Anitec-Assinform, l’Associazione Italiana delle imprese ICT di Confindustria, è pienamente convinta dei contenuti dell’emendamento al DL Milleproroghe in materia di Radio DAB a firma dell’onorevole Alessia Rotta. Lo scrive Anitec-Assinform in una nota.
In altri termini, l’associazione considera la radio un accessorio che di fatto non fa parte delle funzioni obbligatorie fondamentali per uno smartphone. Tanto più che la radio FM si può già ascoltare sugli smartphone Android e di vecchia generazione, mentre sugli iPhone la funzione radio non c’è.
La proposta emendativa si rende infatti necessaria a chiarire un dubbio interpretativo generatosi in sede di conversione del DL Sblocca Cantieri – e soprattutto – a correggere la normativa italiana, che, per come è oggi, espone il nostro Paese a un esplicito contrasto con il codice europeo delle comunicazioni elettroniche, oltre ad esporre il comparto al rischio di sanzioni.
Il codice europeo delle comunicazioni, che dovrà necessariamente essere recepito dal nostro Paese entro il prossimo dicembre, esenta infatti esplicitamente – articolo 113, par.2 – gli smartphone dall’obbligo di supportare la tecnologia DAB, insieme ad altre specifiche ragionevoli esclusioni, che peraltro ad oggi non trovano ancora riscontro applicativo nella normativa italiana.
Anitec-Assinform sostiene pertanto fermamente la necessità di pronta approvazione dell’emendamento proposto dall’On. Rotta che risponde puntualmente alla necessità di correggere un errore senza mettere in discussione in alcun modo il sostegno all’innovazione tecnologica, che da sempre costituisce la mission di Anitec-Assinform.
“L’emendamento è un doveroso contributo alla chiarezza normativa e all’armonizzazione degli ordinamenti nazionali nel pieno rispetto del perimetro delle norme europee, sostiene Marco Hannappel – vice presidente Anitec-Assinform con delega all’elettronica di Consumo – per poter operare in un sistema di mercato unico favorendo, al contempo, il pieno e armonico sviluppo dell’innovazione digitale nel totale rispetto delle normative europee e la salvaguardia dei livelli occupazionali del comparto.”
La posizione opposta di Confindustria Radio Tv
Diametralmente opposto l’orientamento di Confindustria Radio Tv.
Il processo di sviluppo digitale della radio, si legge nella nota, con introduzione dell’interfaccia DAB sui telefonini, si legge in una nota, non può subire rinvii ulteriori, dopo la data limite del 31 dicembre 2020, ultima scadenza fissata per legge e su cui l’intero sistema radiofonico italiano si è correttamente concentrato, con investimenti, organizzazioni e produzioni, per garantire massima e migliore diffusione digitale verso gli utenti. Confindustria Radio Tv, con tutto il gruppo delle radio associate, esprime perciò forte contrarietà all’emendamento presentato sul DL c.d. “Milleproroghe” (AC 2325), da parte dell’On. Alessia Rotta che intende rinviare ulteriormente tale scadenza. Sarebbe una scelta ingiusta e illogica, contraria all’innovazione. Andrebbe, inoltre, nella direzione opposta agli impegni assunti del Governo per lo sviluppo della digitalizzazione, anche nel rispetto delle direttive e alle migliori e più convenienti pratiche europee.
L’emendamento attualmente risulta accantonato ma, a giudizio di CRTV, deve essere ritirato e per questo rivolge un vivo appello al Ministro dello Sviluppo Economico, all’intero Governo e al Parlamento, affinché si confermi quanto già deciso con la legge 32/2019 (ex decreto sblocca cantieri), sulla cui base sono stati programmati investimenti e interventi e attività organizzative, tecniche e produttive delle imprese per la digitalizzazione della radio e per un corretto orientamento dei consumatori. Diversamente non solo si danneggerebbe la radiofonia e non solo verrebbe spiazzato il mercato già indirizzato dalla legge, ma sarebbero puniti coloro che credono su quanto le leggi prescrivono.
Confindustria Radio Tv ritiene che rimandare ulteriormente lo sbarco del DAB+ radiofonico sui terminali di telefonia mobile creerebbe un problema organizzativo, produttivo e di mercato non indifferente, per giunta ad un mese dall’entrata in vigore dell’obbligo di vendita ai consumatori dei device DAB+. Altrettanto danno ci sarebbe per la libertà di scelta dei consumatori, a causa di un ulteriore prolungamento dell’uso irragionevole e non pianificato delle radiofrequenze. “Digitalizzazione” non può essere uno slogan.