Maglia nera per Facebook per quanto riguarda le politiche sulla libertà d’informazione e sulla privacy degli utenti, meglio per Yahoo, Microsoft, Google e Twitter, ma la strada per una data protection ad hoc è ancora lunga.
Questi alcuni dei risultati secondo il Ranking Digital Rights 2015, un rapporto annuale effuato sulle 8 principali società tech di tutto il mondo per fare un punto della situazione su quante ancora non riescono a proteggere adeguatamente la libertà di espressione e la privacy dei propri utenti.
Secondo il rapporto, Facebook è al 6 posto, con un punteggio totale (che include tre settori: ovvero ‘impegno’, ‘privacy’ e ‘libertà di espressione’ ndr.) pari al 41%, contro il 65% di Google, il 58% di Yahoo, il 56% di Microsoft, e il 50% di Twitter.
Per quanto riguarda uno dei tre settori in esame, ovvero la privacy, Facebook registra uno dei punteggi più bassi, 36%, rispetto al 57% di Google, il 56% di Yahoo, il 53% di Microsoft e il 51% di Twitter
Lo stesso vale per il settore ‘libertà di espressione’ dove Facebook mantiene la maglia nera, registrando un misero 35% rispetto al 68% di Google o il 58% di Twitter.
“È chiaro che non ci sono vincitori “, commenta Rebecca MacKinnon, direttrice del Ranking Digital Rights 2015, ” La nostra speranza è che l’indice porterà a una maggiore trasparenza societaria, che può consentire agli utenti di essere a conoscenza di come i propri dati sono trattati.”
Ad ogni modo, uno dei motivi per il quale il ranking di Facebook è cosi basso è soprattutto dovuto al fatto che la società ha prima acquistato nel 2012 Instagram e poi nel 2014 Whatsapp. Dato che Instagram ha circa 400 milioni di utenti e Whatsapp ne ha 900 milioni è chiaro che la portata degli utenti delle due piattaforme incide sul ranking della società. Difatti, se non fosse per queste due società acquistate, gli analisti confermano che il ranking di Facebook sarebbe molto più alto.
Un magra consolazione per la compagnia di Palo Alto , ma rimane il fatto che questi sono i dati e Facebook si ritrova nel fondo della classifica davanti solo a Tencent e Mail.ru che hanno rispettivamente le seguenti società (WeChat, Qzone, QQ) e (VKontakte, Mail, Mail.ru Agent).
Mail.ru, conosciuto per lo più in Russia perchè è il servizio di posta elettronica principale, lo troviamo in ultima posizione con dei risultati a dir poco agghiaccianti. La compagnia ha raggiunto un punteggio del 13%, il più basso tra le imprese valutate. Ranking Digital Rights attribuisce parte della sua bassa valutazione alla legge russa, che richiede che le imprese attuino il sistema di sorveglianza del governo, chiamato SORM, che fornisce alle autorità l’accesso ai dati dei clienti. Questo contesto giuridico, compromette chiaramente la protezione della privacy e, soprattutto, la libertà di espressione degli individui.