Sono stati pubblicati oggi nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea i testi del Regolamento in tema di protezione dei dati e della Direttiva relativa al trattamento dei dati a fini di prevenzione, indagine, accertamento o perseguimento dei reati e nell’ambito delle connesse attività giudiziarie, approvati il mese scorso a 21 anni dal varo della precedente direttiva e dopo oltre 4 anni di negoziati.
La riforma, oltre ad adeguare le norme di protezione dei dati all’era del digitale, uniformerà le regole in tutti e 28 Stati Ue garantendo agli oltre 500 milioni di cittadini europei un maggiore controllo sulle proprie informazioni private in un mondo digitalizzato fatto di smartphone, social media, internet banking e trasferimenti globali.
“Una giornata importante per i cittadini europei e per la tutela dei loro diritti”, ha commentato il Garante privacy italiano Antonello Soro, che porta a compimento “uno dei più complessi, travagliati e rilevanti traguardi dell’Unione europea”.
L’iter per aggiornare la direttiva sulla protezione dei dati personali, risalente al 1995, è partito a gennaio 2012. Per questo la sua approvazione è stata salutata come un evento ‘storico’.
Le disposizioni della nuova legislazione saranno applicabili in tutti gli Stati membri entro i prossimi due anni e porteranno, ha affermato Soro, “…grandi novità sul piano della tutela dei diritti e degli strumenti previsti per responsabilizzare maggiormente le imprese stabilendo, al contempo, significative semplificazioni”.
Dovranno essere rispettate anche dalle aziende che hanno sede al di fuori dell’Unione Europea, con particolare riferimento alle web company come Google o Facebook, pena sanzioni pari al 4% del fatturato mondiale annuo.
La sfida più importante del nuovo regolamento, spiega il Garante privacy, è quella di “adeguare le norme di protezione dei dati ai cambiamenti determinati dall’incessante evoluzione delle tecnologie. Ma, soprattutto – aggiunge – nel momento in cui si fanno sempre più forti le spinte anacronistiche a creare “barriere” alla libera circolazione di beni e persone, il Regolamento raggiunge l’ambizioso obiettivo di assicurare una disciplina uniforme ed armonizzata tra tutti gli Stati membri, eliminando definitivamente le numerose asimmetrie che si erano create nel tempo”.
Un piccolo grande passo in avanti verso la realizzazione di un mercato unico digitale, ancora tutto sulla carta, ma attraverso il quale l’Europa – conclude Soro – “ha la straordinaria opportunità di dimostrare la propria capacità di evolvere e di esportare, su scala mondiale, il proprio modello di protezione dei dati capace di coniugare al punto più alto i diritti delle persone con le esigenze delle imprese e del mercato”.