Il 60,9% ha ricevuto un sms o un messaggio su WhatsApp con l’invito a cliccare su un link sospetto, il 56,0% è stato bersaglio di e-mail ingannevoli che chiedevano informazioni sensibili, il 15,9% ha ricevuto la richiesta di denaro da persone conosciute sul web, l’8,9% è stato truffato facendo acquisti online, il 6,6% ha scoperto pagamenti fraudolenti eseguiti con la propria carta di credito.
Il 76,9% degli italiani si è imbattuto in almeno una truffa o minaccia digitale
In totale, si legge nel capitolo ‘Sicurezza e cittadinanza’ del 57esimo Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2023 in cui si rileva che i reati informatici aumentano significativamente, il 76,9% degli italiani si è imbattuto in almeno una minaccia digitale nell’ultimo anno (e la percentuale sale all’87,3% tra i nativi digitali)
L’8,8% degli intervistati si e’ intrattenuto con persone conosciute sul web che avevano dichiarato una identita’ falsa, l’8,5% ha scoperto account fake sui social network, l’8,2% ha subito una violazione della privacy con la condivisione non autorizzata di dati, foto o video. Di fronte a pericoli cosi’ diffusi, l’85,9% degli italiani e’ preoccupato per la propria sicurezza informatica e il 58,8% adotta misure concrete per difendersi.
La consapevolezza dei rischi e l’adozione di contromisure sono pero’ fortemente influenzate dal livello di istruzione e dall’eta’, con una parte rilevante del corpo sociale che resta un facile bersaglio della criminalita’ online.
Aumento della truffa smishing
Lo smishing, il phishing tramite SMS, è uno dei tipi di truffa più insidiosi. Perché il messaggio ti arriva nel “thread” degli SMS inviati in precedenza dalla tua banca.
L’utente riceve un messaggio sms, apparentemente inviato dalla propria Banca, contenente avvisi di movimentazioni sospette o problemi di accesso al servizio dell’home banking e viene invitato a cliccare su un link che rinvia, in realtà, ad un sito clone dell’istituto bancario, tramite il quale viene indotto a inserire le proprie credenziali (username, password, numero di telefono cellulare, nonché codice fiscale e indirizzo di posta elettronica).
A tal fine, i criminali contattano telefonicamente o via sms le vittime utilizzando un numero di telefono che viene rilevato dagli apparati cellulari come riferibile a quello della Banca (i sistemi operativi degli apparati cellulari individuano il solo mittente inserito dai truffatori e non il numero utilizzato); tale circostanza induce gli utenti a ritenere di essere in contatto con veri funzionari degli istituti di credito.
Vengono, quindi, impartite disposizione ai clienti finalizzate a far rimuovere l’applicazione di accesso alle proprie posizioni di home banking che viene subito dopo reinstallata dai truffatori che prendono così il completo controllo dei conti correnti. Recentemente, si è verificata un’ulteriore evoluzione del fenomeno criminale che consiste nel movimentare le somme presenti nei conti correnti colpiti attraverso l’esecuzione di bollettini postali online. Questa modalità, spiega in una nota la Polizia, a differenza dei bonifici bancari, presenta il vantaggio per i criminali di poter movimentare somme di denaro anche ingenti con operazioni non revocabili dall’utente.
Alcuni consigli
È bene ricordare che le banche non inviano mai email, sms o chiamano al telefono per chiedere di fornire le credenziali di accesso all’home banking o all’app, i dati delle carte di credito o la variazione dei dati personali.
Se ricevi email, sms o telefonate che ti chiedono di fornire dati bancari, chiama immediatamente la tua Banca e/o rivolgiti alla Polizia Postale:
- non aprire gli allegati o i link contenuti nelle e-mail o sms;
- tieni sempre aggiornato l’antivirus e il sistema Operativo: dispositivi aggiornati sono più sicuri.