La pandemia di Coronavirus ha comportato per molti di noi un aumento del tempo passato sui nostri dispositivi elettronici connessi in rete e anche del numero stesso di device accesi in casa. Tra smart working, didattica a distanza e intrattenimento, siamo sempre più online e questo ci rende più vulnerabili ai cyber attacchi.
Secondo uno studio pubblicato da Leonardo, durante il blocco delle attività e la quarantena, sono state scoperte 230 mila campagne di malspam a tema Covid-19 in tutto il mondo, il 6% lanciate contro l’Italia.
Nel nostro Paese, ad esempio, la Polizia Postale ha denunciato un aumento spropositato degli attacchi informatici, stimato attorno al +318% negli ultimi 12 mesi.
Uno scenario in continua evoluzione e probabilmente in peggioramento. Per questo motivo anno dopo anno si registra un aumento, anche consistente, degli investimenti in tecnologie e servizi di cyber sicurezza, da parte di imprese, come di amministrazioni pubbliche.
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Nel nuovo Rapporto di Canalys, si stima che entro la fine dell’anno la spesa in cybersecurity technologies potrebbe arrivare a toccare i 43,1 miliardi di dollari a livello globale (40,8 miliardi nel 2019), con un incremento calcolato attorno al +5,6%.
Un dato, però, che i ricercatori si affrettano commentare come “scenario migliore” rispetto a quanto accaduto finora nel 2020. L’epidemia di Covid-19 potrebbe continuare ad impattare negativamente sui piani di investimenti in soluzioni di Information technologies (IT) da parte di aziende ed enti pubblici.
La buona notizia è che nello “scenario peggiore”, comunque, la spesa in cybersecurity nel mondo sarà positiva, con un aumento del +2,5% a 41,9 miliardi di dollari.
Le valutazioni pre Covid-19 stimavano gli investimenti in questo settore aumentare ad un tasso di crescita annuo del 13%, nel periodo 2020-2027, dai 112 miliardi di dollari del 2019 ai 281,7 miliardi del 2027.