Il traffico dati globale stimato per il 2018 sarà pari a 11 zettabytes e l’incremento per gli anni successivi è atteso sempre a due cifre: 13 zettabytes per il 2019 e 15,3 per il 2020. Un trend esponenziale, quello calcolato da Cisco, con un tasso di crescita annuo del 27% (Carg 2016-2020), che è visto a dir poco in rialzo dai dati IDC, che nel white papaerr “Data Age 2025” indica in 163 zettabytes la dimensione della datasphere globale nel 2025.
La conseguenza più ovvia è che da una parte aumenterà la domanda di servizi cloud e dall’altra quella dei data center. Se per il cloud si arriverà a spendere 266 miliardi di dollari a livello globale nel 2021 (Gartner), il mercato mondiale dei data center vede oggi gli Stati Uniti in testa, in termini di investimenti e infrastrutture, con dietro l’Europa e al terzo posto l’Asia.
In termini globali, si stima che la spesa in data center raggiungerà i 283 miliardi di dollari nel 2020, con una crescita del 10% rispetto al 2014 (dati DCD Intelligence).
È di questi giorni la notizia che in Giappone, grazie alla partnership nippo-americana targata Mitsubishi – Digital Reality, saranno investiti più di 4,4 miliardi di dollari (circa 500 miliardi di yen) in nuovi data center per il 2022.
Nei prossimi cinque anni, il programma concordato tra le due aziende dovrebbe portare alla realizzazione di 10 nuovi data center in Giappone.
Digital Reality ha realizzato più di 170 data center in 11 Paesi di 4 continenti, tra cui, oltre il Giappone, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Olanda e Australia.
Proprio in Europa si sta registrando un crescente interesse verso tali infrastrutture e il nuovo Report JLL per il terzo trimestre 2017 indica in Londra e Amsterdam le città più attive sullo scenario: insieme rappresentano il 60% del mercato.
A livello di capacità, Londra è la capitale dei data center europei, con 488MW, seguita da Amsterdam a 292MW, quindi Francoforte al terzo posto con 251MW e il 19% del mercato (Parigi 180MW e il 19%, Dublino 97MW e il 9%).