Prosegue in Parlamento l’iter per arrivare ad un quadro normativo che funga da cornice per il promettente mercato dei data center nel nostro paese. Dopo le audizioni che hanno coinvolto tutti gli stakeholder, che si sono chiuse a dicembre, è il momento della sintesi. In questo senso è prevista per la prossima settimana una riunione dei gruppi parlamentari in Commissione IX Trasporti e Telecomunicazioni, per arrivare ad un testo unico in materia.
I diversi partiti hanno presentato altrettante proposte, che di fatto per lo più si sovrappongono. L’obiettivo è arrivare ad un testo unificato, da presentare in tempi stretti al Governo.
Proposte si sovrappongono e saranno unificate
I punti salienti della normativa riguardano la parte energetica, quella della semplificazione normativa per la richiesta dei permessi, l’armonizzazione di tempi e procedure a livello nazionale. Le proposte di efficientamento della rete elettrica.
In linea di massima, tutte le proposte contengono questa rosa di argomenti e non dovrebbe quindi essere un problema trovare la quadra per Enzo Amich (FdI), relatore in Commissione IX Trasporti e Telecomunicazioni del progetto di legge “Delega al Governo in materia di realizzazione e sviluppo di Data Center”.
Tempi stretti per normare il mercato
Bisognerà poi attenere un decreto ad hoc del Mimit, ma non ci dovrebbe volere molto tempo. La materia è quanto mai attuale e c’è sicuramente una certa urgenza di fornire un quadro ben definito anche perché grandi player come AWS e Microsft hanno già annunciato investimenti molto ingenti, rispettivamente di 1,2 miliardi e 4,3 miliardi di euro per realizzare nuovi data center nel nostro paese. Grossi investimenti, di cui non si conosce ancora nessun dettaglio, nemmeno l’impatto reale in Italia in termini di nuovi posti di lavoro.
La speranza è che nuovi data center possano nascere anche in zone diverse dai grandi hub, che si trovano intorno a Milano e Roma, e che possano quindi riguardare aree interne e montane adatte anche per la loro conformazione geografica ad ospitare nuovi data center.
Nodo fiscale
Fra gli aspetti più delicati da sciogliere c’è il nodo fiscale. Come abbiamo già scritto, l’aspetto fiscale è dirimente. La normativa fiscale italiana sui profitti dei data center non è chiara. Un paio di anni fa un grosso player internazionale è stato perseguito dal Fisco e ha deciso di patteggiare una multa per chiudere il contenzioso, pur svolgendo una semplice attività di stoccaggio dei dati (hosting), che secondo la normativa europea non è soggetta a doppia imposizione fiscale. La preoccupazione dei proprietari di Data center è che questa decisione della Procura di Milano diventi un precedente, per quanto la norma non lo preveda.