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Data Center, mercato in crescita in Italia ma servono regole chiare (soprattutto fiscali) e policy energetiche

Nascono come funghi nuovi Data Center nel nostro paese, in particolare fra Milano e Pavia, dove si registra la maggior concentrazione di nuovi siti per lo stoccaggio e la conservazione di enormi quantitativi di dati, alimentati dalla crescente diffusione dell’Intelligenza Artificiale. Per regolare questo mercato in espansione sono in corso delle audizioni ad hoc nella commissione Trasporti della Camera nell’ambio dell’esame delle pdl recanti delega al Governo per la disciplina dei centri di elaborazione dati.

Serve appunto un quadro regolatorio, che tenga conto dei diversi e molteplici aspetti che coinvolgono il settore, che vanno dall’aspetto fiscale a quello energetico. C’è un tema di fabbisogno energetico, che secondo le imprese al momento ancora non si pone nel nostro paese ma che in prospettiva, con l’esplosione dei dati legata alla diffusione dell’AI porterà con sé di pari passo un incremento vertiginoso dei consumi energetici.

Crescono gli investimenti e i consumi energetici

Secondo l’ultimo Osservatorio Cloud Transformation del Politecnico di Milano, il valore investito nei data center per il 2023 è stato pari a 654 milioni, con un +10% rispetto all’anno precedente e con una potenza energetica nominale totale di 430 megawatt (+23% rispetto al 2022). L’Italia ospita circa il 12% dei 1.300 data center europei, ma ha un tasso di crescita a doppia cifra, molto superiore di Francoforte, Londra, Amsterdam, Parigi e Dublino che si attestano fra il 4% e l’8%.

L’Osservatorio Data Center del Politecnico di Milano ha rilevato nella sua ricerca che uno dei problemi da risolvere per il futuro dei data center è legato all’approvvigionamento energetico e ai collegamenti all’alta tensione. I data center di grandi dimensioni, con potenza nominale superiore ai 10MW, previsti in grande crescita per i prossimi anni, richiedono l’allacciamento all’alta tensione, non sempre disponibile sul territorio.
Inoltre i prezzi elevati dell’energia e i lunghi tempi di potenziamento a livello di infrastrutture energetiche rischiano di far perdere competitività al Paese.

Data Center, Faina (Anitec-Assinform): ‘Intervenire su disciplina fiscale’

In merito alla “disciplina fiscale a cui vengono sottoposti i data center, noi abbiamo proposto un intervento perché ci sia un’interpretazione autentica da parte del Parlamento per trattare in effetti questi data center nell’ambito della disciplina Ocse. I data center, come noto, non sono una stabile organizzazione ai fini della disciplina fiscale europea. Il punto è chiarire perché non lo sono”. Lo ha detto Eleonora Faina, direttore generale di Anitec-Assinform, in audizione nella commissione Trasporti della Camera nell’ambito dell’esame delle pdl recanti delega al Governo per la disciplina dei centri di elaborazione dati.

L’aspetto fiscale è dirimente. La normativa fiscale italiana sui profitti dei data center non è chiara. Lo Stato può tassare soltanto in presenza di una stabile organizzazione, ma i Data Center secondo la disciplina fiscale europea non sono una stabile organizzazione, perché sono dei luoghi dive si effettua un semplice stoccaggio dei dati senza elaborazione. Tuttavia, un paio di anni fa un grosso player internazionale è stato perseguito dal Fisco e ha deciso di patteggiare una multa per chiudere il contenzioso. La preoccupazione dei proprietari di Data center è che questa decisione della Procura di Milano diventi un precedente, per quanto la norma non lo preveda.  

Faina (Anitec Assinform): ‘Data Center nodo centrale dell’economia digitale’

“I Data Center sono dei veri e propri nodi centrali dell’economia digitale del Paese. Queste infrastrutture sono prima di tutto degli spazi fisici, degli edifici. C’è quindi un tema di autorizzazioni edilizie. Si potrebbe pensare ad una normativa ad hoc per il comparto dei data Center, per evitare la frammentazione territoriale che si registra al momento, tanto più che la gran parte dei data Center si concentra nell’area di Milano”, aggiunge Eleonora Faina.

“L’altro tema è quello dell’impatto ambientale, queste strutture consumano tanta energia ed è per questo che il ricorso ad AI e rinnovabili è critico, insieme al riuso dei materiali interni.

C’è da dire poi che i Data Center sono gli abilitatori del Cloud, e sul Cloud si regge gran parte dell’economia digitale che ha consentito ad esempio di ridurre sensibilmente gli spostamenti e una serie di attività e anche indubbiamente di migliorare la performance ambientale ed energetica dei nostri Comuni sia lato cittadini si lato imprese”, chiude.

Replicando ad una questo dell’onorevole Giulia Pastorella di Azione, che chiedeva se anche in altri paesi Ue i Data Center fossero considerati stabile organizzazione, Faina ha detto che in questo senso l’Italia è un unicum e che siamo l’unico paese che ha adottato una posizione così inclusiva.     

Data Center, Ciulli (Google Italia): ‘Non è una questione di sovranità digitale’

“Quanto più siamo in grado di attrarre questi grandi data center nel nostro Paese, tanto più i servizi sono efficienti e meno pesante è l’impatto sulla rete Tlc nazionale. Noi pensiamo due cose apparentemente in contraddizione: avere dati localizzati in un solo posto è strutturalmente inefficiente e meno sicuro, ma riconosciamo anche che per alcuni settori e per alcune categorie di dati possa essere utile averli localizzati sul territorio nazionale. Per questo crediamo sia necessario avere regole sia per avere qui data center che ospitano dati strategici, sia regole che facilitino lo scambio di dati nell’Unione europea e nei Paesi alleati, perché quanto più siamo in grado di far circolare i dati tanto più l’infrastruttura internet sarà sicura”. Lo ha detto Diego Ciulli, responsabile relazioni istituzionali di Google Italia, in audizione nella commissione Trasporti della Camera nell’ambio dell’esame delle pdl recanti delega al Governo per la disciplina dei centri di elaborazione dati.

Ciulli (Google Italia): ‘Norma Data Center non va confusa con sovranità digitale’

“La norma sui data center è utile, ma non deve essere confusa con i temi di sovranità digitale. Attiene molto più con il far essere l’Italia al centro di una grande infrastruttura globale”, ha aggiunto. Per farlo, la “chiarezza normativa è sempre utile”, come sono “utili tre elementi: in primis, il grande segnale politico, anche agli investitori internazionali, che l’Italia vuole attrarre questo tipo di investimenti e quindi chiarisce la normativa per farlo; il secondo è la certezza del diritto, in particolare dal punto di vista fiscale; il terzo è la capacità dell’infrastruttura energetica del Paese di supportare questo tipo di infrastrutture e di investimenti”.

In questo senso, Google ha siglato un accordo trentennale con Erg per l’acquisto dell’energia di un nuovo campo eolico in fase di realizzazione in Sicilia nel comune di Rocca Palumba. L’azienda sta anche sperimentando mini reattori, non c’è nulla da dire su questo in Italia, ma potrebbero dare energia già dal 2030.

Data Center, Bitondo (Microsoft Italia): ‘Aziende chiedono certezza norme-tempi’

“Quello a cui guardano le aziende è la certezza del quadro normativo procedurale, ma anche la certezza delle tempistiche: quindi la capacità di poter rispettare le tempistiche, qualunque esse siano, rispetto ai propri investimenti. È un punto su cui altri Paesi dell’Unione europea si stanno muovendo in termini di snellimento delle procedure. Auspichiamo, quindi, che il quadro possa andare verso questa certezza”. Lo ha detto Francesca Bitondo, direttrice rapporti istituzionali di Microsoft Italia, in audizione nella commissione Trasporti della Camera nell’ambio dell’esame delle pdl recanti delega al Governo per la disciplina dei centri di elaborazione dati.

Data Center, Bitondo (Microsoft): ‘Fabbisogno energetico non è tema in Italia’

Microsoft ha poi risposto ad un quesito di Andrea Casu, deputato del Pd, sul fabbisogno energetico dei Data center e sulla capacità della rete energetica del  nostro paese di sostenere i consumi. Sono previsti degli investimenti in questo senso? Quali possono essere in futuro gli strumenti adatti per affrontare questo tema? “Ad oggi non c’è un tema di fabbisogno energetico in Italia. Anche rispetto agli investimenti che abbiamo annunciato, non è tanto questo il tema. Il vero tema è quello delle tempistiche e della certezza procedurale. Microsoft ha investito sulla riconversione di un reattore nucleare negli Stati Uniti: ci adeguiamo alle energie presenti nei territori in cui operiamo. Ad oggi non abbiamo nessun piano diretto in Italia, ma nei Paesi in cui è disponile usiamo anche il nucleare”. Lo ha detto Francesca Bitondo, direttrice rapporti istituzionali di Microsoft Italia, in audizione nella commissione Trasporti della Camera nell’ambio dell’esame delle pdl recanti delega al Governo per la disciplina dei centri di elaborazione dati.

Data Center, Francescatti (Microsoft Italia): ‘Semplificare procedure senza gap’

Sarebbe necessario “fare chiarezza sui ruoli, sulle competenze e sulle responsabilità di diversi enti e autorità delimitando gli spazi e le competenze in modo da avere chiarezza nella procedura. Evitare sovrapposizioni o gap, quindi mancanza di continuità tra una procedura e l’altra, ma anche evitare la rigidità di alcune consequenzialità che impediscono di risparmiare tempo rispetto agli iter istruttori di diverse pratiche. Su questo, secondo noi, c’è un ampio margine di guadagni: si può parlare di diversi mesi, se non di anni tra l’avvio delle procedure e avere i permessi per poter iniziare materialmente sul sito”. Lo ha detto Dario Francescatti, responsabile sviluppo territori di Microsoft Italia, in audizione nella commissione Trasporti della Camera nell’ambio dell’esame delle pdl recanti delega al Governo per la disciplina dei centri di elaborazione dati.

Inoltre, ha proseguito Francescatti “si parla molto di aree dismesse (in stato di abbandono o in stato precario di condizioni ambientali) il cui recupero può essere una grande opportunità per il Paese. Se questo potesse tradursi in un incentivo tramite procedure semplificate e accelerate per chi vuole recuperare le aree dismesse, si otterrebbero anche lì tantissimi risultati”.

Infine, in ottica di semplificazione, Microsoft Italia suggerisce anche di “facilitare l’accesso alle documentazioni e alle decisioni dei diversi enti anche in fase intermedia delle decisioni. Anche in questo modo si recupererebbero mesi”.

Data Center, Osservatorio Polimi: ‘Aumentano player, previsti 15 mld investimenti’

“Quello dei data center è un mercato che sta vivendo una fortissima crescita che stiamo registrando già a partire dagli scorsi anni, ma che prevediamo continuerà nei prossimi anni. Guardando al numero dei player attivi nel nostro territorio, nel 2022 erano 58 e ne prevediamo 74 entro la fine del 2025. Questo ci fa capire come sta diventando un mercato attrattivo anche per gli investimenti esteri”. Lo ha detto Luca Dozio, direttore dell’osservatorio data center del Politecnico di Milano, in audizione nella commissione Trasporti della Camera nell’ambio dell’esame delle pdl recanti delega al Governo per la disciplina dei centri di elaborazione dati.

“Abbiamo stimato 15 miliardi di euro potenziali di investimenti sul nostro territorio dal 2023 al 2025. Si tratta di investimenti potenziali perché non siamo l’unico territorio attrattivo e in più dovremmo essere bravi a creare le condizioni adeguate, perché ad oggi la mancanza di un inquadramento normativo così come di un processo chiaro di approvazione dei progetti allunga i tempi e questo può creare incertezze”, ha aggiunto Dozio.

Data Center, Osservatorio Polimi: ‘Esplose le domande per l’alta tensione. Costo energia è rischio per infrastrutture’

“Suggeriamo un dialogo con gli enti preposti, nazionali e sovranazionali, rispetto all’impatto energetico del settore, perché in questo momento la necessità di collegare queste infrastrutture all’alta tensione e la lentezza nel costruire queste infrastrutture, unita a un prezzo dell’energia piuttosto alto rispetto ad altri Paesi europei, rischia di farci perdere opportunità. Secondo stime del Politecnico di Milano, la potenza energetica nominale di 350 Megawatt IT nel 2023 lieviterà a 590-825 Megawatt IT nel 2025”. Lo ha detto Marina Natalucci, direttrice dell’osservatorio data center del Politecnico di Milano, in audizione nella commissione Trasporti della Camera nell’ambio dell’esame delle pdl recanti delega al Governo per la disciplina dei centri di elaborazione dati.

Data Center, Belisario (Fondazione Italia Digitale): ‘Coinvolgere attori istituzionali’

“Riteniamo si tratti di un’iniziativa legislativa piuttosto importante perché è fondamentale una norma che semplifichi e renda uniformi, su tutto il territorio nazionale, questo tipo di processi: il mercato e l’evoluzione tecnologica hanno bisogno di risposte veloci. C’è poi la necessità di coinvolgere i diversi attori istituzionali non solo per la sostenibilità, ma anche per esempio l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, il Garante della privacy e l’autorità che sarà individuata per l’intelligenza artificiale nella definizione di criteri e requisiti che non solo rendano da un punto di vista urbanistico più semplice la realizzazione di questi progetti, ma che continuino a fornire tutte quelle garanzie in tema di dati che sono indispensabili”. Lo ha detto Ernesto Belisario, membro del comitato scientifico di Fondazione Italia digitale, in audizione nella commissione Trasporti della Camera nell’ambio dell’esame delle pdl recanti delega al Governo per la disciplina dei centri di elaborazione dati.

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