A livello regionale le società in-house svolgono un lavoro centrale per svolgere tutti gli adempimenti previsti nella trasformazione digitale del Paese e nel raggiungimento degli obiettivi delle politiche nazionali in termini di realizzazione e gestione delle infrastrutture strategiche.
Il nostro tempo però impone delle sfide crescenti, soprattutto in termini di sicurezza informatica e fisica di queste infrastrutture e di urgenza formativa delle vecchie e nuove generazioni.
Questi i temi al centro del panel “Cybersecurity, Scientific Research and STEM Viewpoint: In-House Role in Digital Innovation” della Conferenza internazionale “Telecommunications of the Future” promossa dal CNIT e organizzata dal nostro editore Supercom, di cui Key4biz è tra i media partner.
Secondo Andrea Billet, Direttore, Servizio Certificazione e Vigilanza, ACN, “quella che osserviamo è una convergenza di tecnologie innovative sui servizi di connettività. La rete mobile è funzionale anche all’offerta di servizi di AI, tramite gli orchestratori, che non hanno bisogno di operatore umano. La sicurezza delle reti di nuova generazione riguarda un’intera filiera.
Le società che fanno telecomunicazioni sono le più tartassate dal punto di vista degli adempimenti regolatori. C’è in tema di costo della regolamentazione. Il rapporto Draghi è impietoso, perché ha sottolineato quanto questo costo incide per questi soggetti e i loro investimenti.
Una regolamentazione collaborativa permette di avere il miglior bilanciamento questi costi e l’effetto sul mercato.
Il ruolo delle in-house regionali nel prossimo futuro sarà fondamentale, perché elemento chiave per il presidio del territorio. si possono anche concentrate tutti i servizi digitali in un solo luogo, ma serve un capitale umano di competenze e deve nascere da un’aderenza nei luoghi dove questa conoscenza viene applicato”.
“Da quanto Assinter è nata nel 2008 il mondo è cambiato. Da qualche anno la stessa associazione ha sviluppato la sua community dove fare networking mettendo assieme soci pubblici e realtà private ICT, circa 20, di grande rilievo. Siamo il luogo in cui l’informatica pubblica si confronta, collabora e lavora con quella privata.
Nei territori le in-house meglio esprimono le necessità del pubblico. Hanno un valore enorme. Noi abbiamo un sistema di data center pubblici all’avanguardia, realizzati nel tempo con investimenti pubblici e regionali rilevanti. Abbiamo un sistema di data center di qualità elevata. Non ci confrontiamo con gli hyperscaler, ma sui territori garantiamo il mantenimento del dato. Le in-house hanno lavorano trasversalmente sui territori e molti dei dati che ci riguardano sono in un data center pubblico, almeno nelle regioni dove ci sono le in-house.
Questo è un valore importante nel tempo della trasformazione digitale e in termini di cybersecurity. Il primo punto di attacco sono le nostre infrastrutture. Dal 2023 al 2024 gli attacchi informatici si sono incrementati del 15% e gran parte di essi sono gravi. Al primo posto di sono gli attacchi al mondo pubblico e ai dati che conserviamo nei nostri data center. Le in-house garantiscono sviluppo e sicurezza per le regioni e l’intero paese.
La nostra Academy ha formato centinaia di persone per le sue società e partner privati, con formazione altamente specialistica prodotta da professori provenienti dai principali atenei italiani che contribuiscono alal formazione del nostro personale, perchè le competenze sono l’elemento chiave di questo ecosistema”, ha spiegato Antonello Ghisaura, Direttore, ASSINTER Italia.
“Voglio coniugare alcuni espetti chiave, sollevando delle riflessioni. Qualità dei servizi. Abbiamo bisogno di nuove soluzioni per misurarla. Ci sono alcuni tentativi, ma non sono sufficienti. Altro tema da affrontare è la ridondanza, è impensabile che vada giù un servizio ed è impensabile anche dal punto di vista etico rispetto all’utenza.
Noi siamo un territorio fragile, dove ci sono alluvioni e avvengono terremoti. La gente rimane isolata in termini di comunicazioni digitali e vuol dire che si sta violando un diritto. Il presidio è centrale. Un’infrastruttura rilevante deve avere qualcuno sempre presente? Certo, per un motivo semplice, quando diventi ‘sordo e cieco’ di fronte ad un qualsiasi fenomeno minaccioso, se c’è qualcuno lì puoi intervenire, altrimenti no.
C’è un tema di latenza. Alcuni applicativi sopra i cinque secondi non vanno. Se ho un data center lontano non ci stiamo in questi tempi. La prossimità è un volere prestazionale. Non bisogna ragionare solo in termini sovranistici, ma anche di prestazioni ed efficienza. Stiamo realizzando presidi locali della sicurezza che parlano con tutti, dalle Poste alle forze di sicurezza, e portano cultura della sicurezza che non c’era prima.
Abbiamo infine un enorme problema di formazione e competenze. I giovani sono attratti altrove e il personale della pubblica amministrazione è anziano. Abbiamo bisogno di laureati Stem, irrinunciabili per portare avanti la trasformazione digitale del Paese”, ha dichiarato Gianluca Mazzini, Direttore Generale di Lepida.
Laura Di Raimondo, Direttore di ASSTEL, ha ricordato che “la sfida è grande e ce la giochiamo oggi sul territorio nazionale. Il tema della centralità delle connessioni e dei servizi avanzati credo che sia stato affrontato grazie ad un lavoro che abbiamo fatto assieme. Un fatto non scontato. Il senso di urgenza è chiaro, la sfida l’abbiamo oggi. C’è la capacità di mettersi in gioco, ma il tema vero è che più passa il tempo e più si fa urgente affrontare il tema del Pnrr e di che fine faranno gli investimenti. C’è un caso Italia e c’è un fattore tempo. Anche il privato si è fatto vecchio in termini di età del personale. C’è quindi anche un tema di transizione demografica che pesa sul nostro futuro. Si parla di silver economy non a caso. La formazione è un investimento permanente per portare avanti l’innovazione e adottare le nuove tecnologie come l’AI.
Non solo la PA, anche le imprese private rischiano di non essere più attrattive rispetto alle aspettative delle nuove generazioni, che guardano sempre più all’estero”.