L’Unione Europea si prepara a colpire le Big Tech statunitensi con nuove tasse se i negoziati commerciali con il Presidente Trump falliranno. La Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha confermato la minaccia in un’intervista al Financial Times, affermando che l’UE sta valutando “un’ampia gamma di contromisure” se i negoziati con gli Stati Uniti non produrranno risultati.
Tra queste, potenziali nuove tasse sui ricavi pubblicitari digitali. Si tratta di un attacco diretto a giganti americani come Google, Meta e Amazon.
Il commissario al Commercio, Maros Sefcovic, volerà a Washington domenica per incontrare lunedì i suoi omologhi. Finora si è interfacciato con il segretario al Commercio, Howard Lutnick, e il rappresentante per il Commercio, Jamieson Greer. La proposta sul tavolo, da parte dell’Ue, è zero dazi da entrambe le parti dell’Oceano. Ma per gli americani non è solo una questione prettamente commerciale. L’amministrazione Trump vorrebbe eliminare le cosiddette barriere commerciali non tariffarie, tra cui inserisce l’Iva, gli standard europei sui prodotti e la regolamentazione dei servizi digitali che colpisce in particolare i big tech Usa. Bruxelles traccia però le sue linee rosse.
L’UE ritarda le ritorsioni ma mantiene la pressione
Dopo la recente decisione di Trump di sospendere i nuovi dazi sulla maggior parte dei paesi per 90 giorni, l’UE ha accettato di sospendere le ritorsioni tariffarie. Ma soltanto per per ora. Secondo Firstpost, von der Leyen ha detto che l’UE desidera ancora un accordo “completamente equilibrato” e sta usando questa pausa come una finestra per raggiungerlo. Ma se non dovesse funzionare, l’Unione è pronta a muoversi rapidamente. E questa volta non si parla soltanto di penalizzare vino o acciaio, ma di dare una botta pesante ai Big della Silicon Valley.
L’avvertimento non è stato vago. Von der Leyen ha confermato che l’UE avrebbe preso di mira specificamente i servizi digitali americani. Ciò include la tassazione delle entrate pubblicitarie che le Big Tech generano in tutta Europa, un mercato in cui gli Stati Uniti registrano un forte surplus.
Il settore tecnologico al centro delle tensioni commerciali
Questa minaccia non arriva dal nulla. Gli Stati Uniti accusano da tempo l’UE di aver ingiustamente preso di mira le aziende tecnologiche americane attraverso regolamentazioni (AI Act, GDPR ecc) e sanzioni. Ma l’UE non fa marcia indietro. Secondo il Guardian, la vicepresidente dell’UE Henna Virkkunen ha detto che l’Unione non smantellerà le sue normative digitali soltanto per raggiungere un accordo commerciale. “Le nostre regole si applicano a tutte le aziende allo stesso modo”, ha insistito.
Finora, questo ha incluso multe record, severe leggi sulla privacy e azioni antitrust di vasta portata. Ma ora, è anche una merce di scambio nei negoziati commerciali globali.
I colloqui potrebbero rimodellare l’equilibrio di potere digitale transatlantico
Se questo accordo fallisse, il risultato potrebbe cambiare le regole d’ingaggio per l’economia digitale. L’UE è pronta a usare la sua regolamentazione della tecnologia come un’arma, prendendo di mira un settore in cui gli Stati Uniti dominano.
Questo rende i prossimi 90 giorni cruciali, non soltanto per la politica commerciale, ma anche per il modo in cui Internet stessa verrà tassata, regolamentata e monetizzata.
Aziende come Meta, Alphabet, Apple e Amazon dipendono fortemente dai mercati europei per la crescita e se l’UE iniziasse a tassare i ricavi pubblicitari digitali o a inasprire ulteriormente le normative, l’impatto potrebbe essere significativo.