Il provvedimento

Ddl Concorrenza, per le startup bicchiere mezzo vuoto dopo l’ok in Cdm

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Le nuove misure sulle startup contenute nel Ddl Concorrenza approvato oggi in Cdm rimandano di due anni il requisito di 20mila euro per stare nel registro, ma resta l'arretramento rispetto agli altri Stati Ue.

Le nuove misure sulle startup contenute nel Ddl Concorrenza approvato oggi in Cdm lasciano l’amaro in bocca. Il Governo ha varato misure di certo migliorative rispetto all’ultima bozza, circolata nei giorni scorsi, che fissava un capitale sociale di 20mila euro per entrare nel registro apposito delle startup, spostando in avanti di due anni l’entrata in vigore del requisito. Ma non basta per un ecosistema che avrebbe bisogno di incentivi e sostegno per sviluppare nuove idee in settori strategici come l’AI, la cybersecurity, lo Spazio.  

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Le nuove misure rappresentano di fatto un peggioramento complessivo delle attuali condizioni, che peraltro erano già peggiori di qualsiasi altro Stato Ue dove una startup si può aprire anche online con pochi click.

E soprattutto sono un segnale di arretramento, laddove gli altri Stati Ue migliorano continuamente.

Nuove misure incentivo all’espatrio? Modello Francia

Secondo alcuni stakeholder, le nuove misure sono un incentivo all’espatrio. Il Regno Unito, ad esempio, offre le stesse condizioni del registro italiano se non dipiù a qualsiasi nuova impresa.  Un altro paese da guardare da vicino è la Francia, che ha superato la Germania diventando il primo paese in Europa per numero di investimenti in startup.

Nonostante il contesto sanitario ed economico molto grave ed instabile, nel 2020 le startup francesi hanno raccolto 620 fondi per un totale di 5,4 miliardi di euro. Da notare che gli investimenti superiori ai 50 milioni di euro sono aumentati dell’89%. Questo volume conferma la maturità del mercato e anche la capacità del sistema di attrarre sempre nuovi investitori. La Francia è stato inoltre il primo paese europeo a presentare un piano di emergenza da 4 miliardi di euro per le startup e lo stesso è stato completato lo scorso giugno con un piano di aiuti supplementare da 1,2 miliardi di euro, arrivando a più di 7 miliardi di euro da investire nel settore digitale.

Le misure approvate nel Ddl Concorrenza

E non si tratta nemmeno di un bicchiere mezzo vuoto, quanto di un bicchiere che viene svuotato del tutto. Certo, meno di quanto non fosse nella bozza circolata nei giorni scorsi, ma pur sempre svuotato mentre le altre nazioni Ue lo riempiono. Di seguito, in attesa del testo, le misure approvate oggi in Cdm nel comunicato del Mimit.

  • Startup innovative:
    Implementata la definizione di Startup innovative: vengono introdotti nuovi parametri in grado di individuare e premiare le imprese con le maggiori potenzialità, ovvero le micro, piccole e medie imprese che, entro 2 anni dall’iscrizione nell’apposito registro speciale, hanno un capitale sociale di 20 mila euro e almeno un dipendente. Viene data particolare attenzione alle Startup innovative che operano nei settori strategici, che potranno permanere nel relativo registro speciale fino a 84 mesi (invece di 60).
    Ampliate le ipotesi in cui gli incubatori certificati possono essere riconosciuti e iscritti nell’apposito registro, estendendo agli stessi i benefici delle deduzioni fiscali del 30% dall’Ires di cui oggi beneficiano altri soggetti economici che investono in Startup.
    Previste inoltre disposizioni per promuovere gli investimenti in capitale di rischio da parte di investitori privati e istituzionali.

Il provvedimento contiene importanti misure di competenza del Mimit in materia di dehors, portabilità delle scatole nere ai fini assicurativi, trasporto pubblico non di linea, rilevazione dei prezzi, shrinkflation e startup innovative, oltre a ulteriori rilevanti misure di competenza di altri dicasteri.

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