Telemarketing

Ddl Concorrenza, soppresso emendamento telemarketing che eliminava consenso preventivo

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Nell’odissea del Ddl Concorrenza, che torna lunedì al Senato in quarta lettura, abolito l’emendamento che di fatto liberalizzava il telemarketing selvaggio.

Nell’odissea del Ddl Concorrenza, che dopo 2 anni e mezzo è ancora al vaglio del Parlamento e lunedì tornerà in Senato per la quarta lettura, l’ultima tornata in Commissione Finanze e Attività produttive della Camera ha introdotto quattro modifiche (su energia, assicurazioni, telemarketing e odontoiatri). Il Governo vuole chiudere la partita con l’approvazione entro l’estate.

Sperando che sia la volta buona, di certo interesserà agli utenti sapere che in tema di telemarketing è stato approvato anche un emendamento del Pd che punta a sopprimere il comma del ddl, introdotto dal Senato, con cui si fissavano alcuni contenuti ritenuti (a questo punto si può dire erroneamente) necessari dei contatti vocali non sollecitati da parte di operatori nei confronti degli abbonati.

Il comma ora soppresso prevedeva che all’esordio del contatto gli operatori dovessero specificare gli elementi di identificazione univoca del soggetto per conto del quale il contatto avviene; l’indicazione dello scopo commerciale o promozionale del contatto. E si stabiliva che la chiamata fosse consentita solo quando l’abbonato, acquisite le suddette informazioni, prestava un consenso esplicito.

In altre parole, si stabiliva che l’operatore potesse chiamare chiunque e chiedere il consenso alla chiamata commerciale in diretta, senza tener conto del consenso preventivo dell’abbonato e della conferma implicita del diritto di prima chiamata.

Ci aveva quindi visto lungo il Garante Privacy Antonello Soro, che leggendo l’emendamento in questione, era saltato sulla sedia lanciando l’allarme telemarketing selvaggio. Era il 4 maggio e Soro aveva dichiarato con sconcerto che la norma “elimina il requisito del consenso preventivo per le chiamate promozionali, “liberalizzando” il fenomeno del telemarketing selvaggio e prevedendo come unica forma di tutela dell’utente la possibilità di rifiutare le sole chiamate successive alla prima – diceva il Garante – Si tratta di una soluzione diametralmente opposta a quella – fondata sul previo consenso all’interessato – ampiamente discussa nella Commissione di merito dello stesso Senato, indicata dal Garante e, in  apparenza, largamente condivisa.

La norma peraltro risulta incoerente con la linea di maggiore tutela seguita dalla stessa Commissione nell’ambito dell’esame del Ddl sul Registro delle opposizioni.

Prendo atto del fatto che ancora una volta il legislatore intervenga sul Codice della privacy nel segno dell’estemporaneità, rendendo ancora più difficile l’attività di contrasto delle incontenibili violazioni in questo settore”.

Le dichiarazioni di Soro avevano suscitato diverse polemiche. Acqua passata.

L’emendamento che liberalizzava il telemarketing selvaggio ora non c’è più.

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