Key4biz

CyberSec2025: Gabrielli (Polizia Postale): “Abbiamo puntato su investigatori con grandi capacità tecniche”

In queste ultime settimane le istituzioni nazionali italiane sono state oggetto di numerosi cyberattacchi. Di questo argomento e dell’insieme degli attacchi informatici che hanno interessato i settori più strategici del nostro Paese, ha parlato Ivano Gabrielli, Direttore del Servizio, Polizia Postale e delle Comunicazioni, alla quarta edizione del “CyberSec205. AI, Crittografia Post-Quantum, Spionaggio e Geopolitica: il nuovo mondo della Cybersecurity”, Conferenza internazionale promossa e organizzata dal giornale Cybersecurity Italia, evento annuale di riferimento in Italia per la sicurezza cibernetica e la resilienza digitale, incentrato sulle sfide e le opportunità del futuro della sicurezza informatica globale, in corso a Roma il 5 e 6 marzo 2025 presso I Saloni di Rappresentanza della Caserma dei Carabinieri “Salvo D’Acquisto”.

Intervistato da Luigi Garofalo, Direttore di Cybersecurity Italia, riguardo agli attacchi effettuati da parte di cybergang ai siti istituzionali italiani, Gabrielli ha spiegato che in linea di massima “parliamo di azioni che riguardano la sfera dell’attivismo, che puntano a sottolineare posizioni politiche e a premere sull’opinione pubblica. In sostanza, parliamo più di messaggi politici che di effetti cyber concreti, rivolti generalemnte alla situazione dell’Ucraina”.

Nel 2024, in Italia si sono registrati circa 12 mila attacchi informatici, con 178 persone indagate e quasi 60 mila alert diramati durante i 12 mesi. Interpretando questi risultati, Gabrielli ha spiegato che c’è stato un punto di svolta preciso nella cybersfera.

Il 2022 è un punto di svolta per capire come alcuni attacchi sono avvenuti e come alcuni gruppi hanno iniziato a muoversi. Bisogna entrare dentro questi dati per capire quanto sono dannosi i cyber attacchi odierni. Oggi parliamo di criminalità cibernetica che è in grado di muoversi con semplicità su diverse linee di attività, ben strutturate, anche con l’obiettivo di vendere servizi di cybercrime anche ad altri gruppi criminali. È un territorio che oggi mostra numerosi assetti, da quallo finanziario a quello industriale e produttivo. Questo ci obbliga ad agire su più fronti, con una capacità di risposta su tutto il territorio nazionale, anche con l’ingresso di nuovi soggetti istituzionali, come la magistratura, per poter far fronte ad una maggiore capacità di attacco da parte di questi gruppi”, ha spiegato Gabrielli.

Garofalo ha poi affrontato il caso Carmelo Miano, che ha operato all’interno del ministero della Giustizia fino al 2024. Gabrielli ha illustrato come questo soggetto ha lavorato e in che modo le Istituzioni sono riuscite ad intervenire per porre a termine l’illecito.

La struttura messa in campo da Miano e altri soggetti aveva la stessa valenza di una minaccia persistente. È sicuramente una vicenda peculiare, al pari di altre, che attesta il disequilibrio esistente tra le strutture chiamate a dotarsi di misure di sicurezza rilevanti e chi invece riesce effettua cyber illeciti per penetrare all’interno delle strutture stesse e creare danni enormi. Per colmare questa disomogeneità, ci siamo dotati di un modello che privilegia competenze tecniche e capacità investigative sul terreno. La tecnologia è solo uno strumento – ha precisato Gabrielli – servono soprattutto queste abilità. Abbiamo cercato di costruire investigatori con grandi capacità tecniche, in grado di accrescere le proprie competenze. Questo è l’investimento più importante per noi”.

Exit mobile version