“Sono molto preoccupata dai più recenti trend che riguardano la cybersecurity, soprattutto in Europa”. Lo ha detto Kris Lovejoy, Global Practice Leader, Security and Resiliency, Kyndryl, nel suo intervento a ‘CyberSEC2025 – AI, Crittografia Post-Quantum, Spionaggio e Geopolitica: il nuovo mondo della Cybersecurity’, la 4^ edizione della Conferenza internazionale promossa e organizzata dal nostro giornale, in corso il 5 e il 6 marzo a Roma presso i Saloni di Rappresentanza della Caserma Salvo D’Acquisto.
Il panorama dei dispositivi attaccabili e a rischio cyber è enorme ed è aumentato in maniera esponenziale durante il Covid, ricorda Lovejoy, sottolineando un altro aspetto di fragilità, vale a dire il massiccio e persistente ricorso a tecnologie legacy.
Un tema che riguarda la maggior parte dei fornitori di infrastrutture missione critical e che in Europa si fa ancora più sentire, anche perché “il 36% delle infrastrutture IT in Europa è a fine vita”, aggiunge Lovejoy: “E’ un problema”.
Tanto più che fra le priorità della nuova Commissione von der Leyen è la necessità per l’Europa di imprimere una svolta sul fronte della modernizzazione tecnologica. I gap ci sono, a partire dalla componente energetica passando appunto per le reti obsolete. “Ci sono dei gap, la Ue deve investire in tecnologie ma anche puntare sulla deregulation”, aggiunge Lovejoy.
Troppe legislazioni nella Ue, con gli stati membri che anche sulla cybersecurity si muovono in ordine sparso.
Il tema della deregulation legata anche alla cybersecurity diventa quindi centrale. “In che modo vuole porsi l’Europa e in particolare l’Italia sul tema della deregulation?”, domanda Lovejoy girando il quesito alla platea dei decisori politici.