Il disegno di legge sulla concorrenza sul tavolo del Cdm, le proposte dell’Antitrust
Settimana decisiva per il confronto sul disegno di legge sulla concorrenza. Un provvedimento su cui dovrà lavorare nelle prossime ore e giorni il Consiglio dei ministri e che si preannuncia molto ampio e ricco di voci da spuntare, viste anche le “proposte” dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) e soprattutto i tempi dettati dall’accordo con Bruxelles nell’ambito del Piano di ripresa e resilienza (PNRR).
Il Ddl concorrenza assieme alle semplificazioni sono considerate due assi portanti del pacchetto di riforme che avranno l’obiettivo di rilanciare l’economia al tempo del Covid-19, di consentire la ripartenza dopo lo stop forzato del 2020 e migliorare in linea generale le condizioni in cui si fa impresa.
Tanti i temi sul tavolo, come detto, infrastrutture per la transizione digitale ed energetica, a loro volta fondamentali per la crescita e la competitività, efficienza dei servizi pubblici a beneficio di cittadini e imprese, rimozione delle barriere all’entrata, per stimolare la produttività ed il commercio, sostenibilità ambientale, tutela della salute.
Si stima che la sola rimozione delle barriere amministrative e burocratiche nei settori industriali possa generare un aumento della produttività superiore al +25%.
Le infrastrutture per crescere, focus sulla mancanza di punti di ricarica per veicoli elettrici
In particolare, alla voce sostenibilità ambientale, troviamo i punti critici su cui lavorare e che l’Antitrust ha subito evidenziato nelle sue proposte al Governo: mobilità sostenibile e sviluppo delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici, a cui si aggiungono le richieste di più concorrenza nel settore dei rifiuti, impiantistica efficiente sempre per il ciclo dei rifiuti e la promozione dell’economia circolare in questo ambito così delicato per la salute, l’ambiente e l’economia nel suo insieme.
Per le reti digitali, di cui conosciamo bene ormai l’importanza in termini di crescita economica del Paese, l’Agcm ha segnalata la necessità di maggiore concorrenza infrastrutturale in Italia, principale motore dello sviluppo e degli investimenti, la riduzione degli oneri amministrativi ed autorizzatori, lo stimolo della domanda e della mobilità dei consumatori, l’allineamento agli standard europei.
Riguardo alla mobilità sostenibile, principalmente elettrica (eMobility), l’Autorità ha segnalato l’esigenza pressante di realizzare nuovi punti di ricarica. Nel nostro Paese, fino al 2020, circolavano circa 70 mila auto elettriche, ma già nei primi sei mesi del 2021 le nuove immatricolazioni sono molte di più, almeno 60 mila in più tra 100% batteria e ibride plugin.
Tale crescita impone un aumento di punti di ricarica, che a fine agosto 2020 arrivavano appena a 24 mila in tutta Italia. Il PNRR ne prevede circa 13.700 nei centri urbani e almeno 7.500 lungo le superstrade.