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Datagate: l’NSA potrà continuare a spiare le comunicazioni degli americani

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Smacco a Obama che avrebbe voluto una profonda revisione del programma di sorveglianza.

La National Security Agency potrà continuare a spiare le conversazioni di centinaia di milioni di americani, con la scusa di dare la caccia a criminali e terroristi. Il Senato ha infatti fatto mancare il numero necessario di voti per permettere al cosiddetto Freedom Act di arrivare alla discussione in aula. Servivano infatti 60 voti per l’approvazione della mozione sul testo che avrebbe posto fine al programma di sorveglianza delle comunicazioni, ma ne sono arrivati solo 58.

Non ci sarà quindi al momento nessuna modifica al Patriot Act, la controversa legge sulle intercettazioni varata da George W Bush all’indomani degli attentati alle torri gemelle. Il Patriot Act (acronimo di “Uniting and Strengthening America by Providing Appropriate Tools Required to Intercept and Obstruct Terrorism) autorizza il governo ad arrestare i sospetti anche in assenza di reato, a fermarli a tempo indefinito, a perquisirne le case senza mandato, a ispezionare i loro conti in banca, le loro biblioteche, la loro posta elettronica.

Il dibattito sul rinnovo delle parti più controverse delle legge (che all’epoca fu sostenuta anche da John Kerry e Hillary Clinton) in scadenza a giugno del prossimo anno, è stato quindi rimandato al prossimo anno.

Il Freedom Act era stato sostenuto da una rara coalizione bipartisan, che includeva anche membri del Tea Party, e dalle principali aziende hi-tech americane, che hanno insistito per la sua approvazione così da porre fine alle critiche internazionali che le indicavano come uno strumento del governo Usa nelle operazioni di spionaggio delle comunicazioni digitali.

A prevalere è stata però la posizione dei falchi repubblicani che si sono opposti alla misura ritenendola lesiva delle prerogative dell’intelligence proprio in un momento in cui le minacce alla sicurezza nazionale stanno aumentando.

Peccato che più del 70% degli americani sia preoccupato per le intrusioni del Governo nelle comunicazioni digitali e chiedono perciò maggiori tutele per la privacy.

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