Secondo il rapporto odierno redatto dall’International Telecommunication Union (ITU), l’agenzia Onu che si occupa di Tlc e politiche della rete, l’Italia si trova al 15esimo posto (su 19) tra le nazioni europee prese in considerazione riguardo alla sicurezza informatica. Non siamo in testa e c’era da aspettarselo, vistii recenti attacchi informatici (WannaCry e soprattutto Petya) che hanno colpito il nostro paese, vittima preferita dagli hacker di tutto il mondo.
Da quanto riporta il Global Cybersecurity Index, giunto alla seconda edizione, i fattori che mandano il nostro paese al 31esimo posto a livello globale sono molteplici, ma in generale, il problema più grave riguarda le scarse misure legali e normative contro hacker e cybercriminali e ancora, la mancanza di standard sulla sicurezza informatica per i professionisti del settore. Mancano ad esempio gli standard etici di base per chi si occupa di cybersecurity.
Inoltre aggiunge l’ONU, per quanto riguarda le strategie da adottare in futuro, l’Italia non ha un piano con adeguate misure di prevenzione, in particolare in previsione di nuovi tipi d’attacco che sono sempre dietro l’angolo vista la rapidità con cui si manifestano sempre nuovi malware.
L’Onu non boccia completamente l’Italia, anzi. Vengono elogiati e apprezzati i progetti per la protezione dei minori online, come il recente DPCM sul programma nazionale di protezione cibernetica e sicurezza informatica, che ha dato il via libera ad un’agenzia ad hoc responsabile per la tematica. L’Onu aggiunge che l’Italia ha una buona legge sulla cybersecurity e una solida rete di Computer Emergency Response Team (CERT) a livello nazionale, governativo e settoriale. Chiede però impegni e investimenti maggiori su questo tema per evitare di dare un vantaggio economico enorme ai vari gruppi di cyber criminali che negli ultimi mesi hanno terrorizzato e ricattato aziende di tutto il mondo.
Level of commitment: from Green (highest) to Red (lowest)
Ma quali sono i paesi europei che hanno fatto di più per la cybersecurity?
In Europa la migliore è l’Estonia che dopo i cyber attacchi subiti nel 2007, ha avviato grazie al sostegno della NATO una totale rivoluzione digitale. Segue la Francia, che stando a quanto riportato sta investendo tanto sulla formazione degli esperti cyber. Al terzo posto la Norvegia, il paese europeo più attento alla tutela della privacy dei propri cittadini con un ottimo quadro d’insieme di leggi e normative cyber.
L’italia, come detto, è al 15esimo posto in Europa, dietro di lei fanno peggio solo Polonia, Danimarca, Repubblica Cieca e Lussemburgo.
A livello mondiale i 10 paesi più attenti alla sicurezza informatica sono Singapore, Stati Uniti, Malesia, Oman, Estonia, Mauritius, Australia, Georgia, Francia ,Canada e Russia (a sorpresa) La maglia nera invece va a Guinea Equatoriale, alla Repubblica Centrafricana e allo Yemen.