L’Agcom tira le somme del lavoro svolto negli ultimi otto mesi da quando, il 31 marzo scorso, è entrato in vigore il Regolamento sul diritto d’autore online (scheda).
In questi mesi di attività, ha informato l’Autorità, nell’operazioni di contrasto alla pirateria sono stati bloccati oltre 3,5 milioni di file illegali (più di 2,5 milioni musicali e più di 1 milione audiovisivi).
I dati sono venuti fuori ieri nella quarta riunione del Comitato per lo sviluppo e la tutela dell’offerta legale di opere digitali. Nel corso dei lavori è stata illustrata l’attività svolta dalle tre sezioni tematiche, che si occupano rispettivamente di promozione dell’offerta legale, educazione alla legalità e codici di autoregolamentazione, monitoraggio sull’attuazione del Regolamento.
Dall’entrata in vigore del Regolamento al 30 novembre scorso sono pervenute all’Autorità 142 istanze, al netto di quelle compilate e non perfezionate secondo la procedura informatizzata descritta sul sito. Di queste, la maggior parte ha riguardato opere fotografiche (il 33%) e audiovisive (il 32%).
Seguono le istanze che hanno ad oggetto opere di carattere sonoro (15%), editoriale (11%) e letterario (4%), ivi inclusi eBook, manualistica in chiave educational e narrativa. Solo due istanze hanno riguardato i servizi di media audiovisivi.
Nove istanze sono state ritirate e 30 sono state archiviate in via amministrativa per vizi formali. I procedimenti avviati sono stati 95, alcuni dei quali risultano dalla riunione di più istanze. Di questi, il 71% è stato istruito con rito ordinario (che prevede una durata massima di 35 giorni lavorativi) e il 29% con rito abbreviato (12 giorni lavorativi di durata massima), in ragione della gravità della lesione dei diritti di sfruttamento economico delle opere segnalate o del carattere massivo della violazione.
Tra i procedimenti pervenuti a conclusione alla data del 30 novembre, conclude l’Agcom, il 62% ha fatto registrare un adeguamento spontaneo da parte dei destinatari della comunicazione di avvio; il 29% è sfociato nell’adozione da parte dell’Autorità di un ordine di blocco del DNS dei siti segnalati; il 9% è stato archiviato dalla Commissione per i servizi e i prodotti.