l'indagine

Cybersecurity, le aziende italiane hanno speso 1,5 miliardi nel 2018. Ma il 97% restano indifese

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Ecco i dati della nuova indagine di EY che fotografa lo stato di salute delle imprese nel nostro Paese. Tanti investimenti nel 2018 ma ancora tanta strada da fare: 'Il 97% delle aziende italiane dispone di risorse non adeguate al livello di sicurezza informatica richiesto'.

Nel 2017 il settore della sicurezza informatica ha raggiunto, in Italia, un valore di 1,4 miliardi di euro e si prevede che arrivi a circa 1,5 miliardi nel 2018. Sono questi i dati presentati oggi a Milano nella nuova edizione della EY Global Information Security Survey 2018-19 (GISS), il rapporto che fotografa annualmente le tendenze in atto nel settore della cybersecurity a livello nazionale e globale.

Tanti i dettagli evidenziati all’interno della ricerca, a partire dal fatto che, negli ultimi tre anni, il 45% delle imprese italiane ha effettuato acquisti di beni e servizi collegati alla cybersecurity. Numeri importanti che rappresentano come la sicurezza informatica rappresenta anche un’opportunità di crescita: il 60% delle aziende pensa di incrementare il budget sulla sicurezza informatica di più del 10%.

Il 97% delle aziende italiane non dispone di risorse adeguate

In questo contesto, la situazione che emerge dal sondaggio EY – l’indagine, basata su interviste a circa 1.400 top manager delle più grandi aziende a livello internazionale – rivela che l’87% delle imprese a livello globale e il 97% di quelle italiane dispone di risorse non adeguate al livello di sicurezza informatica richiesto. Il 55% delle imprese, inoltre, a livello sia italiano sia globale, non integra la protezione dell’organizzazione nella propria strategia aziendale complessiva e nei piani esecutivi.

Dal sondaggio emerge anche che solo il 14% degli intervistati in Italia (8% a livello globale) ritiene che il proprio sistema di sicurezza informatica soddisfi pienamente le loro esigenze. Il 38% delle aziende su base globale e il 42,5% tra quelle italiane dichiara che probabilmente non riuscirebbe a identificare un attacco cyber sofisticato, mentre il 62,5% delle aziende italiane dichiara di aver avuto almeno un incidente significativo a livello di sicurezza informatica.

Cloud, IoT e IA gli investimenti maggiori

Per rispondere alla nuova sfida della cybersecurity, la gran parte delle aziende (il 73% in Italia, il 77% a livello globale) punta oggi su tecnologie avanzate quali l’intelligenza artificiale, l’automazione dei processi robotici e gli analytics, che consentono di ottimizzare la capacità di identificare le vulnerabilità e fronteggiare gli attacchi.

Secondo lo studio EY, quest’anno, le aziende investiranno, con riferimento alla cybersecurity, soprattutto in cloud computing (53%), cybersecurity analytics (40%) e Internet of Things (38%), ambito, quest’ultimo, che registrerà in Italia il maggior incremento di spesa (+44,4%).

Dal sondaggio emerge che i dipendenti negligenti o inconsapevoli (67%), i controlli di sicurezza obsoleti (42%), in particolare quelli relativi a smartphone e tablet (30%), e l’accesso non autorizzato (21%) sono considerati dalle imprese come i principali fattori di vulnerabilità. Dal sondaggio EY emerge anche che solo il 23% delle imprese a livello globale ritiene necessario integrare le policy di sicurezza nei piani strategici e solo nel 67% dei casi la persona direttamente responsabile della sicurezza delle informazioni fa parte del top management.

Fabio Cappelli, Partner EY Responsabile Cybersecurity per Italia, Spagna e Portogallo, commenta: “Le imprese oggi investono sempre più nelle tecnologie emergenti come parte della loro trasformazione digitale, che crea molteplici e nuove opportunità, ma allo stesso tempo anche nuove vulnerabilità e minacce. Il successo di questi programmi dipende anche dalla capacità dell’impresa di mantenere elevato il livello di fiducia dei propri clienti. La sicurezza informatica è funzionale a questo obiettivo, a patto che sia integrata nel DNA dell’impresa e diventi parte integrante della strategia aziendale“.

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