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CyberSEC2025, Beccia (NATO): ‘AI, Cybersecurity e geopolitica il nuovo campo di battaglia dell’era digitale’

“La cybersecurity è un lavoro di squadra. Si tratta di un ambito ampiamente asimmetrico dal punto di vista degli sforzi per assicurarla e dei rischi. E’ in ballo una forte complessità sul fronte delle competenze necessarie, delle tecnologiche e del risk management”, ha detto Mario Beccia, Deputy Chief Information Officer for Cybersecurity, NATO nel suo interventoa ‘CyberSEC2025 – AI, Crittografia Post-Quantum, Spionaggio e Geopolitica: il nuovo mondo della Cybersecurity’, la 4^ edizione della Conferenza internazionale promossa e organizzata dal nostro giornale, in corso il 5 e il 6 marzo a Roma presso i Saloni di Rappresentanza della Caserma Salvo D’Acquisto.

“Le organizzazioni non sono in condizione di rispondere ai rischi cyber in autonomia, serve una collaborazione globale”, aggiunge Beccia, secondo cui il controllo capillare delle infrastrutture garantisce comunque un vantaggio competitivo non indifferente. In questo contesto, il ruolo della industry è fondamentale.

Ma quali sono i principali driver tecnologici? “Comunicazioni satellitari, Large Language Model e AI generativa,  crescita del mercato del Cloud trainata dall’AI, Attacchi DeepFake, infrastrutture digitali come asset strategici”, dice Beccia.

In altre parole, la Cybersecurity e il suo sviluppo è legato d oppio filo a quello dell’AI e del Cloud.

“Cloud e cybersecurity sono elementi basilari per lo sviluppo dell’AI”, aggiunge Beccia, sottolineando che il substrato delle infrastrutture digitali è una precondizione fondamentale che va garantita con il costante controllo degli asset.

Quali sono le principali minacce geopolitiche?

“Russia, Cina, Corea del Nord e Iran”. Beccia snocciola i nomi degli stati canaglia, i most wanted per le minacce cyber. La Russia non scherza, con un incremento dell’800% degli attacchi dopo l’invasione dell’Ucraina, sostenuti da massicce campagne di disinformazione.

La Cina è in testa, con 40 gruppi di minacce avanzate persistenti.

La Corea del Nord dal canto suo può contare su ampi finanziamenti per le sue attività cyber, mentre l’Iran ha sviluppato contatti sempre più stretti con Hezbollah.

Tutto ciò incide ovviamente sugli equilibri geopolitici accelerando il ruolo delle tecnologie nell’andamento dei conflitti come mostra ad esempio l’utilizzo dei satelliti di Starlink in Ucraina.  

Una delle conseguenze di questa evoluzione è “la crescente difficoltà di distinguere con chiarezza il tempo di pace, le crisi e i conflitti. La soglia di attività dannosa accettabile si sta alzando rapidamente. Il cyberspazio (e l’intelligenza artificiale) dipendono fortemente dalle infrastrutture civili che variano da paese a paese. Gli effetti di un conflitto cinetico in un’area geografica si espandono nel cyberspazio, creando un effetto eco inimmaginabile pochi anni fa. La preparazione e le misure preventive sono essenziali. La cooperazione con l’industria è un fattore chiave” aggiunge Beccia.

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