Le criptovalute frutto di reati informatici
L’Internal Revenue Service (IRS) è l’agenzia governativa deputata alla riscossione dei tributi sul territorio degli Stati Uniti e nel suo Report annuale ha diffuso alcuni dati sulle azioni di contrasto al crimine informatico in relazione alle criptovalute e alle truffe dedicate.
Stando allo studio, nel 2021 sono state sequestrate criptovalute frutto di frodi e truffe negli Stati Uniti per un valore complessivo di 3,5 miliardi di dollari, praticamente il 93% di tutti i sequestri effettuati nell’anno in corso.
Diversi i casi su cui ha lavorato la cybercrime unit dell’IRS, tra cui l’arresto di Roman Sterlingov, che gestiva uno dei più vecchi servizi di riciclaggio di criptovalute su darknet, il Bitcoin Fog (operativo dal 2011).
Si stima che Bitcoin Fog abbia riciclato più di 1,2 milioni di Bitcoin durante la sua esistenza.
Tra questi c’è anche L’arresto di Glib Oleksandr Ivanov-Tolpintsev, per aver gestito una botnet finalizzata all’hackeraggio delle credenziali di migliaia di computer e alla loro vendita su darknet in cambio di criptovalute.
Per potenziare il lavoro di indagine e repressione del crimine informatico, l’IRS e la sua unità contro il cyberrcime avvieranno un centro avanzato per la collaborazione e l’analisi per i dati, Advanced Collaboration & Data Center, nella Virginia del Nord entro la fine del prossimo anno.
L’amministrazione Biden ha preso molto sul serio la cybersecurity e la lotta al crimine informatico, annunciando ad esempio che le “bande del ransomware” sarebbero state trattate come comuni terroristi dalla legge e dalle forze dell’ordine.
Il problema, però, non è solo americano, ma riguarda tutto il mondo.
Il boom dei reati sulle piattaforme DeFi
Secondo un’indagine della società britannica Elliptic, tra gennaio e ottobre 2021 sono stati rubati 10,5 miliardi di dollari dalle piattaforme di servizi finanziari che utilizzano tecnologia blockchain.
Si tratta di piattaforme per la finanza decentralizzata o DeFi, che sono sempre più popolari tra gli investitori che vogliono far crescere il proprio capitale, ma anche allo stesso tempo sono state attenzionate, proprio per questo, anche dai criminali informatici.
Altri 1,5 miliardi di dollari sono stati bruciati dall’estrema variabilità dei prezzi di alcune tra le principali criptovalute legate ai progetti di finanza decentralizzata.
Le principali truffe hanno riguardato i partecipanti alle ICO, le procedure iniziali con cui si raccolgono fondi per il lancio dei token. Qui i criminali informatici convincono i trader ad acquistare i pacchetti di criptovalute che poi in realtà non usciranno mai sul mercato.
Altro metodo per frodare gli investitori è attirarli in falsi exchange decentralizzati gestiti da bande di cybercriminali, che poi spostando rapidamente i fondi su conti e wallet digitali chiudendo all’improvviso il falso servizio di cambio.
La crescita nell’uso della tecnologia DeFi, negli ultimi due anni, è stata sbalorditiva e il capitale totale affluito in queste piattaforme è cresciuto di oltre il +1.700% a 247 miliardi di dollari solo negli ultimi 12 mesi.