L’utilizzo efficiente delle informazioni generate in ambiente digitale è a tutti gli effetti una leva per migliorare la competitività delle aziende e per sfruttare nuovi modelli di business. È per questo che l’Unione europea ha stabilito che centrale per la nascita di un mercato unico digitale (Digital single market) è la promozione del libero flusso dei dati (big data).
Nel 2015 sono stati 6 milioni i lavoratori di questo particolare settore economico emergente, 6,16 milioni nel 2016, ma saranno quasi 10,5 milioni nel 2020, con un tasso di crescita composto annuo del 14%.
La cosa interessante, secondo lo “European Data Market Report” 2017, è che già l’anno scorso erano 450 mila i posti di lavoro ancora da occupare, il 6,5% della domanda nel settore digitale, e nel 2020 tali posti “vuoti” saranno 770 mila, concentrati soprattutto in Francia e Germania.
In Europa, nel 2016, si sono contate 255 mila imprese della data economy, che hanno totalizzato ricavi complessivi per 62 miliardi di euro, e nel 2020 sono attese raggiungere la soglia delle 360 mila unità, con una crescita annua del 9%.
Tra prodotti e servizi sul mercato, l’economia dei dati nell’UE ha raggiunto il valore di 300 miliardi di euro nel 2016, il 2% del PIL dell’Unione, e il 2020 crescerà ancora a 739 miliardi, il 4% del PIL UE.