Telemedicina, data center dedicati, architetture cloud per distribuire in maniera capillare efficienti servizi di assistenza in tutto il territorio nazionale, sono solo alcuni degli interventi che da qui ai prossimi cinque anni saranno realizzati in molti Paesi del mondo.
La digitalizzazione del comparto sanitario porta inevitabilmente con sé una maggiore spesa in cybersecurity, stimata da Cybersecurity Ventures in 65 miliardi di dollari in 5 anni, dal 2017 al 2021. Una cifra calcolata dai ricercatori in base agli ultimi dati sugli attacchi ransomware, che quadruplicheranno dal 2020 secondo lo studio.
Quello accaduto nei giorni scorsi con l’attacco WannaCry è solo l’ennesimo campanello d’allarme. “Operatori sanitari sprovveduti, sistemi informatici obsoleti, mancanza di cultura informatica e della sicurezza, sono gli elementi che caratterizzano una situazione assolutamente favorevole ai cyber criminali, che facilmente portano a compimento i loro attacchi”, ha commentato Steve Morgan, fondatore e direttore di Cybersecurity Ventures.
“E questo spiega anche la tendenza a pagare da parte delle strutture sanitarie colpite da ransomware come WannaCry, cosa che sta peggiorando il panorama, attirando un maggior numero di attacchi proprio nel settore sanitario”.
Digitalizzare le strutture sanitarie, introdurre nuove tecnologie e offrire nuovi servizi in rete ai pazienti è importante tanto quanto proteggere tutto questo in maniera efficace.
La spesa in cybersecurity nel settore sanitario a livello mondiale registrerà un incremento del 15% nel 2021. I dati dei pazienti, la funzionalità del sistema nel suo insieme, le informazioni di carattere sanitario e scientifico contenute nei database del sistema sanitario nazionale, sono aree sensibili che vanno protette e garantite da qualsiasi tipo di attacco e intrusione.