Rete e Data Center come leva per il rilancio della competitività e della produttività delle aziende, non più solo strumento per risparmiare sui costi. È cambiato l’approccio delle aziende italiane all’IT? Pare proprio di sì, stando all’aria che si è respirata a Smau2014, uno dei principali eventi italiani dedicato al settore ICT, dal quale è emerso un fermento e un dinamismo di cui si sentiva la mancanza ormai da diverso tempo. A margine del workshop Anfov relativo a “L’evoluzione dell’offerta, in logica servizi, sempre più orientata verso la valorizzazione degli asset del Cliente” abbiamo discusso con Maurizio Tondi, market development EMEA di Italtel, delle prospettive di un settore in forte crescita e considerato ormai non solo in funzione di ottimizzazione dei costi, ma come parte integrante della produzione aziendale.
Key4biz. I data center sono visti come opportunità di ottimizzazione dei costi e per lo sviluppo e la competitività del business aziendale. Quali sono, in concreto, i vantaggi?
Maurizio Tondi. Così come la piattaforma di rete è cruciale per tutta la comunicazione dell’azienda, il Data Center è la nuova piattaforma per la gestione di tutti i dati, le informazioni, la conoscenza di un’azienda. Quindi possiamo dire che sia i Data Center di proprietà dei clienti che quelli che stanno nel cloud sono la seconda leva – oltre alla rete – per recuperare efficienza e ridurre i costi da un lato e per aumentare la produttività dall’altro.
Key4biz. Oggi si parla di ‘Smart Data Center’: come si sta evolvendo la tecnologia e qual è la leva che spinge un’azienda, anche di piccole dimensioni, a investire in un Data Center?
Maurizio Tondi. Le aziende, sia che si parli di aziende di grandi dimensioni che di medie imprese, hanno bisogno oggi più che mai di competere su uno scenario sempre più globalizzato, devono avere applicazioni digitali che consentano di lavorare sul front-end coi loro clienti e sul back-end coi fornitori e devono poter utilizzare con efficacia i diversi canali di comunicazione sociale ed il patrimonio di dati ed informazioni ad essi associati.
Soluzioni tecnologicamente avanzate ma con un costo di ingresso contenuto come quelle di Cisco di cui Italtel è partner specializzato, hanno già oggi le caratteristiche di integrazione e scalabilità per realizzare facilmente “smart data center’, cioè data center non di grandissime dimensioni ma che ‘in a box’ integrano networking, storage, capacità computazionale e sistema di gestione.
Key4biz. Dove si colloca in questo scenario ‘smart’ un’azienda come Italtel?
Maurizio Tondi. Il ruolo di Italtel varia a seconda della strategia che l’impresa decide di adottare. Se l’azienda ha la capacità economica e sceglie di investire in una nuova infrastruttura oppure di consolidare quella preesistente –adottando così un intento che potremmo definire ‘strategico’ e che privilegia il controllo e la governance– il nostro ruolo è quello di system integrator. Progettiamo e realizziamo cioè lo ‘smart data center’, anche di piccole dimensioni, a casa del cliente, in base alle sue necessità in fatto di capacità di rete, di gestione e di computing ed integrazione con le applicazioni dell’azienda.
Key4biz. E se la strategia del cliente è più cloud oriented come vi muovete?
Maurizio Tondi. Nel caso in cui il cliente non abbia la capacità di affidarsi integralmente a un proprio data center, ma abbia necessità di avere in casa solo una parte dell’infrastruttura, alcuni dati e alcune applicazioni, tenendo gli altri su una ‘nuvola’, allora operiamo come Value Added Broker. In questo ruolo possiamo giocare di anticipo rispetto a quello che facciamo come system integrator. Possiamo cioè svolgere attività di selezione e di aggregazione di alcune applicazioni, come la collaboration, la videocomunicazione, la gestione real time di dati ed applicazioni in mobilità, la gestione della sicurezza dei dati più critici, la gestione dell’interconnessione alle reti pubbliche, il monitoraggio proattivo della qualità del servizio tra data center ed applicazioni web, – con tecnologie e prodotti che sono il risultato della nostra ricerca e sviluppo. E che consentono all’azienda di realizzare un deployment più flessibile ed ibrido, tra soluzioni totalmente nei cloud pubblici ed infrastrutture private.
Key4biz. L’offerta Italtel si concentra anche sull’efficienza energetica: quali sono anche in questo campo le sfide e gli obiettivi?
Maurizio Tondi. Una delle voci rilevanti di ottimizzazione dei costi nei data center passa per la virtualizzazione e l’ottimizzazione dei carichi di lavoro e dei processi informatici associati alla definizione ed al provisioning delle risorse di rete di calcolo e di memorizzazione dei dati. Come sappiamo, l’IT è oggi però approssimativamente responsabile per circa il 3% del consumo totale di energia; diventa quindi cruciale poter gestire e ridurre significativamente i consumi energetici associati al data center mantenendo e migliorando comunque il livello di qualità dei servizi. Oggi è possibile attraverso l’utilizzo di suite software dedicate e disponibili anche “as a service” consolidare il maggior numero di macchine virtuali sul minor numero possibile di server fisici ed abbattere i costi della “bolletta energetica” dal 30% al 60%.
Key4biz. Gli ultimi anni sono stati caratterizzati da una forte crisi che ha influito molto sulle strategie aziendali in ambito IT. Qual è oggi l’aria che si respira?
Maurizio Tondi. Per fortuna, come ho notato anche nel contesto di Smau, c’è grande dinamismo e grande fermento. C’è un fronte di piccole imprese e start-up molto vitali e la somma di queste energie imprenditoriali fa emergere un panorama più ottimista. La domanda è più forte, e si comincia a vedere anche la molteplicità dell’offerta ed una catena più distribuita e flessibile nell’applicazione di soluzioni di data center e di cloud computing. E c’è tanta innovazione, con le PMI che tornano a fare ‘distretto’ e a fare sistema, ottimizzando e mettendo a fattor comune risorse e infrastrutture. E’ finita, insomma, l’era del campanile e la rete e i data center diventano anche le due leve per accelerare il time to market, essere più competitivi sul fronte internazionale e fare innovazione in un’ottica di sistema e con una visione non più incentrata solo sul risparmio ma sugli investimenti per migliorare l’offerta, la relazione col cliente e la produttività.