Previsioni

Dazi USA affossano l’export italiano: -9,6% verso gli Usa. Impatto grave anche su Digitale e Tlc

di |

I dati diffusi dall'Istat relativi a febbraio 2025 certificano un dato allarmante: l'export italiano verso gli Stati Uniti è crollato del 9,6% su base annua. Anche il settore digitale e delle telecomunicazioni italiano è vulnerabile alla nuova guerra commerciale.

Una frenata che preoccupa

I dati diffusi dall’Istat relativi a febbraio 2025 certificano un dato allarmante: l’export italiano verso gli Stati Uniti è crollato del 9,6% su base annua, ancor prima che i nuovi dazi fossero ufficialmente operativi. Sebbene le esportazioni complessive mostrino un segno positivo (+0,8% in valore), il volume delle merci esportate si riduce del 4,3%, segno che l’incremento dei prezzi ha mascherato una contrazione reale degli scambi.

Effetto psicologico prima che normativo

Secondo il Centro Studi di Confindustria, l’effetto annuncio dei dazi ha già innescato una spirale negativa: incertezza tra le imprese, ricerca di nuovi sbocchi di mercato al di qua dell’Atlantico e riduzione della produzione industriale (-0,9% a febbraio, dopo un temporaneo +2,5% a gennaio). I dazi, anche se ancora non pienamente operativi, hanno alterato il clima di fiducia, rallentando investimenti e decisioni strategiche. Confindustria parla apertamente di “rischio crisi strutturale”.

I numeri dietro la crisi

I partner commerciali che contribuiscono positivamente all’export italiano restano principalmente europei – Germania, Spagna, Svizzera – mentre gli Stati Uniti, insieme a Belgio, Turchia e Austria, trascinano al ribasso il dato complessivo. I settori più colpiti includono i prodotti petroliferi raffinati (-25,8%), i macchinari (-4,1%) e gli autoveicoli (-11,5%), mentre tengono bene farmaceutica e trasporti navali e ferroviari.

Digitale e telecomunicazioni: un settore sotto pressione

Sebbene meno visibili nelle statistiche immediate, anche il settore digitale e delle telecomunicazioni italiano è vulnerabile alla nuova guerra commerciale. Le aziende che importano hardware, chip, software o componentistica dagli USA rischiano aumenti di prezzo e ritardi nelle forniture, con effetti a catena su tempi di progetto e costi di sviluppo.

Inoltre, le tariffe e l’instabilità geopolitica spingono le imprese a essere più caute negli investimenti in cloud, reti 5G e data center, ambiti cruciali per la digitalizzazione del Paese. La dipendenza tecnologica da colossi statunitensi come Nvidia, Intel, Amazon Web Services o Microsoft rende vulnerabile il sistema italiano in un contesto di tensioni crescenti.

Piani di risposta e strategie di resilienza

Alcuni operatori italiani delle telecomunicazioni – come TIM, Inwit e Poste – potrebbero contenere l’impatto grazie a strategie di approvvigionamento già diversificate. Tuttavia, si fa strada la necessità di una politica industriale europea più assertiva: si parla di sostenere la filiera tech continentale e, secondo Asstel, di destinare parte di una possibile web tax alla resilienza digitale, rafforzando le infrastrutture critiche e la sicurezza informatica. Questa proposta dovrà però fare i conti con la nuova postura dell’Italia, che si è schierata contro la web tax in linea con l’amministrazione Trump dopo l’incontro della scorsa settimana fra Giorgia Meloni e il presidente Usa.

Conclusione: un quadro instabile, servono nuove strategie

Il crollo dell’export italiano verso gli Stati Uniti è solo la punta dell’iceberg. I dazi colpiscono la fiducia, rallentano la produzione e generano effetti a catena anche su settori strategici come il digitale. L’Italia è chiamata a ripensare le sue catene di fornitura, diversificare i mercati e investire sull’autonomia tecnologica.

Tabella riepilogativa

VoceDato/Impatto
Export verso USA (febbraio ’25)-9,6% su base annua
Produzione industriale (febbraio)-0,9%
Variazione export totale+0,8% in valore, -4,3% in volume
Settori più colpitiPetrolifero, macchinari, autoveicoli
Impatto sul digitaleAumenti di costo, rischio ritardi
Reazione impreseRicerca nuovi mercati, cautela investimenti
Proposte di mitigazioneWeb tax per infrastrutture, autonomia tech UE

Leggi le altre notizie sull’home page di Key4biz