Strategie

dcx. Come attrarre l’attenzione dei clienti sui media digitali

di Dario Melpignano, Ceo di Neosperience |

La durata media degli istanti di attenzione, ovvero la quantità di tempo che passiamo concentrati su un compito senza essere distratti, è scesa a 8 secondi. Troppo poco per le strategie aziendali?

dcx è una rubrica quotidiana dedicata alla Digital Experience a cura di Dario Melpignano, Ceo di Neosperience. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui. Per la versione inglese vai al blog.

Il tempo è la risorsa più preziosa nell’epoca del mobile. La giornata si sfilaccia in una sequenza non ordinata di micro momenti e la soglia di attenzione si abbassa notevolmente.

Uno studio di Microsoft ha evidenziato che la durata media degli istanti di attenzione, ovvero la quantità di tempo che passiamo concentrati su un compito senza essere distratti, è scesa a 8 secondi. Troppo poco per le strategie aziendali?

Anche se l’età incide su questo comportamento, gli effetti a lungo termine di questo crollo di ‘attention span’ è correlato con l’aumento del consumo di media digitali, l’utilizzo dei social network e, in generale, con la diffusione dei dispositivi mobile.

Satya Nadella, CEO di Microsoft, ha commentato il dato affermando che “stiamo muovendo rapidamente da un mondo in cui la potenza di calcolo era scarsa a un ecosistema dove è quasi illimitata, e dove il bene scarso diventa l’attenzione umana.”

L’effetto immediato è stato l’aumento esponenziale della concorrenza. Tutti i brand combattono nell’arena digitale per conquistare la mente e il cuore dei clienti. Attrarre l’attenzione diventa una scienza, regolata da leggi precise ma mai eterne.

Cosa possiamo fare per catturare un pubblico sempre più frammentato e mantenere alta l’attenzione sul nostro brand?

Il primo passo è portare il content marketing un passo avanti. Questo non significa solo utilizzare i nuovi strumenti (Snapchat, Medium) ma anche ripensare il modo di infondere contenuti attraverso strumenti consolidati (Instagram Stories). Il tutto senza perdere di vista le radici del brand, senza tradirne la natura.

Il secondo passo è studiare con attenzione il pubblico per arrivare a comprenderlo sempre meglio. Oggi non ci sono più scuse, grazie ai dispositivi digitali abbiamo a disposizione ogni tipo di informazione sui clienti. Desideri, necessità, sogni nascosti, preferenze d’acquisto. Solo la conoscenza può portare a un contenuto personalizzato e rilevante.

Il terzo passo, che poi è anche alla base dell’intero discorso, è rivedere il modo in cui creiamo i contenuti. Sono ormai finiti i tempi del copia-incolla e dei contenuti ‘one fits all’. Oggi non devi essere solo chiaro e conciso – perché i clienti non hanno tempo da perdere – ma devi anche valorizzare l’unicità del tool da un lato e del singolo utente dall’altro.

Per approfondire:

http://blog.neosperience.com/10-ways-the-internet-has-changed-the-way-we-live-and-do-business

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