Concorrenza

DAZN-Tim, l’accordo per la Serie A all’Antitrust. Ma il tema vero è la qualità della rete

di |

Alcuni operatori hanno inviato una segnalazione all'Agcm sull'accordo di esclusiva fra DAZN e Tim per la distribuzione in streaming della Serie A.

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato chiamata ad esprimersi sull’accordo fra DAZN e Tim per la gestione e distribuzione della Serie A. Nel mirino di alcune telco italiane l’accordo di esclusiva fra la piattaforma streaming e l’ex incumbent. Alcuni Olo si sono rivolti all’Autorità presieduta da Roberto Rustichelli con delle segnalazioni, per verificare se nell’accordo fra le parti sul calcio vi siano gli estremi per qualche rilievo anticoncorrenziale.

Leggi anche: Diritti TV, Sky contro TIM-DAZN ‘Limitare l’accesso al calcio danneggerebbe il valore della Serie A’
Diritti TV, Sky contro TIM-DAZN ‘Limitare l’accesso al calcio danneggerebbe il valore della Serie A’

In altre parole, le telco chiedono all’Antitrust di verificare se l’accordo fra DAZN e Tim contempli qualche profilo anticoncorrenziale.
Ma quali sono i mercati rilevanti?
E l’altro argomento sollevato, quello della qualità della rete, non è forse più una questione di net neutrality (regolata dall’Agcom e dal Mise), piuttosto che di concorrenza?

Accordo privilegiato?

In altre parole, le telco chiederebbero all’Antitrust di verificare se l’accordo fra DAZN e Tim contempli un contratto di distribuzione in esclusiva che privilegia in modo indebito Timvision o la connettività a banda ultralarga di Tim. Oppure se contempla altre clausole a vantaggio di Tim a detrimento della concorrenza. Un altro tema è il rischio della saturazione della rete.

Accordo top secret

I contorni dell’accordo fra le parti sono coperti da un accordo Nda (Not disclosure agreement ndr). L’ad di Tim Luigi Gubitosi lo ha confermato in occasione della conference call a commento dei dati di bilancio. Bocche chiuse su una eventuale clausola di esclusività, “perché l’accordo è coperto da Nda, una clausola di riservatezza, ma possiamo dire l’accordo è simile a quello con Disney, quindi siamo l’unica telco che può distribuire gli abbonamenti – ha detto Gubitosi – è possibile acquistare la fibra da noi e l’abbonamento da Dazn“. “E’ un accordo positivo per entrambi” ha detto Gubitosi.
L’assegnazione dei diritti Tv è regolata dalla Legge Melandri. Dal punto di vista della concorrenza, un tema di potenziale interesse potrebbe riguardare il quesito se un operatore dominante nel mercato della banda larga tenta di allargare il suo predominio ai servizi retail.

Il tempo stringe

L’Antitrust potrebbe pronunciarsi sulla vicenda a giugno, a meno di due mesi dall’inizio del campionato. Ma potrebbe volerci anche di più.  

La decisione dell’Antitrust non dovrebbe avere conseguenze sulla distribuzione della Serie A e sui pacchetti di offerta che le telco potranno (o non potranno) distribuire.

Di fatto, l’accordo fra DAZN e Tim prevede la distribuzione dei contenuti dell’OTT tramite app.

La qualità della rete

Un altro punto rilevante della vicenda è la necessità da parte di Tim di intervenire sulla rete, per garantire il servizio a livello nazionale.

Un’attività di upgrading tecnologico che peraltro va concordata anche con gli operatori concorrenti che sono a loro volta coinvolti. Lo streaming delle partite non viaggerà certo soltanto sulla rete Tim. Se ci saranno dei down durante Inter-Juve, riguarderanno la rete in generale e non quella di un operatore particolare.

Sarà in grado la rete di reggere i picchi di traffico della Serie A, che per la prima volta si trasferisce in blocco su Internet?

Leggi anche: TIM, accordo con DAZN. Ma la rete (40% in rame) può reggere la Serie A?

E’ anche per questo che è prevista, secondo gli accordi, la trasmissione in digitale terrestre nelle zone del paese che non possono garantire lo streaming adeguato.

Questioni tecniche

A prescindere dall’accordo con Tim, il tema della qualità del segnale in streaming sembra più legato a questioni tecniche che riguardano il rischio di una eventuale saturazione della rete piuttosto che a profili di concorrenza.

In altre parole, la questione della qualità della rete e della sua tenuta di fronte ai picchi di traffico della Serie A sembra più materia dell’Agcom o del Mise, in ottica di net neutrality e banda ultralarga come diritto universale, piuttosto che di Antitrust.

Leggi le altre notizie sull’home page di Key4biz