Francia, il nuovo servizio di leva sara’ sperimentato nel 2019
28 giu 11:05 – (Agenzia Nova) – In Francia il servizio nazionale universale (Snu) entrera’ in vigore in via sperimentale a partire dal 2019, e sara’ obbligatorio per tutte le ragazze e ragazzi di 16 anni. Lo riferisce “Le Figaro”, spiegando che la nuova leva ha pochi aspetti che riguardano il settore militare. Il progetto ha un obiettivo principalmente educativo. Il periodo previsto e’ di un mese, con altri tre mesi che potranno essere effettuati su base volontaria. Il governo dovra’ rivedere la Costituzione per rendere obbligatorio il servizio. Il generale Menaouine, che ha preparato il rapporto sul Snu, presenta il progetto come “un piano di coesione nazionale, di mix sociale e territoriale”. Durante le prime due settimane i ragazzi vivranno insieme per aumentare la “coesione” sociale. Questa fase potra’ avvenire durante uno dei periodi di vacanze dell’anno. “L’idea e’ di fare uscire i liceali da casa loro, lasciandoli con una parte dei loro amici” afferma Menaouine. Nella seconda fase viene chiesto ai giovani di sviluppare un progetto in un’associazione come la Croce rossa o l’ordine dei cavalieri di Malta. La terza fase, facoltativa, dovra’ compiersi prima dei 25 anni e prevede varie attivita’.
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Presidenziali in Messico, violenza e corruzione spostano il voto verso il populista Lopez Obrador
28 giu 11:05 – (Agenzia Nova) – Ultime battute in Messico per la campagna elettorale che terminera’ con l’elezione del successore di Enrique Pena Nieto. Secondo il quotidiano spagnolo “El Mundo”, le presidenziali di domenica prossima passeranno alla storia non solo per la possibilita’ che termini il bipartitismo che da sempre impera in Messico ma anche per la quantita’ di cariche che si andranno a definire, ben 18.311. Gli elettori infatti saranno chiamati ad eleggere i nuovi rappresentanti di Camera e Senato, i nuovi governatori di Stato e migliaia di nuovi volti nei comuni e nelle amministrazioni locali. Gli analisti prevedono che lo scrutinio dara’ poche emozioni in quanto tutti i sondaggi danno per favorito Andres Manuel Lopez Obrador con 23 punti percentuali di scarto sul secondo aspirante presidente. Leader di Morena, formazione spesso assimilata alla spagnola Podemos, Lopez Obrador ha raggiunto questa posizione privilegiata grazie alla sua lotta contro corruzione e violenza. Al contrario, il Partito rivoluzionario istituzionale (Pri), che ha governato per 77 degli 89 anni di democrazia messicana, e’ dato in caduta libera. I sondaggi indicano che il suo candidato, Jose Antonio Meade, potrebbe cedere anche la seconda posizione a vantaggio del rivale Ricardo Anaya, che milita nelle file di Por Mexico al Frente.
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Usa, primarie: la vittoria di Alexandria Ocasio-Cortez scuote i Democratici
28 giu 11:05 – (Agenzia Nova) – Tra i risultati delle primarie tenutesi martedi’ negli Stati Uniti c’e’ una vittoria che piu’ di tutte ha lasciato senza parole il Partito democratico, ovvero quella della 28enne Alexandria Ocasio-Cortez contro uno dei piu’ potenti deputati democratici, Joseph Crowley. La giovane candidata, che non ha mai ricoperto cariche elettive, e’ di origine portoricana e membro dei Socialisti democratici d’America. La Ocasio-Cortez ha ricevuto piu’ del 57 per cento dei voti nelle elezioni primarie democratiche del 14esimo distretto dello stato di New York, un’area con una forte presenza della minoranza ispanica e che include i “boroughs” di Queens e Bronx. Se la Ocasio-Cortez alle elezioni per il Congresso di novembre sconfiggera’ il candidato repubblicano, Anthony Pappas, diventera’ la donna piu’ giovane mai eletta al Congresso, togliendo il primato a Elise Stefanik, rappresentante repubblicana di New York che aveva 30 anni quando e’ entrata in carica nel 2015. Figlia di madre portoricana e padre del Bronx, la Ocasio-Cortez si e’ laureata in Economia e relazioni internazionali presso l’Universita’ di Boston. Si e’ data alla politica durante il college, lavorando per il senatore Edward M. Kennedy, democratico del Massachusetts, su questioni relative all’immigrazione.
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Usa, il giudice Corte Suprema Kennedy annuncia il ritiro ed e’ gia’ scontro tra Trump e Democratici per la successione
28 giu 11:05 – (Agenzia Nova) – Il giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti, Anthony M. Kennedy, ha annunciato mercoledi’ 27 giugno che quest’estate andra’ in pensione. La notizia, scrive il “New York Times”, ha messo in moto una furiosa battaglia per il futuro della Corte Suprema, dando al presidente Trump l’opportunita’ di fortificare per generazioni l’impronta conservatrice dell’ordinamento giuridico Usa. Il giudice Kennedy, 81 anni, ha condiviso le opinioni progressiste sui diritti degli omosessuali, l’aborto e la pena di morte, anche se si e’ schierato con i conservatori su misure di delimitazione del diritti di voto, controllo sulle armi e finanziamenti privati delle campagne elettorali. La sua sostituzione con una giudice conservatore potrebbe rimodellare il panorama giudiziario del paese e potrebbe mettere in dubbio una serie di precedenti storici della Corte Suprema su questioni sociali, come l’aborto. Il giudice Kennedy ha consegnato una lettera di dimissioni a Trump mercoledi’ pomeriggio, poco dopo una riunione di mezz’ora alla Casa Bianca. Il presidente ha promesso di iniziare immediatamente a cercare il sostituto di Kennedy, dicendo che scegliera’ da una rosa di nomi composta da 25 giuristi di orientamento conservatore che aveva precedentemente identificato come i candidati per il prossimo posto vacante della corte. I giudici della Corte suprema sono nominati a vita e hanno tuttavia la facolta’ di ritirarsi quando non si ritengono piu’ in grado di esercitare adeguatamente il proprio mandato, ad esempio per malattia o per il raggiungimento di un’eta’ troppo avanzata. Quando un seggio diviene vacante, il presidente degli Stati Uniti provvede alla nomina del giudice con il consenso del Senato. I Democratici hanno annunciato di essere pronti a dare battaglia per evitare la nomina di un nuovo giudice prima delle elezioni di Medio termine.
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Spagna, la Catalogna chiede un nuovo referendum pattuito con lo Stato
28 giu 11:05 – (Agenzia Nova) – Il presidente della Catalogna, Quim Torra, ha annunciato che, in occasione della riunione prevista per il 9 luglio alla Moncloa, chiedera’ al premier Pedro Sanchez di convocare un nuovo referendum sull’indipendenza pattuito questa volta con lo Stato. La notizia trova ampio spazio su tutti i principali organi di stampa della Spagna. “Se convochiamo questo referendum vincolante, allora potra’ succedere di tutto: potrebbero vincere gli indipendentisti cosi’ come chi considera che sia meglio seguire la Spagna”, ha spiegato Torra. Questo progetto e’ “sempre stato sul tavolo, dall’inizio del processo e se lo Stato non sara’ recettivo di fronte a questa possibilita’, resta chiaro che partiremo dal referendum e dalla dichiarazione di indipendenza, e continueremo il cammino verso la formazione di una Repubblica catalana”, ha aggiunto Torra, insistendo sul fatto che sarebbe preferibile “trovare una soluzione come hanno fatto Scozia e Quebec”.
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Gran Bretagna, la Cina potrebbe prendere il controllo della futura TAV
28 giu 11:05 – (Agenzia Nova) – Potrebbero essere due compagnie cinesi a prendere il controllo della societa’ che in Gran Bretagna costruira’ la prima vera linea ferroviaria ad alta velocita’ del paese: lo scrive il quotidiano tradizionalista “The Times”, spiegando che i possibili concorrenti britannici sono troppo oberati di debiti ed alle prese con gravi problemi di gestione per assumersene il rischio finanziario. In ritardo rispetto ai principali paesi europei, la Gran Bretagna progetta di dotarsi di una prima vera linea ferroviaria ad alta velocita’ per collegare la capitale Londra, lungo la costa occidentale, alle citta’ di Birmingham, Leeds e Manchester: si chiamera’ High Speed 2 (HS2, “Alta velocita’ 2”) per distinguerla da quella che per la verita’ gia’ esiste, la HS1 che collega Londra al tunnel sotto la Manica. Ma la HS1 e’ lunga appena un centinaio di chilometri ed i treni che la percorrono hanno appena il tempo di raggiungere la velocita’ massima prima di dover rallentare per entrare nell’Eurotunnel; la futura HS2 invece sara’ lunga 530 chilometri, i treni arriveranno a toccare il 400 chilometri orari per buona parte del tragitto e secondo i piani dovrebbe entrare in funzione a fasi successive dal 2026 al 2033. Per la sua costruzione il governo ha messo in piedi una societa’ a capitale misto, per la quale ora cerca partner privati: la decisione e’ imminente, e sara’ fatta scegliendo fra tre offerte che parteciperanno alla gara di appalto. Il consorzio meglio piazzato per vincere l’asta, afferma il “Times”, e’ appunto quello formato da due societa’ cinesi: Guangshen Railway Co, una branca delle Ferrovie statali della Cina, e Mtr, la compagnia che gestisce la rete ferroviaria di Hong Kong, anch’essa ovviamente di proprieta’ statale. I due consorzi britannici concorrenti, guidati uno da Virgin Trains e l’altro da First Group, secondo il quotidiano londinese sono cosi’ nei guai, sia dal punto di vista finanziario che da quello operativo, che difficilmente potrebbero vincere la gara d’appalto. La possibilita’ che la futura principale linea ferroviaria della Gran Bretagna finisca nelle mani del governo cinese, commenta il “Times”, suscita grande preoccupazione per motivi di sicurezza nazionale: in passato, ricorda il giornale, la premier Theresa May ha bloccato il coinvolgimento della Cina nella centrale nucleare in costruzione ad Hinkley Point; lo scorso aprile il Centro nazionale britannico per la sicurezza cibernetica ha lanciato l’allarme sul ricorso da parte degli operatori telefonici del paese ad attrezzature e servizi forniti dalla compagnia cinese Zte; e piu’ recentemente il Parlamento ha criticato la cessione ad investitori cinesi della societa’ Global Switch, che si occupa della sensibilissima questione dello stoccaggio dei dati.
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Immigrazione, l’atteggiamento ambiguo del presidente Macron nella gestione della crisi migratoria
28 giu 11:05 – (Agenzia Nova) – Sul tema dell’immigrazione, il presidente francese Emmanuel Macron si presenta come “l’apostolo della cooperazione”. E’ quanto afferma “Libe’ration”, spiegando che il titolare dell’Eliseo vuole puntare sull’Europa per risolvere la crisi migratoria. Macron lavora sul dossier fin dal giorno in cui il ministro dell’Interno italiano, Matteo Salvini, ha chiuso i porti all’Aquarius, la nave dell’ong Sos Mediterrane’e. “L’atteggiamento di Macron ha suscitato molti interrogativi” nota il quotidiano, ricordando il silenzio dell’Eliseo nei giorni dell’Aquarius e le critiche arrivate in seguito alle ong. “Salvini aveva scelto questa nave per farne un esempio. Ci e’ stata tesa una trappola politica da un capo di partito durante la campagna elettorale”, affermano fonti vicine alla presidenza. In merito alla scelta di aprire il porto di Valencia assunta dal governo spagnolo, l’Eliseo afferma che si e’ trattato di un “gesto umanitario”. Tuttavia, Macron vuole dimostrare che non esiste una soluzione a di fuori del quadro europeo. L’articolo ripercorre i rapporti tra Parigi e Roma in queste ultime settimane. Dopo l’incontro all’Eliseo con il premier Giuseppe Conte lo scorso 15 giugno, i due leader si sono ritrovati lunedi’ sera a Roma per trovare una soluzione alla questione della nave dell’ong Lifeline.
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Nord Stream 2, la battaglia Usa contro l’oleodotto russo-tedesco
28 giu 11:05 – (Agenzia Nova) – Nella lista crescente di conflitti tra Berlino e Stati Uniti figura quello relativo al gasdotto russo-tedesco Nord Stream 2, che fornira’ alla Germania il gas naturale dalla Russia a partire dal prossimo anno. Thilo Wieland, amministratore delegato della controllata di Basf Wintershall coinvolta nel finanziamento del progetto, e’ convinto tuttavia che i tempi di realizzazione saranno rispettati. L’atteggiamento critico degli Stati Uniti non e’ nemmeno dovuto al presidente Donald Trump, ma frutto di una linea politica radicata a Washington, scrive la “Frankfurter Allgemeine Zeitung”. Nel 1982 il presidente Ronald Reagan impose sanzioni alle compagnie coinvolte nel gasdotto Yamal. Il conflitto si risolse solo quando l’Europa si impegno’ a ricevere non piu’ di un terzo delle sue forniture di gas dalla Russia. Tutti i governi Usa successivi hanno opposto le forniture di gas naturale dalla Russia all’Europa Occidentale. Tuttavia “Foreign Policy”, citando fonti della Casa Bianca, sostiene che gli Usa vogliano sanzionare le aziende che partecipano alla costruzione del gasdotto. Nel caso tedesco, sarebbero coinvolte Wintershall e Uniper. Brenda Shaffer, esperta di questioni energetiche presso il Consiglio Atlantico, ritiene che quanti accusano gli Usa di voler “sabotare” il progetto a vantaggio del gas da scisti Usa si sbaglino, e che la preoccupazione di Washington sia dovuta alla dipendenza europea dalla Russia in un settore rilevante per la sicurezza. Inoltre il Gpl americano non e’ attualmente competitivo con il gasdotto russo, ha affermato il membro del consiglio di Wintershall Wieland. La Russia e la Norvegia rimangono i piu’ importanti fornitori di gas naturale per l’Europa e la Germania, secondo Wieland. Gli Usa sono affiancati da Polonia e Ucraina nell’avversione al progetto. Ci sono anche voci critiche nella Commissione europea. Tuttavia la Finlandia e la Svezia hanno recentemente dato il loro assenso al progetto. Tutto cio’ che rimane ora sono i permessi russi e danesi. L’approvazione russa sembra essere una questione di forma. La Danimarca, apparentemente sotto pressione di Washington, potrebbe ritardarne la costruzione, ma non impedirla, pensa Wieland.
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Immigrazione, l’Italia pronta a sostenere la propria linea in sede europea
28 giu 11:05 – (Agenzia Nova) – Il ministro dell’Interno italiano, Matteo Salvini, ha visitato Tripoli lunedi’, ed ha incontrato l’omologo Abdulsalam Ashour. Col governo libico di Tripoli, che controlla solo una parte del paese nordafricano, Salvini ha discusso piani per la realizzazione di centri per richiedenti asilo a sud del confine libico. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si presenta con questo piano al Consiglio Ue di Bruxelles di oggi. Secondo il settimanale tedesco “Der Spiegel”, non pochi dei leader europei riuniti potrebbero essere aperti a questa idea, perche’ di fatto praticamente tutti gli Stati del Vecchio continente vogliono assorbire il minor numero possibile di immigrati; per quanto possibile, le valutazioni e le decisioni in merito ad asilo, diritto di residenza o ritorno nel paese di provenienza dovrebbero essere assunte proprio in Africa. Soprattutto quegli africani che non hanno una assistenza legale per l’asilo o protezione non dovrebbero assolutamente superare le frontiere esterne dell’Europa, perche’ il “rimpatrio” in quel caso non funziona. Tuttavia i vicini meridionali della Libia, il Niger e il Ciad, hanno poche strade, sono senza acqua per accogliere migliaia di persone, percio’ non sarebbero ragionevolmente in grado di organizzare campi piu’ umani rispetto a quelli libici. Creare una struttura di base per la semplice sopravvivenza dei migranti intercettati sulla loro strada verso l’Europa costera’ tempo e fondi ingenti. Il denaro lo dovrebbe mettere Bruxelles, secondo Roma. I leader che si riuniscono a Bruxelles stanno cercando una sorta di “accordo”. Diversi paesi europei, scrive il settimanale, hanno ceduto sotto la pressione dell’ondata nazional-populista. I “salvatori dell’Europa”, probabilmente, saranno anche in grado di trovare altri elementi dalla “cassetta degli attrezzi” del leader della Lega Salvini. Ad esempio la richiesta di inviare alla Libia piu’ navi, tecnologia e personale, come parte della “missione Frontex”. Solo allora i libici potrebbero opporsi “agli interessi criminali dei contrabbandieri”. E questo e’ l’unico modo per fermare “i viaggi della morte attraverso il Mediterraneo”, sostiene il ministro dell’Interno italiano. “Sembra una posizione ragionevole, quasi umana”, scrive lo “Spiegel”. E poiche’ la Libia e la Ue non sono ancora in grado di gestire tale compito, come ha gia’ affermato Salvini in diverse occasioni, anche la Nato dovrebbe essere coinvolta. Il settimanale tedesco considera pericoloso il fatto che il ministro italiano giudichi irrazionale la tensione dell’Alleanza atlantica verso Est e verso il “pericolo russo”, quanto la vera minaccia alla stabilita’ europea giunge da sud, sotto forma di flussi migratori incontrollati e terrorismo. Per finire, al centro delle “ricette” promosse dal ministro dell’Interno italiano c’e’ un definitivo giro di vite contro le ong. La reazione dei partecipanti al vertice e’ difficile da stimare. D’altra parte e’ gia’ chiaro che Conte non ha molto margine di manovra per avvicinarsi a uno o all’altro partner nelle discussioni.
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Italia-Ue, Conte minaccia “linea dura” su economia ed immigrazione
28 giu 11:05 – (Agenzia Nova) – Il primo ministro italiano Giuseppe Conte ha duramente criticato gli aspetti principali del progetto di riforma dell’Eurozona messo a punto la scorsa settimana da Francia e Germania, mettendo in chiaro che lui e’ pronto allo scontro sulle politiche economiche al cruciale vertice dei capi di Stato e di governo dell’Unione Europea, che oggi giovedi’ 28 giugno si apre a Bruxelles: lo scrive il quotidiano britannico “The Financial Times”, riferendo del contenuto del discorso tenuto da Conte ieri mercoledi’ 27 davanti al Parlamento italiano. Alla guida di un nuovo governo populista a Roma che negli scorsi giorni si e’ gia’ scontrato con i partner europei sulla questione dell’immigrazione, Conte ha dichiarato che il summit di Bruxelles puo’ diventare uno spartiacque per l’Italia, “per disegnare l’Europa che noi vogliamo”: il premier ha detto di voler rispettare in pieno gli impegni presi in campagna elettorale dai due partiti che sostengono il suo esecutivo, il partito anti-sistema Movimento 5 stelle (M5s) e la Lega di estrema destra, i quali avevano promesso un atteggiamento dell’Italia nei confronti dell’Ue piu’ combattivo di quello dei precedenti governi di centro-sinistra; l’Europa sentira’ da Roma “una voce ferma e risoluta”, ha detto Conte. Le condizioni dell’Italia alla riforma dell’Eurozona, commenta il “Financial Times”, alimentano ulteriormente i timori che il nuovo governo di Roma stia diventando il nuovo piantagrane del Continente, capace di bloccare il processo di integrazione in alcune aree-chiave e magari persino di far deragliare gli sforzi di Bruxelles per formare un fronte unito su questioni come le sanzioni contro la Russia, i trattati commerciali internazionali e la fase finale dei negoziati sulla Brexit. In particolare, annota il giornale della City di Londra, Conte ha fatto capire di essere contrario a diversi progetti che stanno a cuore alla Germania: innanzitutto la creazione del Fondo monetario europeo e la richiesta di una accelerazione dello smaltimento del monte di debiti a rischio che appesantiscono i bilanci delle banche italiane; il governo italiano inoltre vuole che la sorveglianza sulle politiche di bilancio degli Stati membri resti sotto la supervisione della Commissione europea. Questo approccio alla “battersi i pugni sul petto” del governo Conte, esemplificato dallo slogan “Prima gli italiani!”, secondo il “Financial Times” assai probabilmente sara’ assai gradito all’opinione pubblica interna della Penisola, sempre piu’ euroscettica; e, secondo i vertici di M5s e Lega funzionera’ anche nell’incombente negoziato con Bruxelles, dal quale l’Italia spera di ottenere maggiore flessibilita’ sui conti pubblici, proprio agitando la neppure tanto velata minaccia di bloccare il progetto europeo.
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