegno di legge in esame non prevede nulla per alimentare la cultura della cybersicurezza nel Paese, se invece questa cultura aumentasse nalla pubblica amministrazione, nelle aziende, tra i parlamentari, aumenteranno di sicuro anche le difese cyber dell’Italia. Perché solo cosi il legislatore prevederebbe fondi pubblici nuovi ad hoc per rafforzare la cyber-resilienza dell’Italia”.

L’ha detto Luigi Garofalo, il direttore di Key4biz e di Cybersecurity Italia in audizione questa mattina davanti alle commissioni riunite Giustizia e Affari costituzionali della Camera sul disegno di legge Cybersecurity.

“Il ddl invece – ha aggiunto – prevede una clausola di invarianza finanziaria, mentre aumentano i soggetti da inserire nel perimetro di sicurezza nazionale cibernetica non si prevedono fondi pubblici nuovi per accompagnare questi soggetti a conformarsi agli obblighi previsti. Il ddl introduce anche il referente per la cybersicurezza ma senza una quota cyber ad hoc le Pa faranno fatica ad attirare professionisti per coprire quetso ruolo. Per questo sono molto d’accordo con chi ha lanciato la proposta di un Pnrr per la cybersicurezza. È necessario – ha concluso – prevedere una quota cyber in ogni nuova norma sulla transizione digitale e sulla cybersicurezza”.

Ad aprire le audizioni è stato Cristiano Cannarsa, amministratore delegato di Sogei.

Per vedere il video dell’audizione di Luigi Garofalo

Leggi il testo integrale dell’audizione di Luigi Garofalo

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